Nell’articolo scorso, probabilmente, vi ho scioccato con la mia idea della malattia. Poiché l’argomento è troppo importante, vorrei approfondirlo e darvi qualche idea applicativa per prevenire le cosiddette malattie onde attuare la prevenzione primaria perché è sempre meglio evitare anche i “benèfici” disagi delle malattie. Sappiamo tutti che è impossibile vivere senza dolore ma è nostro diritto-dovere limitarlo al massimo.
Il dolore è quella condizione che, tra l’altro, ci fa apprezzare il piacere di essere vivi. Non penso, però, che la nostra vita debba essere piena di dolore. Qualche episodio di sofferenza, sicuramente, è essenziale per farci apprezzare meglio la vita. Secondo voi, il dolore e la sofferenza sono casuali o dipendenti, in qualche modo, dalle nostre azioni? La sofferenza umana è una condizione ineluttabile o è possibile evitarla? In questo contesto, lungi da me definirla un castigo divino come molte persone pensano che sia! Essa è, purtroppo, una condizione universale causata da errori comportamentali; pertanto, non necessariamente ineluttabile!
Secondo il mio punto di vista, possiamo perlomeno minimizzare o rendere il più possibile sopportabile la sofferenza che ci investe nella vita. Ovviamente, la sofferenza che le persone sperimentano non è tutta uguale. Per esempio, diversa è una sofferenza fisica da quella psichica: un dolore fisico è più sopportabile di un dispiacere emotivo. In una tragedia familiare, il dolore per la perdita improvvisa di un caro è decisamente più forte che per la frattura di una propria gamba.
Qui mi voglio occupare della sofferenza provocata dal nostro errato stile di vita in quanto essa potrebbe essere ben gestita, limitata e forse eliminata. Le sofferenze provocate dalle grandi catastrofe della natura non sono eliminabili dai singoli individui ma quelle procurate dal cattivo stile di vita ricadono sotto la propria responsabilità e, quindi, gestione. La maggior parte delle nostre sofferenze fisiche e psichiche dipende dallo squilibrio biochimico del nostro corpo.
Questo squilibrio biochimico, a sua volta, può essere determinato da malnutrizione e/o eccesso alimentare che a, loro volta, sono indotte spesso da carenze affettive o vere carenze nutrizionali. Lo squilibrio biochimico che è alla base di tutte le malattie (dalla più lieve alla più severa) è l’acidosi. L’acidosi metabolica, che solitamente deriva da quella digestiva cronica, è alla base di tutti i disturbi funzionali, prima, e delle alterazioni morfologiche, poi. Come un qualsiasi acido corrode le sostanze organiche sia vegetali che animali allo stesso modo corrode il nostro corpo.
Pertanto, lo squilibrio acido va corretto con sostanze alcaline che in chimica vengono chiamate basi o tamponi alcalini. Il nostro corpo è costituito da una struttura alcalina pur producendo continuamente acidi che prontamente devono essere espulsi dal corpo pena la sua destrutturazione. Infatti, quando l’organismo non è in grado di eliminare completamente il suo carico acido tossico va incontro alle più svariate problematiche di salute.
Quello che sto scrivendo non è una mia opinione bensì la schiacciante evidenza delle osservazioni fatte dagli esponenti della medicina empirica da millenni. Dopo i fallimenti della “medicina scientifica” odierna sarebbe il caso di ritornare all’antica “medicina dell’evidenza”. Secondo la mia esperienza personale per ripristinare l’equilibrio alcalino è necessaria l’alimentazione alcalina.
Continua…
Rocco Palmisano
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