L’utilità di queste primarie è solo quella di dare una ri-leggitimazione ad un segretario che, nel triennio in cui ha coordinato il Partito, è stato capace di perdere tutte le elezioni amministrative ed un Referendum, e che ora punta ad accentrare ulteriormente il potere all’interno del Partito, coerentemente con la visione iper-maggioritaria che lo contraddistingue, ma che ha lacerato il Paese lasciandolo con un senso di smarrimento dovuto alla scarsa rappresentatività del Governo.
Fra i 3 candidati non ci sono grossi elementi di diversità, si tratta, in fin dei conti di tre tipologie di renziani, mai differenziatisi sin’ora dall’azione del Leader (salvo che, per opportunità personale, sul Referendum delle Trivelle), ed utili a dare diritto di tribuna alle varie minoranze che non si riconoscono in Matteo Renzi e che ancora sperano che il PD possa tornare alle sue origini.
Sulla innegabile mutazione del Partito Democratico è superfluo, ma utile, soffermarsi. Dal dibattito sono emerse tutte le contraddizioni di un Partito di Sinistra la cui priorità non è neppure lontanamente la redistribuzione del reddito e la progressività della tassazione, ma la protezione delle imprese e dei gruppi di potere, così come testimoniato dalla volontà di non inserire né una patrimoniale né una web tax, e di ridurre le fasce Irpef a sole tre aliquote.
D’altronde, alzando lo sguardo oltre confine, è opinione comune fra i renziani e nel PD, che il miglior candidato fosse sin da subito Macron, che se dovessimo valutare per quanto riguarda le ricette in ambito economico, sarebbe collocabile tranquillamente in un liberalismo di destra. Lo sguardo al centro, dunque, anche in Francia produrrà un ballottaggio fra una proposta nazionalista, reazionaria e contraria alle libertà individuali, con una proposta sì più innovativa e moderna, ma fondamentalmente di centrodestra.
Non vogliamo che in Italia si crei una situazione simile, vogliamo costruire un polo che, banalmente, non azzeri i principi e valori su cui la sinistra è fondata.
Ciò nonostante, auguriamo buone primarie ai nostri amici democratici, senza dimenticare che quella è stata la casa in cui per anni abbiamo abitato ed in cui tutt’ora abbiamo amici e conoscenti.
Spero che, passata la sbornia delle primarie, ci si renda conto dei danni fatti ed dei danni che verranno fatti a causa del vulnus del maggioritarismo e della centralità data dall’impresa e dell’ossessione del PIL in luogo delle famiglie.
L’Italia ha bisogno di una sinistra che accolga le sfide dettate dalla globalizzazione, dall’avvento di internet e dalle istituzioni sovranazionali, senza perdere per questo i valori fondativi. Speriamo di poterla costruire insieme.
Coordinamento Art 1 mdp Ostuni
Maurizio Flore, Giuseppe Tagliente, Antonello Suma, Luca Dell’Atti, Gianluca Narracci, Carlo Notarpietro, Pietro Tanzariello
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