June 8, 2025

Lo scempio della Xilella, una tragedia che si abbatte su un territorio, un’economia, un’identità culturale ci invita a riflettere su quelle che sono le caratteristiche peculiari del nostro civismo, ovvero una cultura sempre più dominata dall’abbandono e dall’emergenza.
Abbandono dei luoghi: anni, decenni di incuria hanno ridotto le città a luoghi invivibili, prive di spazi verdi, di luoghi d’incontro e socializzazione, di spazi culturali. Abbandono del territorio: cementificazione selvaggia, piani urbanistici privi di senso estetico dove dominano gli interessi speculativi. Abbandono dell’ambiente in cui viviamo: aria, terra, mare, l’inquinamento è ovunque. Infine abbandono delle persone: i tagli alle spese per la sanità e i servizi sociali conseguenza di una crisi economica e finanziaria devastante.
Ragionare sulle cause non porterebbe alcun risultato. Sta di fatto che anche la politica ha abbandonato il suo compito. Incapace di risolvere i problemi, sempre più indaffarata ad occuparsi della gestione del consenso ha prima creato e poi contribuito a peggiorare la situazione, per trovarsi infine nell’impossibilità di agire quando le situazioni scappano di mano.
L’abbandono, l’incuria generano nel tempo problemi le cui soluzioni diventano via via sempre più difficili da trovare fino a quando non diventano vere e proprie emergenze, per le quali si applicano (quando si applicano) soluzioni radicali. Distruzione dei raccolti, divieti di coltivazione, eradicazioni. Di conseguenza crisi di settore, perdita di posti di lavoro e di ricchezza. A cui segue la richiesta dello stato di calamità e gli indennizzi. La cattiva gestione del territorio viene pagata dalla collettività, e la politica trova nuova legittimazione nella gestioni dei risarcimenti (quando ci sono).
E’ necessario spezzare questa catena se vogliamo uscire dalla crisi e dare speranza ad un territorio pieno di ricchezza e di talento. Bisogna cambiare politica se si vuole tornare a percorre le vie virtuose dello sviluppo. Servono energie nuove, modalità di gestione nuove.
Cambiamento vuole dire passare dalla cultura dell’abbandono e dell’emergenza alla cultura dell’accudimento e della normalità.
C’è un filo diretto tra la cultura dell’accudimento e l’identità femminile. Le donne sono per cultura portate all’accudimento: i figli, la casa, le risorse economiche. Lo dimostrano ogni giorno anche in politica e nel mondo del lavoro. Il decennio di amministrazione della regione che va terminando, un periodo che sarà ricordato come una svolta nella storia della Puglia è stato caratterizzato dai risultati ottenuti da donne straordinarie che con la loro capacità hanno governato problemi enormi e combattuto ritardi storici nel mezzo di una crisi economica senza precedenti.
Per questo oggi un maggiore coinvolgimento delle donne vuol dire contribuire al cambiamento anche in politica. Le donne, che rappresentano la maggioranza dell’elettorato, devono prendere coscienza della loro forza e alle prossime elezioni regionali agire di conseguenza.

 

ANTONELLA VINCENTI – CANDIDATA AL CONSIGLIO REGIONALE PER IL PARTITO DEMOCRATICO

(propaganda elettorale – comm. resp.: il candidato)

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