May 4, 2025

E’ la prima volta in vita mia che, nell’osservare attonito ed addolorato, qualcosa che riguarda me e purtroppo anche altri incolpevoli, resto senza parole. Inebetito.

Perchè se qualcuno mi avesse detto, già solo ieri, che sarei stato considerato indesiderabile nella mia scuola, al Morvillo Falcone di Brindisi, gli avrei riso in faccia…

Ed è invece e purtroppo successo stamattina, nella scuola dove ho lavorato 25 anni, appena dopo la nascita di mia figlia Barbara; nel luogo dove ho visto crescere e cambiare generazioni e vite, con l’apprensione e la gioia, di chi vede cambiare e passare migliaia di ragazze e ragazzi e magari li aiuta a meglio capire il mondo e come viverlo con più serenità.

 

E’ successo nel luogo dove ho visto passare stagioni e generazioni, colleghi e personale scolastico coi quali era bello, sino a qualche anno fa, stare insieme, “sentirsi famiglia”.

E’ successo tra quelle mura nelle quali abbiamo vissuto e respirato la tragedia della morte di Melissa e del ferimento di diverse ragazze, che non a caso è stato lo spartiacque per il dopo che sarebbe venuto. E’ successo proprio dove non me lo aspettavo.

 

Sì. Oggi, dopo ho anche pianto, lo ammetto e non lo considero un atto di debolezza: l’ho fatto alla fine davanti a mia figlia Ramona, che purtroppo ha anche patito l’onta di una reazione prevenuta e spropositata, quando la preside del Morvillo Falcone, all’atto di conferirle una supplenza, già ancora prima di entrare nel merito, appena saputo il suo cognome, ha eccepito con inusuale veemenza che non era il caso di conferire ora supplenza, che bisognava aspettare…

 
E’ successo stamattina alle 10,15.

Dopo molte mie resistenze e su pressanti inviti dello SPI-CGIL, del quale mi onoro far parte e col quale, ai livelli nazionale, regionale e provinciale, ho l’onore di collaborare da tempo, ho deciso di partecipare all’incontro con alcune classi della mia vecchia scuola, al Morvillo Falcone.

 

Si sarebbe parlato di immigrazione.

Ho salutato tante mie alunne, è stato bello rivederle e proprio mentre aspettavo l’inizio dell’incontro, il preside Mario Carolla, responsabile del progetto, mi ha comunicato esterrefatto, che la preside Maci le aveva intimato che se ci fossi stato io l’incontro non si sarebbe potuto tenere.

Ed infatti ovviamente non si è tenuto, tanto che tutte le ragazze già pronte per l’iniziativa sono state invitate a tornare in classe.

 

Ho fatto molta fatica a metabolizzare il tutto, mi pareva e mi pare un sopruso ed un atto che lede la mia dignità, ma anche quella di chi rappresentava SPI-CGIL, UDS, Proteo Fare Sapere, Associazione Antonino Caponnetto, FLC-CGIL, che con molta rabbia si è raccolto nei pressi della scuola per discutere l’accaduto.

 
Non mi era mai successo, proprio in quella che è stata la mia seconda casa, per tanti anni. E probabilmente è stato il mio troppo amore per il Morvillo Falcone, scuola che mi ha regalato una delle più straordinarie prove di vita e di cultura della mia esistenza, ad aver determinato, ancora una volta, questo atteggiamento.

Così ho finito per pensare, perché a scanso di equivoci, non ho mai ricevuto dalla preside della mia vecchia scuola censure, ammonimenti e quant’altro e d’altronde se ce ne fosse stata l’occasione sicuramente ne avrebbe profittato…

 

Ho sempre risposto, con tanta pazienza, alle sue sfuriate ed offese, senza mai prevaricarla, magari rispondendo a tono e non trovando MAI una persona in lei che ascolta ed entra veramente in relazione con gli altri : e se lo fa, nel suo caso, preferisce l’offesa, il richiamo gratuito a doveri ai quali sempre GLI ALTRI vergono meno ed una sospettosità francamente patologica, a mio avviso.

 

Sì, il mio amore per quello che era “il femminile” mi ha portato, nell’estate del 2012, dopo la tragedia della bomba, ed anche su pressioni di altri docenti, a cercare di avere una presidenza a scuola che favorisse un clima che dopi quei terribili giorni era naturalmente pesante.

Sì, ho chiesto, pregato forse anche supplicato che in una scuola così toccata dalla tragedia venisse a dirigerla qualche persona che non avesse alle spalle trascorsi burrascosi o complicati nella sua carriera…

 

Non è stato così : tutti quelli che ci avevano promesso di starci vicini e che io ed altri abbiamo contattato erano già nelle nebbie colpevoli della dimenticanza. Altri venivano a scuola, al “battiam battiam le mani” per assistere a sfilate, vedere filmini promozionali o ascoltare canzoni …salvo poi non permettere a ragazze e ragazzi che volevano uscire “fuori dal coro” di consegnare a ministri e sottosegretari l’elenco delle loro doglianze, rispetto alla REALE conduzione del Morvillo…

 
Mi fermo qui.

Ha offeso tutti, la preside Maci, proprio a partire da quella carica della quale è investita, che richiederebbe imparzialità, serenità di giudizio e lungimiranza, dimenticando che è in una scuola che dei vessilli della democrazia, della legalità e del rispetto degli altri, già prima di intitolare l’istituto a Francesca Morvillo Falcone, si è sempre onorata.

 

Per concludere.

Temo che ancora una volta niente o poco succederà, siamo il paese delle rimozioni e del “tengo famiglia”. Probabilmente però le ragazze ed i ragazzi, nel cui nome pur tutti parliamo, meriterebbero da parte nostra più coerenza e coraggio. Da parte di tutti.

 

Di Mimmo Tardio

One Comment

  • Rispondi
    De Nuccio sabrina
    16 Dicembre 2015

    Ma chi c…….si crede di essere questa mafiosa di m…….
    Fate qualcosa subito e mandatela a casa , non merita di fare quel lavoro.
    Ho avuto a che fare personalmente, quindi so di che soggetto si tratta. Anche se con me non la avuta vinta.