April 30, 2025

Un sorriso spontaneo, gli occhi che si accendevano quando parlava di vigneti, orti e tradizioni. Così vogliamo ricordare Antonio Pugliese, scomparso all’età di 89 anni, figura simbolica della campagna brindisina, esempio vivente di dedizione, onestà e amore per la terra. Conosciuto da tutti come ‘Ntunucciu “Salata”, Antonio ha incarnato con fierezza il volto autentico dell’agricoltura del Sud, attraversando il secolo con lo stesso passo instancabile con cui ha arato i campi e coltivato valori.

 

Nato nel 1935 a San Pietro degli Schiavoni, nel cuore della Brindisi che oggi non esiste più, Antonio ha attraversato le difficoltà della guerra e dell’infanzia trascorsa tra stenti e lavoro nei campi. La sua famiglia fu costretta a rifugiarsi in contrada Migliori, ai margini di quella che sarebbe poi divenuta zona industriale. In quel rifugio di fortuna, tamponando la base di una pipistrellaia, si è formato il suo spirito temprato dalla fatica.

 

Il suo amore per la terra si è manifestato presto: prima zappa e aratro, poi cavalli – “parte della famiglia”, amava dire – e infine ettaro dopo ettaro, ha costruito un patrimonio agricolo che oggi supera i 70 ettari, distribuiti tra tre aziende agricole condotte dai figli e nipoti, nel pieno rispetto del principio della filiera corta e dell’agricoltura sostenibile.

 

Antonio era molto più di un imprenditore agricolo. Era un uomo di pensiero e di azione. Dopo aver abbandonato presto gli studi, ha voluto recuperarli in età avanzata, conseguendo la licenza media all’età di 82 anni. Non per vanità, ma per dimostrare che il sapere non ha età. E proprio dalla conoscenza e dal desiderio di trasmetterla è nata la sua attività formativa: insieme al figlio Vincenzo, agronomo, ha realizzato orti didattici nelle scuole del territorio, insegnando ai più giovani non solo a seminare e raccogliere, ma a prendersi cura della terra, nel rispetto dei ritmi naturali.

 

Il suo impegno per l’ambiente e la comunità non si è mai fermato. La famiglia Pugliese continua oggi il lavoro avviato da Antonio, promuovendo un’agricoltura a “km 0”, recuperando sementi antiche, coltivando varietà storiche come i meloni “Gialletti” o le angurie “Charleston gray”, e contribuendo al contrasto alla Xylella, grazie a una collaborazione attiva con l’Università di Bari.

 

Nel maggio 2009 ha dovuto salutare la compagna di una vita, Velia, con la quale ha condiviso ogni sfida. Insieme hanno cresciuto sei figli – Rino, Rosanna, Vincenzo, Paola, Gianluca, Eupremio – trasmettendo loro l’etica del lavoro e il rispetto per la terra. Oggi quella famiglia è una rete viva, forte, composta da figli, nuore, nipoti e persino pronipoti, uniti dalla stessa passione.

 

Antonio era anche uomo di profonda fede. Per cinquant’anni ha portato a spalla, durante la processione del Venerdì Santo, il simulacro della Madonna Addolorata, alla quale era devoto. Il suo altruismo è stato riconosciuto anche dall’Arcivescovo di Brindisi e, recentemente, dallo Stato italiano: nel dicembre 2023 è stato insignito dell’Onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il suo contributo sociale, umano e culturale.

 

Il suo ricordo vive nelle parole della nipote Velia, che nel giorno dell’addio ha scritto: “Hai condiviso con noi non solo saperi e conoscenze, ma anche valori che porteremo avanti con orgoglio. Il bene che hai seminato si riflette in tutti noi e nelle persone che hanno avuto il privilegio di conoscerti.”

 

Antonio Pugliese non c’è più, ma la sua eredità è un seme che continua a germogliare. Nella terra che ha amato, nei volti di chi l’ha ascoltato, nelle mani di chi porta avanti il suo sogno. Con lui se ne va un pezzo di storia contadina, ma resta vivo l’esempio di una vita spesa per qualcosa che conta davvero: la famiglia, la terra, il futuro.

 

Giovanni Membola, Oreste Pinto

Il direttore Maurizio Pesari e tutta la redazione di Brundisium.net si associano al dolore della famiglia Pugliese

 

 

No Comments