May 1, 2025

SCALA SANTALa Scala Santa di Roma è la più celebre: è autentica; è meta di pellegrinaggi cattolici; è adorata da tutti i cristiani; fa parte del complesso denominato “Santuario della Scala Santa” nelle immediate adiacenze della basilica di San Giovanni in Laterano.

La leggenda narra che si tratterebbe della scala salita da Gesù per recarsi nell’aula dove ha subito l’interrogatorio di Ponzio Pilato prima della crocifissione.
La scala sarebbe stata trasportata a Roma da Sant’Elena Imperatrice madre di Costantino.

Correva l’anno 326. Sant’Elena prevedeva di imbarcarsi per la Terra Santa da Monte sant’Angelo del Gargano, ma dopo una tratta a piedi, si imbarcò da Brindisi per raggiungere la Palestina.

Al mondo esistono altre Scale Sante. Tra di esse quella di Gerusalemme (anch’essa, secondo la leggenda, sarebbe quella percorsa da Gesù), a Bastia, in Corsica (posseduta da Papa Pio VII nel 1811), a Lourdes, in Francia (posta all’interno del percorso della Via Crucis), a Mantova (nel Palazzo Ducale) ed a Veroli, in provincia di Frosinone.

 

Pochi sanno, però, che una Scala Santa c’è anche a Brindisi.

Personalmente ho rintracciato la documentazione della sua esistenza nell’interno del monastero delle clarisse cappuccine.
Il complesso fu costruito in uno con la chiesa di Santa Maria degli Angeli voluta da San Lorenzo da Brindisi.

 

La scoperta è avvenuta per puro caso nella ricerca della provenienza di alcuni suoli nei pressi della Fontana Tancredi ed in particolare di quelli ove insiste la “Fontana di Monsignore”.
Se ne parla nel catalogo delle 372 pergamene giacenti presso la Biblioteca Pubblica Arcivescovile Annibale De Leo ubicata a Brindisi in Piazza Duomo, pergamene comprendenti documenti dall’anno 1033 all’anno 1955.

Antonio Sansale, Arcivescovo di Brindisi dal 1743 al 1750, con un suo decreto del 24 maggio 1744, insignì del titolo di abbadessa la superiora delle monache di Santa Maria del Angeli, sopprimendo ed abolendo per sempre l’antico titolo di guardiana; è questo il periodo che all’interno del monastero vi era una scala che le monache salivano con la stessa devozione della Scala Santa di Roma.

1751, 28 agosto, anno XII del pontificato di Benedetto XIV. Rescritto di Benedetto XIV in favore della badessa di S. Maria degli Angeli di Brindisi per le indulgenze a quelle lucrabili con visita alla Scala Santa di Roma, concesse per una Scala tenuta al monastero. Data a Roma in S. Maria Maggiore.

In seguito alle disposizioni contenute nel decreto del 17 febbraio 1861, relativo alle cose degli Ordini Religiosi, il monastero degli “Angioli”, come ente ecclesiastico, doveva essere consegnato ai militari.

L’abadessa si dichiarò “profondamente addolorata”, rivolgendosi al sindaco Domenico Balsamo per “implorare la sua assistenza nell’infortunio di cui son minaccia”, dal Maggiore Comandante la Piazza.

L’istanza del Ministero di Grazia e Giustizia, per la cessione da parte del demanio dello Stato al Comune del monastero, fu approvata con istrumento del notaio D’Ippolito il 24 luglio 1894, mentre il passaggio dei diritti, obblighi, ragioni, azioni e servitù attive e passive fu sancito il 24 settembre dello stesso anno.

 

Solo nel 1913 le ultime tre clarisse, suora Arsenio, D’Alessio e Murri lasciarono il monastero, dopo un compromesso stipulato il 19 luglio dello stesso anno tra il Municipio di Brindisi e le religiose, successivamente nell’anno 1916, il convento delle Clarisse fu demolito dal Comune per far posto alle scuole elementari femminili.

 

 

Aldo Indini – Cultore di storia locale

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