Un’iniziativa concreta e carica di significato prende vita a Brindisi, una città da sempre crocevia di flussi migratori. Il progetto, denominato “La Porta di Casa”, nasce dalla collaborazione tra Caritas diocesana, Ufficio diocesano Migrantes e Associazione Migrantes OdV per rispondere all’emergenza abitativa che tocca persone e famiglie migranti che, nonostante vivano e lavorino stabilmente sul territorio, stentano a trovare una sistemazione dignitosa.
Finanziato in parte con i fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, il progetto ha come obiettivi principali: dare una risposta concreta al bisogno di alloggio, sensibilizzare la comunità civile ed ecclesiale attraverso l’esempio e favorire lo sviluppo di una cittadinanza attiva e inclusiva. L’iniziativa si pone in continuità con la Casa degli Aquiloni, un’esperienza avviata nel 2017 che ha già dimostrato l’efficacia dell’accoglienza diffusa.
Un gesto simbolico in un luogo storico
Per la realizzazione del progetto, l’Arcidiocesi di Brindisi ha messo a disposizione un ampio appartamento in via Giovanni XXIII n. 11, un luogo dal valore storico inestimabile. L’edificio, infatti, era di proprietà di don Augusto Pizzigallo, sacerdote che ospitò in ben due occasioni Monsignor Angelo Giuseppe Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII. L’immobile, in disuso da anni, grazie al progetto “La Porta di Casa”, potrà tornare a essere un luogo “vivo” e accogliente. L’appartamento ospiterà persone migranti che potranno beneficiare di figure educative e di volontari per la realizzazione di percorsi di accompagnamento individualizzati, volti al raggiungimento della piena autonomia. Ma la casa sarà molto più di un semplice alloggio: sarà il cuore pulsante del progetto, un luogo aperto al dialogo e al confronto, dove si svolgeranno attività formative, eventi interculturali e momenti conviviali aperti a tutta la cittadinanza. L’obiettivo è creare una “convivialità delle differenze” per abbattere il pregiudizio e il razzismo, promuovendo il passaggio dal concetto di “noi e loro” a quello di un unico “noi”.
“Casa Colibrì”: un sogno di chiesa
A sottolineare l’importanza del progetto, l’arcivescovo Giovanni Intini benedirà la casa il 4 settembre 2025, nella settimana di preparazione ai festeggiamenti per i Santi Patroni di Brindisi. L’abitazione prenderà il nome di “Casa Colibrì”, un nome ispirato a un’antica storia africana che narra di un piccolo colibrì che, di fronte a un grande incendio, fa la sua parte trasportando gocce d’acqua nel becco. Il messaggio è chiaro: anche il più piccolo contributo, se unito a quello di altri, può fare una grande differenza.
“La porta aperta è il segno dell’accoglienza di tutti i popoli nel grembo della chiesa madre,” ha dichiarato Monsignor Intini. “Con Casa Colibrì abbiamo voluto aprire una porta per tutti coloro che hanno bisogno di sentire il calore dell’accoglienza. Voglio auspicare che questo sogno diventi il sogno di tanti e un sogno di Chiesa”.
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