Conosco Carla e Marco, sono due persone meravigliose. Ma ho conosciuto soprattutto Marco, un ragazzo eccezionale, una persona seria e per bene, uno che fa beneficenza con la “B” maiuscola, uno che ci mette la faccia perché ci crede e non per soldi… quelli lui non li riceve ma li versa in favore di tante iniziative benefiche alle quali partecipa fattivamente.
L’uomo Marco, tra le altre qualità è un papà meraviglioso.
Ma l’uomo Marco è anche Marco Di Bello, arbitro internazionale di calcio, uno che ha scalato con merito e sacrifici tutti i campionati fino ad imporsi in serie A e in Europa.
Un arbitro, come un giocatore o un allenatore, può sbagliare. Ma mai e poi mai, per come conosco Marco, crederò nella premeditazione di un suo “fischio”.
Le critiche sono lecite e se costruttive ti aiutano a migliorare e superare i momenti negativi. La gogna mediatica, la violenza verbale, le offese personali, appartengono invece ad una cultura sportiva che purtroppo mette sempre il sospetto e la mala fede davanti all’integrità morale o all’errore in buona fede.
Non sono nessuno e non ho nessun titolo e competenza per dire se Marco ha fatto bene o ha fatto male, ma ho invece il diritto di schierarmi dalla parte dell’uomo Marco. E permettetemi di Carla, mamma e moglie eccezionale, che oggi, si ritrova a vivere questo momento particolare e a proteggere la sua famiglia con grande onore e dignità.
Ripeto, non ho le competenze per stabilire se Marco ha fatto bene o male. Però mi affido alla sua storia che parla di 160 partite dirette in serie A oltre agli impegni Internazionali…e le dirigi solo se sei un arbitro di serie A.
Caro Marco, per me resti un arbitro di serie A ma soprattutto un uomo da …Champions League.
Con affetto e amicizia
Pierpaolo
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