Le imprese della provincia di Brindisi si piazzano all’ultimo posto in Puglia in fatto di puntualità nei pagamenti commerciali ai fornitori. Nel primo trimestre del 2014 solo il 24% delle imprese brindisini risulta puntuale nei pagamenti commerciali.
Il 50% ha saldato con un ritardo fino a 30 giorni oltre il termine e il 26% con un ritardo superiore ai 30 giorni. Una performance inferiore sia alla media regionale (27,4% di imprese puntuali) sia, nettamente, inferiore a quella nazionale (38% di imprese virtuose). E in evidente peggioramento rispetto ad un anno fa, quando la percentuale di imprese puntuali era parti al 43,3%.
Analizzando il trend, inoltre, si segnala l’evidente peggioramento dei ritardi gravi, che sono triplicati in 4 anni, passando dall’8,4 % del 2010 al 26% attuale.
È quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2014 realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese pugliesi nel primo trimestre 2014.
Le imprese della provincia di Barletta-Andria-Trani risultano le più virtuose della regione con il 31,3% di imprese puntuali (un anno fa erano però il 44,3%), seguite da Bari (29,3%, contro il 42,4% di marzo 2013), Foggia, (27,7%/39,9% del 2013), Lecce (25,7%/43,7%), Taranto (24,7%/39,6%). Chiude Brindisi con il 24%, una percentuale decisamente inferiore rispetto al 43,3% di un anno prima.
A livello regionale, nel primo trimestre dell’anno in corso infatti solo il 27,4% delle imprese della Puglia ha saldato puntualmente le fatture ai fornitori, mentre il 46,8% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e ben il 25,8% oltre i 30 giorni. Dall’analisi del trend si osserva un peggioramento del 23,2% dei pagamenti puntuali rispetto al 2010. Ma il dato allarmante riguarda i ritardi superiori ai 30 giorni, aumentati del 207% in quattro anni. Inoltre nel primo trimestre del 2014 la Puglia esibisce performance di pagamento inferiori alla media nazionale (38,8% di imprese puntuali, 16,1% di ritardi oltre i 30 giorni) ma migliore alla macroarea di appartenenza, dove i pagamenti regolari sono fermi al 25,1%
“Nel nostro studio abbiamo registrato delle dinamiche che in questi ultimi anni hanno caratterizzato in modo significativo la vita delle imprese – commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B -. Prima di tutto continua il processo di istituzionalizzazione dei ritardi nei pagamenti commerciali, cioè la trasformazione dei ritardi in termini contrattuali: le imprese non vogliono perdere clienti e fatturato e quindi concedono qualcosa nei termini di pagamento. Secondariamente alcune imprese non riescono più a stare sul mercato e ritardano oltre modo il saldo delle fatture. Basti pensare all’andamento dei fallimenti, che hanno raggiunto quota 3.823 nel primo trimestre del 2014, con una media di 58 chiusure al giorno, due ogni ora. Nonostante alcuni segnali di timido miglioramento non bisogna però abbassare la guardia in quanto rimane ancora rilevante il numero di imprese che non onorano gli impegni entro i termini contrattuali”.
“Negli ultimi anni, però, le imprese italiane hanno messo sempre più la gestione dei pagamenti al centro della propria gestione finanziaria – conclude Preti – e hanno investito in strumenti come quelli messi a disposizione da CRIBIS D&B, che consentono di intercettare tempestivamente i segnali deboli di deterioramento dell’affidabilità dei propri partner, di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire in modo efficace con azioni di prevenzione e limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni sui propri flussi di cassa. Un’operazione, questa, non a costo zero ma che riteniamo potrà portare benefici concreti anche dopo la fine della crisi”.
CRIBIS D&B
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