May 4, 2025

Continua, su Brundisium.net, la pubblicazione, in esclusiva e a puntate, del saggio del Prof. Eugenio De Salvatore intitolato “Attitudini di organismi viventi (animali e vegetali) ed i concetti astratti“.
Di seguito la quarta parte con i capitoli 7 e 8
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Capitolo 7
Considerazioni e differenze su alcuni concetti incontrati.

la capacità degli organismi viventi:
è sempre innata e congenita per i vegetali, contenuta nelle loro radici ed opera sempre allo stesso modo di fronte ad un problema,cioè evitandolo o aggredendolo;

per l’animale irrazionale solo sensitiva è sempre inconscia ad azione istintiva;
e consiste, senza alcuna valutazione personale e per la sopravvivenza della specie, nell’abilità d’impossessarsi istintivamente di tutto ciò conosciuto e non, che capita mobile all’improvviso. Lo affermo in seguito a ciò che mi capitò, facendo caccia subacquea: stavo pescando con pinne, maschera e fucile sub pronto e disponibile sul fondo del mare, quando mi sfuggì dalle mani un grosso riccio di mare, che ovviamente cadde sul fondo e durante la caduta un polpo gli si avventò avvolgendolo tra i tentacoli e subito lo lasciò;

– per l’uomo ad intelligenza razionale è propria qualità conosciuta e capace ad essere utilizzata e nel caso di problema sconosciuto agisce liberamente solo dopo attenta osservazione della sua entità tralasciandolo o trattandolo con la dovuta attenzione;

L’istinto, per l’uomo è sempre controllato dalla ragione, che è una qualità molto importante a distinguere ciò che buono e cattivo per lui.

La capacità umana è la coscienza di possederla e saperla utizzare in modo razionale e con sicurezza (come quella di camminare, scrivere, parlare, pensare, …), mentre le attitudini sono qualità innate,inconscie, dormienti od in letargo la cui caratteristica primaria e fondamentale è di essere pronte a manifestarsi nel caso che si verifichino le condizioni ad esse favorevoli.

I primi esempi di qualità innate caratteristiche soprattutto degli animali irrazionali, legati alle loro qualità solo sensitive dell’ambiente di vita sono:

° listinto, qualità che si conserva e permane per tutta la vita che permette:

– all’animale irrazionale naturalmente pronto ad affrontare, incoscientemente, i problemi di sopravvivenza e d’impossessarsi della facile preda che capita davanti;

– di risolvere, sempre allo stesso modo,cioè in modo operativo e senza valutazione personale i problemi della vita;

all’uomo razionale di risolvere probemi ambientali aiutati dalla ragione che agisce soltanto in condizioni esasperate quando essa è incapace al controllo;

° l’osservazione cioè stare continuamente attenti con tutti i sensi a ciò che capita;

° la curiosità di conoscere quanto, casualmente, capita davanti;

° altri esempi, che non sono del tipo innato ma attitudinale, sono quelli di un bambino od animale irrazionale vertebrato a muoversi, volare o camminare: ci pensate quanto tempo deve passare per un bambino, cucciolo dell’uomo, per esserne capace, anche se il suo corpo è sano e completo, sia dal punto di vista fisico che psichico, dopo che ha superato problemi di robustezza fisica degli arti e di equilibrio del suo corpo ?;

° l’intelligenza, che permette ad ogni animale, per educazione da parte dei genitori o ambientale di risolvere un problema ambientale:

– la ragione per l’uomo, che ha la caratteristica, solo umana, di operare variamente e liberamente soprattutto nell’astratto:

– distinguendo ciò che è male ed a lui nocivo;

-creandosi nuovi concetti puri (volontà,pensiero,bontà,malignità,attitudine,…);

-proponendo nuovi mondi come obiettivi da scartare o raggiungere;

anche se, a volte, si comporta più ferocemente dell’animale irrazionale.

Capitolo 8
Significato della vita.

