«Dispiace sapere che la prossima sarà un’estate difficile per i bagnanti che vorranno godere dei lidi e delle spiagge di Brindisi. Un danno economico per i gestori degli stabilimenti balneari oltre che immateriale, in termini di disagio, per tutti i bagnanti che avranno meno spiagge dove andare questa estate. Penso, tra le tante mete, alla Conca, un luogo simbolo per tanti brindisini che in quello specchio d’acqua circoscritto hanno imparato a nuotare».
È il commento di Nando Marino, candidato sindaco di Brindisi, all’indomani della ordinanza, emessa dal Commissario straordinario del Comune, Cesare Castelli, che di fatto vieta, in molti casi sospende, la balneazione per lunghi tratti di costa a sud e nord della città. Alla base del provvedimento commissariale c’è la perimetrazione della costa fatta con delibera dell’Autorità di bacino che risale al novembre 2011, ma che risulta ancora aderente alla realtà. Significa che da quella data ad oggi poco o nulla è stato fatto per migliorare la fruibilità delle coste, nei tratti destinati alla balneazione.
Infatti, il divieto comprende tre tipologie di aree: quelle segnate come «PG3», cioè interessate dal rischio geomorfologico di crollo della falesia, le aree circostanti ai punti di scarico delle acque meteoriche, infine i tratti marini sottoposti a tutela. Ma ciò che più di ogni altro colpisce e preoccupa è il perdurante problema legato alla messa in sicurezza della falesia. «Purtroppo il mare, con la sua azione erosiva – ha aggiunto Nando Marino -, ha di fatto cancellato lunghi tratti di demanio perché la linea di costa è arretrata fino ai terreni di proprietà privata. Così, un terreno che prima era demaniale ora è mare. Dunque a Brindisi viviamo questo strano fenomeno: gran parte della nostra costa non è pubblica. Per questo il Piano Comunale Costiero, adottato dalla passata Amministrazione, è nato con un handicap congenito: quello cioè di prevedere interventi sulle poche aree demaniali rimaste. Il risultato? È sotto gli occhi di tutti. Una costa rammendata e rattoppata qua e là per una spesa di tre milioni di euro e un problema, quello del rischio di crollo della falesia, tutt’altro che risolto».
Quale possibile soluzione? «Solo una e a monte del Piano Comunale Costiero – ha concluso Nando Marino -. Istituire un tavolo con il Ministero delle Infrastrutture per ridisegnare la fascia demaniale, per aggiornarla cioè alla reale linea della costa, ciò che la passata Amministrazione ha omesso di fare. Solo in questo modo è possibile pianificare un intervento completo e strutturale, e restituire in sicurezza il nostro splendido mare a tutti i brindisini e ai turisti, con la possibilità di liberare nuovi spazi e nuovi lidi. La riqualificazione del tratto costiero passa solo attraverso questa modalità, quella di ritracciare la fascia demaniale. È l’unico modo responsabile di affrontare il problema. Noi vogliamo perseguirlo riconsegnando ai brindisini un piacere e un diritto, nel solco dello sviluppo turistico e produttivo della costa e della salvaguardia ambientale e paesaggistica».
UFFICIO STAMPA NANDO MARINO
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