May 2, 2025

LE DONNE (SOLO QUELLE) E NON I CAVALIER, L’ARMI E GLI AMORI IO CANTO
OMAGGIO ALLE PRINCIPALI FIGURE FEMMINILI PRESENTI NELLA LETTERATURA MONDIALE
di Gabriele D’Amelj Melodia
II – MI PIANGE IL COR, MA ESCLUDERE VI DEBBO…
Naturalmente le rappresentanti del gentil sesso presenti nelle opere artistiche di ogni tempo e di ogni nazione sono innumerevoli, e quindi non si possono celebrare tutte. Sarebbe molto interessante anche il solo accennare alle donne immortalate nei libretti d’opera o nei poemi maggiori( per es. l’Armida e la Clorinda della Gerusalemme liberata o l’Angelica e l’Alcina dell’Orlando Furioso), o ancora nei testi teatrali classici ( penso non solo alle grandi figure del teatro greco antico,( Andromaca, Antigone, Elettra, Fedra, Medea), ma anche a quelle rappresentate da Shakespeare, (Cordelia, Cleopatra, Desdemona, Giulietta, Miranda, Ofelia ecc.) o da Pirandello, ( Marta, Silvia, Varia, signora Frola,ecc.). Per tacere delle muse ispiratrici di centinaia di belle poesie. Tutto questo po’ po’ di materiale potrebbe tornarmi utile per dedicare un’altra dei miei saggi brevi proprio a queste signore qui trascurate.
Mi limiterò dunque a parlarvi delle dame che animano i romanzi e, siccome questo genere letterario ebbe la sua consacrazione, nella veste moderna, a partire dal ‘700, inizierò la mia disamina partendo appunto dai secoli dei lumi.

 
ED ECCO A VOI MOLL FLANDERS
“Il mo vero nome è così noto negli archivi della Polizia, e ci sono ancora in sospeso tante cose gravi sulla mia condotta che non potete pretendere che vi dica il mio nome vero. Mi conoscevano tutti col nome di Moll Flanders…”
Ladra, poligama, puttana, incestuosa, e solo ala fine penitente redenta, il personaggio dipinto da Daniel Defoe (sì, proprio lui, quello del Robinson Crusoe) nel 1722 , rappresenta il cliché della donna perduta, trasgressiva, e al tempo stesso timorata. A suo modo un esempio di intraprendenza mercantile in cui possono scorgersi embrioni proto femministi… E’ curioso notare come il nomignolo inglese Moll, Molly (vezzeggiativo di Mary), associ spesso a questo nome donne di assai scarse virtù. E così per la Molly di Celine, puttana americana, e per quella, più nota, di James joyce, la logorroica, porca sognatrice dell’Ulysses.

 
JUSTINE, OVVERO LE SVENTURE DELLA VIRTU’
“…E avendomi quell’uomo disonesto, Raphael, italiano, frate e depravato, fatta sistemare su di un divano nell’attitudine propizia ai suoi esecrabili piaceri, facendomi trattenere da e Clément Antonin, egli si soddisfece, in modo oltraggioso, senza che per questo cessassi d’essere vergine. O incredibile traviamento!”
Questo è solo un assaggio delle tremende torture, angherie e umiliazioni subite dalla bella Justine, che altri non è che l’alter ego del perverso Marchese de Sade, suo inventore, uno così sessualmente disturbato da essere stato egli stesso generatore del “sadismo”. Il Divino Marchese Donatien Alphonse Francois de Sade, empio e osceno per davvero, fu perseguitato da tutti gli stati e finì la sua miserabile esistenza in un manicomio.

 
L’ANTI JUSTINE OVVERO LE DELIZIE DELL’AMORE
“…L’ardente Madèlene, dal pelo di seta, ci sorprese proprio durante questa innocente occupazione (N.d.r.: mentre praticava il cunnilinctus alla piccola Babiche).Rivelò la sua presenza: ci ricomponemmo in fretta. Poi, dopo aver congedato Babiche cominciò a provocarmi: mi rovesciò sulla paglia del granaio e sic sistemò a cavalcioni su di me. Come per caso le infilai una mano sotto la gonna e le sfiorai la…BIP BIP…Quel pelo divino fede di lei la mia favorita: impazzii per il pelo di seta di Madelène Linguet (nomen omen), supplicai che me la facesse baciare. Eccetera eccetera …
Questa ardente ragazza è “l’eroina” inventata da Monsieur Rétif de la Bretonne,
poligrafo purtroppo poco conosciuto in Italia. Figlio di contadini di Sacy, studiò e visse a Parigi divenendo una delle menti più brillanti dell’Illuminismo francese. Giornalista, scrittore prolifico, fu autore di ben 194 volumi tra romanzi e racconti. L’anti Justine fu scritto proprio in polemica con la Justine di de Sade.

 
GERTRUDE, LA SVENTURATA CHE RISPOSE
“…Il suo aspetto, che poteva dimostrar venticinque anni, faceva a prima vista un’impressione di bellezza, ma d’una bellezza sbattuta, sfiorita, e, direi quasi, scomposta….Due occhi, neri neri, si fissavano talora in viso alle persone, con un’investigazione superba; talora si chinavano in fretta, come per cercare un nascondiglio … Le gote pallidissime scendevano con un contorno delicato e grazioso, ma alterato e reso mancante da una lenta estenuazione. Le labbra, quantunque appena tinte d’un roseo sbiadito, pure, spiccavano in quel pallore.”
La disgraziata monzese, vittima di monacazione coatta per colpa di quel principe padre fanatico religioso al pari di molti suoi connazionali figli della Cattolicissima Spagna, incarna la tipica donna frustrata, assetata di vita e d’uomini, che sconta la viltà e la ipocrisia del suo tempo. Don Lisander, ritraendola con appassionata maestria in quell’ arcinota pagina del capitolo X dei Promessi Sposi, tratteggia un personaggio in chiaro scuro, con tinte marcate alla El Greco, immortalando il viso dall’ovale pallido ma soprattutto l’anima ambigua, sofferta della povera Gertrude, il cui alter ego storico, com’è noto, fu Virginia de Leyva Y Marino, dapprima monaca con tanto d’amante e figli, poi penitente espiante murata per vent’anni in una minicella, infine signora di Monza. Con la sua ispirata penna, il conte Manzoni si fa pittore, psicologo e uomo di pietas, per assemblare in armoniosa composizione le varie sfaccettature umane del grande personaggio. E così, l’incanto del talento e dell’arte di descrivere sembianze e sentimenti, coniuga dolcemente la forza e la debolezza, la superbia e la delicata grazia, il senso della colpa, il cupo dolore di odio e di rancore con la contrazione dolorosa della fronte, la lenta estenuazione e quegli occhi neri neri pieni d’espressione e di mistero. Questa è una donna con la D maiuscola, la gigantessa del romanzo, altro che Lucia, sbiadita figura, per altro molto irreale proprio perché oleografica, senza sangue nelle vene, senza voglie, asessuata, inibita, piena di complessi…

 

( continua )
Gabrierle D’Amelj Melodia

 

Le Donne (solo quelle), omaggio alle principali figure femminili della letteratura. Di Gabriele D’Amelj Melodia. I PARTE:

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