E’ tornato in carcere il cittadino afghano SAHAK Ahmad Shah alias SAK Jan (32 anni), già arrestato nell’ambito della “Operazione Raggiro” che, nell’aprile 2017, ha consentito di sgominare una banda dedita a fornire, in cambio di denaro, false dichiarazioni di ospitalità da esibire presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Brindisi per ottenere rilasci e/o rinnovi di permessi di soggiorno nonché ricongiungimenti familiari.
L’attività investigativa della Digos, approfondita grazie anche alla collaborazione dell’Ufficio Immigrazione, sviluppata con un’ intensa e laboriosa attività tecnica di intercettazioni video e ambientali nonché con servizi di osservazione e pedinamenti, evidenziò la presenza di un nutrito gruppo di persone, alcune delle quali di nazionalità straniera – in particolare afghani e pakistani – che assieme ad altri cittadini italiani, ponevano in essere condotte inequivocabilmente riconducibili al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare ed altro.
In particolare – cosi come è stato confermato in sede giudiziale – diversi cittadini italiani fornivano falsi contratti di locazione in cambio di denaro (da 400 a 2000 euro) per consentire agli stranieri di permanere sul territorio nazionale.
Furono eseguite cinque misure cautelari, richieste dalla Procura della Repubblica di Brindisi e disposte dal GIP del Tribunale di Brindisi. In particolare: fu stato tradotto in carcere Sahak e furono posti ai domiciliari quattro brindisini: Luigia Verda, Alba Turi, Marcello Coletta e Alessandro De Iaco.
Sahak torna in carcere in esecuzione della sentenza di condanna del Tribunale di Brindisi a 2 anni e 6 mesi di reclusione oltre al pagamento di 91.300 euro per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e reati connessi
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