Stimato Senatore, ho molto apprezzato il suo contributo al dibattito aperto su FB sullo stepchild, e infatti ho postato delle critiche garbate e articolate alla Sua posizione, che non condivido, a cui Lei non ha però ritenuto di rispondere.
Il tema dello stepchild comporta considerare alcune evenienze ineluttabili, ad esempio che una coppia gay ricorra alla fecondazione assistita all’estero e poi faccia ricadere in Italia gli effetti, con la conseguenza che un omosessuale con aspirazioni femminili, possa trasformarsi in una mamma per provvedimento di Legge, potendo quindi esercitare poteri di indirizzo ed orientamento su un altro essere umano che non gli ‘appartiene’ per fatto naturale di discendenza. Siamo sicuri che questi esseri umani adottati un giorno non abbiano ripercussioni esistenziali chiedendosi in forza di quali diritti naturali e di quale morale, altri uomini gli abbiano dato una mamma di sesso maschile, con ciò orientando la sua esistenza in una modalità con contemplata dalla realtà dei mammiferi?
Questa posizione di avanguardia morale si basa non solo nel diritto rivendicato dai gay di essere padri e madri a prescindere dai cromosomi X e Y, bensì sulle teorie gender.
Queste teorie negano differenze biologiche tra uomo e donna sulla base di alcune verità assiomatiche su cui è inutile stare a discutere, poichè si trattano di una vera e propria religione laica, percepita chic e non ‘cafona’ come quella cattolica.
La parzialità delle verità delle teorie gender non solo è riconoscibile nelle mastodontiche evidenze scientifiche che la contrariano, ma anche con un ordinario buon senso e semplicemente scoprendo il corpo di una donna e quello di un uomo. Ma non voglio in questo modo rischiare di fare discorsi ‘omofobi’ e ‘razzisti’, e l’unica cosa che conta, e che Lei, che deve votare una Legge della Repubblica, abbia riflettuto affondo su quello che si accinge a votare.
Perciò mi permetta di chiederLe una riflessione sul pensiero di un intellettuale americana (di origini italiane) di altissimo livello accademico, Camille Anna Paglia.
Sono certo che Lei già conoscerà la saggista di antropologia e sociologia di valenza mondiale, che nel 68 fu la prima studentessa di Yale, forse il college più prestigioso al Mondo in materie sociali, a fare outing (è lesbica), ma fu anche la prima antropologa di orientamento femminista, ateo e di sinistra, ad essere critica verso certi luoghi comuni oggi dominanti in materia di sessualità.
Non Le chiedo di replicare alla mia riflessione, poichè se evidentemente non l’ha già ritenuta all’altezza di un confronto con la Sua, avrà avuto i suoi motivi di dimensione intellettuale che non mi interessa discutere, ma Le chiedo di confrontarsi almeno con il pensiero della professoressa Paglia così come fu profilato in ‘Sesso delle persone: arte e decadenza da Nefertiti a Dickinson’ pubblicato in Italia da Einaudi nel 1990, e che mi auguro Lei abbia letto.
Prima di parlare di Stepchild e di orientamenti culturali gayfriendly, per poi votare Leggi fatte dalla Sinistra mi rassicuri sul fatto che lei votando dai banchi di Centrodestra una legge di sinistra radicale sappia realmente quello che sta facendo.
Dott. Gianmarco Landi
(già capolista MIR senato Puglia, in Coalizione con PDL e Fratelli d’Italia)
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