Innanzitutto la vita è un concetto astratto puro, quindi è contenuto apriori nella mente umana e la sua universalità consiste nel non dire nulla della sua specificità in quanto non c’è alcuna delle infinite sensività reali che la classifichi in una sua pratica definizione,quindi si può sviluppare solo il suo cocetto nel mondo dell’astratto.

In ogni sua manifestazione, sia pratica che psichica, la vita la vedo come quella di un bambino o bambina, che hanno davanti il futuro a loro sconosciuto, di cui inizialmente non conosce niente, nemmeno il suo significato e crescono con continuità secondo le loro attitudini sino alla loro maturità, età in cui si riconoscono come vero uomo o vera donna: le direttive percorribili, durante questa crescita, che sono, direi, infinite ma soprattutto probabilistiche, cioè possono capitare in un modo diverso o mai capitare tra tantissime possibilità reali ma attitudinalmente prevedibili, che avvengono in un certo ambiente eticamente come una scuola, che non si salva da questa regola di vita.

Io vedo la vita di un qualsiasi individuo, bambino o non, in questo modo da cui non si sfugge ed in cui è dominante l’ambiente in cui si cresce ed il caso, come la sua principale influenza, per cui bisogna stare molto attenti durante questo periodo formativo.

E’ naturale che ogni ambiente concorre a sviluppare capacità acquisite sperimentalmente specialmente dall’uomo razionale, che vive in rapporto con i suoi simili e non, in un ambiente di vita come quello terrestre:

marino, l’ambiene acquatico dei pesci e simili, in cui sin dalla nascita si hanno le capacità o le qualità marine utili per sopravvivere autonomamente (nuotare, cercare gli alimenti ambientali per sopravvivere);

– aereo, ambiente di volatili e di uomini, che sviluppano ogni qualità aerea: volare e deambulare per gli uccelli;

montano, che sviluppa le capacità di montagna.

Lo sviluppo della vita in ogni senso è l’esperienza ambientale dei suoi individui governata dall’aleatorietà, cioè dal caso, che per alcuni può essere favorevole mentre per altri no e con diversa intensità, sfavorevole: quindi è l‘esperienza, cioè il contatto diretto col proprio ambiente di vita che, casualmente, forma e guida il comportamento ed il carattere degli individui in esso viventi, indirizzandolo verso le varie finalità ed i vari obiettivi sia buoni che cattivi possibili.

Quello che voglio evidenziare della vita di un qualsiasi essere vivente non è solo l’aspetto o comportamento fisico o corporeo, che è molto interessante perché si osservano sue normali caratteristiche come:

° la dinamicità ed aspetto fisico, o che è lo stesso la sua vitalità e forza;

° l’equilibrio del corpo;

° il movimento e l’utilizzo coordinato dei suoi arti, almeno quando il corpo ha crescita normale e salutare, ma anche le sue caratteristiche ad essi contrarie, come quando il corpo non ha una crescita normale e salutare, cioè quando è in cattive condizioni di salute, stato in cui l’evoluzione e crescita prendono altra strada e costringono ad osservare negli altri quello che non si ha.

Riassumendo, quello che voglio rilevare nel concetto astratto di vita, è la sua crescita individuale in genere sia nel suo aspetto fisico che,soprattutto, in quello psichico che ha un’evoluzione dipendente si dallo stato genetico, ma è influenzato, enormemente, oltre che dalle condizioni di salute dalla:

° esperienza di vita vissuta;

° dalla casualità;

Con questo voglio dire che tutti siamo, come comportamento di vita, un prodotto sperimentale come una reazione chimica, che dipende sì dalle proprietà chimiche delle sostanze in reazione, ma anche dall’ambiente di reazione, acido o basico, e sono molto importanti anche la sua temperatura e pressione.

