Non siamo sorpresi dai dati emersi dal Ministero dell’Economia e Finanza sui redditi pro capite dei pugliesi. Fa piacere che Lecce sia risultata prima, addirittura superando il capoluogo Bari, e non dispiace che al terzo posto nella nostra regione ci sia Taranto, una città che purtroppo è alle prese con problemi così grandi che risulta difficile immaginare a stretto giro un miglioramento della qualità della vita a tutto tondo. Ma questo non basta a farci felici, visto che la è la Puglia complessivamente ad essere messa male.
Non siamo sorpresi che i fanalini di coda di questa classifica siano Foggia e Brindisi. La città del Tavoliere è ultima con 18.550 euro con Brindisi leggermente al di sopra con 18.889. Entrambe sono staccatissime dai 22.014 euro di Lecce.
Naturalmente questi dati meritano una riflessione, cominciando dall’analisi dell’esistente, che porta poi a conclusioni che per quanto siano ovvie evidentemente non lo sono abbastanza per chi governa la Puglia, visto che in tutti questi anni (e al di là della crisi economica) non è stato fatto molto per invertire la rotta.
Il caso di Brindisi è lampante: è una città che non ha un industria diversificata come ad esempio Bari e Lecce, ma “vive”, per al verità piuttosto male, con due colossi dai piedi d’argilla come Enel e Montedison. I numeri dicono che quanti pensano che possa bastare sono fuori strada, perché ai brindisini bisogna dare quel qualcosa in più che consenta di reagire e di tornare a respirare. Servirebbe un incentivo che non sia solo un intervento a pioggia, ma che parta da una maggiore attenzione da parte del governo regionale verso le aree depresse della Puglia. Aree che hanno la sgradevole sensazione di essere state abbandonate al proprio destino, visto che la maggior parte delle iniziative che portano benefici e un po’ di ricchezza vengono puntualmente organizzate o a nord (Bari) o a sud (Lecce). Brindisi è nel mezzo, ma destinata a sentirsi paradossalmente una sorta di confine dell’…impero.
Eppure, questi dati sono pubblici e non sono inediti, nel senso che sono drammaticamente ripetitivi rispetto agli anni passati. Ma evidentemente finora non li ha letti nessuno tra coloro che potrebbero intervenire. E’ l’ennesima dimostrazione che la Puglia raccontata dal presidente Vendola purtroppo non esiste che nella sua fervida immaginazione.
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