Quindi vita per me vuol dire, fondamentalmente, crescita in qualsiasi direzione attitudinale ma casuale, cioè dipendente dal caso, sia buono che cattivo che può avverarsi o no e parleremo, anche, dei seguenti argomenti che sono soprattutto banali, ma che hanno la loro spiegazione ed importanza razionale dall’attenta e semplice osservazione degli eventi di vita:

– perché si usa, soprattutto, la sinistra o la destra nei movimenti delle mani (scrivere, prendere qualcosa, giocare a tennis…) e dei piedi ( come giocare a calcio ? : Si dice per Maradona che è una genetica predestinazione, ma, pensandoci ed osservandoli bene, si trovano tanti fattori che sono normali e vi concorrono;

– perché un uomo diventa un genio in qualche disciplina difficile, ma meglio dire impegnativa, come la matematica, fisica, chimica soprattutto quella industriale, diritto …, ma in altre no?.

– la genialità, soprattutto quella scientifica teorica ma non quella tecnica, è una capacità innata, cioè si nasce già geni o no?, questo è il problema !,diceva un grande pensatore e che si può risolvere insieme, però, che ogni uomo, sano mentalmente, diventa un vero tecnico, simile ad un genio, a parte la sua cultura, in qualsiasi attività o lavoro che svolge, anche: il macellaio, il contadino, il fruttivendolo, l’operatore biologico, ecc. …, diventano dei tecnici

Può darsi che, nel parlare della vita diremo, senz’altro, cose che valgono per ogni essere vivente, animale o vegetale, perché tutti gli organismi viventi hanno certamente delle caratteristiche comuni, come il movimento autonomo di qualsiasi tipo (deambulazione, crescita) e l’intelligenza ma noi, come obiettivo principale da perseguire, ci vogliamo riferire solo a quelle dell’uomo, di cui l’intelligenza è particolare, perché ha la facoltà, dovuta solo alle sue attitudini ed alla sua esperienza di vita, di arricchirsi di una importante sua caratteristica che è la ragione, la quale, secondo me, non è un semplice dono divino per cui, al contrario dell’intelligenza delle bestie e dei vegetali che rimane sempre la stessa, diventa intelligenza razionale, arricchibile con un linguaggio convenzionale e sviluppabile con continuità, direi, sino all’infinito, che gli imprime maggiore vitalità ed è la migliore caratteristica posseduta dall’uomo, anche se, a volte, è la più pericolosa ed anche la pessima, perché la sua, creatività inesauribile ede iunfaticabile nel bene e nel male, gli permette di costruire dei mondi ideali, nel cui mare, è bello e piacevole navigare a prima vista, sono incluse tempeste imprevedibili è impossibile prevedere ed un esempio eclatante è l’intelligenza dell’umanità sempre benigna, intesa come la risultante o il contributo dell’intelligenza di tutti gli uomini, che è nata come un bambino che non possiede alcuna capacità, oltre le sue inconsce attitudini e la sua capacità osservativa e curiosa, come vedremo, sino a raggiungere il suo stato attuale ed oltrepassarlo.

Infatti il peggiore pericolo umano ha un nome molto semplice e significato elementare che è la superbia sino all’arroganza, specialmente verso i più deboli e bambini che non danno alcuna preoccupazione reattiva.

Da quanto detto si capisce che la migliore valutazione del comportamento sociale di ogni individuo umano si può dare quando è in grado di decidere, cioè fare una scelta migliore tra tante possibilità ben conosciute e quando è in grado di farlo coscientemente.

Quello che è evidente della vita umana è che essa non si sviluppa in un’unica direzione predestinata, ma in un varietà di direzioni come possibilità, che dico essere infinite, altrimenti avremmo persone solo buone o cattive ad uguale intensità, invece essa è varia sia in un senso (la bontà) che nell’altro (la cattiveria e malignità)

La domanda che subito viene spontanea è la seguente: c’è una spiegazione di tutto questo? ci sono motivi validi ad interpretarli? che, ovviamente, sono ineliminabili nel concetto di vita in un certo ambiente per la necessaria convivenza con altri individui della stessa specie e con una propria esperienza di vita o con le loro caratteristiche indistruttibili, ma al limite solo legalmente riducibili o comprimibili?.

Cercherò di dare una spiegazione, personalmente la migliore possibile, perché la trovo nelle caratteristiche umane, considerando a parte gli altri animali privi di ragione, la cui ferocia è spiegabile per necessità naturale in quanto, nell’ambiente di vita devono sopravvivere difendendosi dai continui e naturali assalti degli altri famelici animali e trovare gli approvvigionamenti per la conservazione e rigenerazione della propria specie, legge naturale a cui non si sottraggono gli animali buoni come uccellini, conigli,che sono i primi da colpire perché più deboli ed indifesi.

Inizialmente le conoscenze scientifiche avevano soprattutto una utilità ed applicazione pratica, specialmente nel campo dell’agricoltura e dell’educazione familiare, per cui l’uomo non era l’artefice delle propria vita e del proprio futuro e la vita terrena era solo una preparazione per l’aldilà in cui tutti credevano con sacro timore.

La Storia era vista come l’attuazione di un segno divino che l’uomo non poteva capire e di cui era solo uno strumento passivo e sul piano sociale ciò comportava l’accettazione del proprio posto in una gerarchia voluta da Dio, per cui si nasceva poveri o ricchi, contadini o signori, e tali si rimaneva tutta la vita: questa è la teoria del Buddismo se non sbaglio. .

Solo nel VI sec. a.C. circa si incominciò ad assaporare le conoscenze dal semplice punto di vista del puro sapere e nel puro senso speculativo con la nascita della filosofia, senza però mai escludere il timore e rispetto divino.

I più grandi filosofi antichi hanno avuto una lunga e forte credibilità sino al secolo 17° d.C., quando incominciò a prendere piede una visione moderna della scienza o scienza sperimentale, di cui i 1° stadio, secondo il mio parere il più importante, è l’osservazione di un fenomeno,tramite la quale si deve esprimerne, conoscenza, novità, curiosità e le prime conoscenze che permettano di ben iniziare e portare a termine i due stadi successivi che sono la sua ripetizione artificiale in laboratorio e ricavo delle sue leggi.

Uno sguardo particolare si deve dare alla Chimica, il cui studio più attivo si è avuto nel XVII sec. con l’applicazione del metodo sperimentale. Prima del Medioevo l’unica ricerca scientifica accettata era la speculazione razionale filosofica o aristotelica, che si è sviluppata enormemente nel periodo eroico culturale ellenico, in cui la ragione umana primeggiava nella ricerca degli obiettivi filosofici, riguardanti l’origine della vita, l’etica e l’economia, ma già nel periodo Medioevo c’era un tentativo di ricerca empirica con l’Alchimia di cui l’unica preoccupazione chimica è stata quella di trovare la Pietra filosofale cioè la sostanza che trasforma tutti i metalli in oro e guariva tutti i mali rendendo la vita immortale.

L’alchimia combinava ecletticamente chimica, fisica, medicina, misticismo e religione ed i suoi grandi obiettivi sono, cronologicamente, due:

° trovare una sostanza che trasformasse i metalli grezzi in metalli nobili, oro ed argento;

° la ricerca della pietra filosofale, che avrebbe:

– permesso la trasformazione dei metalli grezzi in oro ed argento;

– dato la panacea universale o rimedio che avrebbe dovuto curare tutte le malattie, oltre che prolungare una vita perfetta ed illimitata con attributi che sono solo divini. Il pensiero alchemico è considerato da molti il precursore della chimica moderna, prima della formulazione del metodo scientifico sperimentale del 1500.

L’alchimia, con diverse ramificazioni in ogni paese, oltre ad essere una disciplina fisica e chimica, era un’esperienza di crescita ed un processo di liberazione e di salvezza dalle paura delle streghe ed in questa ottica la “scienza” alchemica veniva sacralizzata e ricondotta ad un tipo di conoscenza metafisica e filosofica, assumendo un significato spirituale e religioso in connessione a quello prettamente materiale della trasformazione fisica di metalli. Questo vuol dire che la qualità della vita del’uomo è strettamente legata all’ambiente di vita e si sviluppa in modo casuale in alcune delle sue, infinite direi, direzioni soprattutto delle sue attitudini fisiche e mentali.

 

… continua…

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