Vito Scarcella ha 57 anni e lavora in Leonardo, dove si occupa di supporto tecnico e logistico agli elicotteri. Luigi Candelise, invece, ne ha 47 ed è un sottufficiale del Battaglione San Marco. I due brindisini qualche settimana fa si sono resi protagonisti di un’impresa memorabile. Tesserati per la ZZW Team, hanno portato a termine l’Ironman Italy di Cervia, una delle gare di triathlon più dure ed affascinanti del mondo. Quasi quattro chilometri di nuoto, 180 chilometri in bicicletta ed una maratona di 42,195, una dopo l’altra. Una prova estrema che unisce resistenza fisica a forza mentale, con a monte una preparazione attenta e scrupolosa durata quasi un anno. Dodici mesi durante i quali sono riusciti a gestire il tempo in maniera esemplare, allenandosi in acqua alle 5,00 del mattino ancora col buio ed in strada nel pomeriggio dopo il turno di lavoro. Un periodo durante il quale hanno saputo trasformare la parola sacrificio in una sfida personale meravigliosa, ai confini con i propri limiti.
Dodici ore, 46 minuti è 55 secondi il tempo di Vito Scarcella (1:36:51 nuoto, 6:50:19 bicicletta e 3:46:08 corsa), undici ore esatte, invece, quello di Luigi Candelise (1:12:45 nuoto, 5:47:59 bicicletta e 3:39:35 corsa). Una prova ai limiti della realtà, durante la quale non hanno mai pensato di mollare. Un’impresa celebrata da tutto il team e dagli amici di sempre con una festa a sorpresa che li ha emozionati.
Soprannominato “Pantani”, Vito Scarcella si definisce simpatico, coraggioso e curioso, ammira Alex Zanardi ed ha corso 35 maratone finora. Qualche anno fa a Firenze ha chiuso in due ore e 39 minuti, un tempo che lo ha posizionato tra i big, pur non essendo un agonista.
“La forza, l’energia e il sostegno – racconta egli stesso – che ho ricevuto da tante persone mi hanno spinto a superare i miei limiti, offrendomi la spinta giusta nei momenti più difficili. Questo traguardo non è solo mio, ma un esempio tangibile di quanto si possa raggiungere quando si lavora sodo, si crede in se stessi e si condivide la passione. Ogni incoraggiamento, ogni piccolo gesto di affetto ha trasformato questa sfida in una vittoria collettiva. Spero che la mia esperienza possa essere di ispirazione per altri: non esistono ostacoli insormontabili quando brucia la voglia di darci tutto ed abbiamo il sostegno delle persone che amiamo. Continuate a sognare in grande ed a lottare per i vostri obiettivi. In ogni corsa, in ogni sfida, c’è l’opportunità di diventare un esempio per chi vi sta accanto. Dedico questa gara a chi è meno fortunato a chi combatte ogni giorno nei letti di ospedale, a chi ha poco e sogna molto: che la mia forza sia una fiamma di speranza per loro”.
Nativo di Cirò Marina, ma brindisino d’adozione Luigi Candelise, detto “Tractor” ama definirsi permaloso, sincero e testardo, ha pianto davanti a sua moglie e suo figlio che a fine gara lo hanno chiamato “il nostro eroe”. Per lui “L’Ironman non è solo una gara: è la prova che quando corpo e mente lavorano insieme, i limiti diventano solo traguardi da superare. Il nostro messaggio è che tutto è possibile, proprio come recita lo slogan dell’Iroman: anything is possible”.
L’impresa di Vito Scarcella e Luigi Candelise ripropone il tema della motivazione, un argomento attuale per molti giovani, che sempre più spesso, si arrendono alle prime difficoltà. E’ proprio quando la spinta parte da dentro (motivazione interna o intrinseca) e segue la direzione della sfida e del benessere personale che le probabilità di successo aumentano. “Ci piacerebbe che i ragazzi provassero ad imitarci. Oggi purtroppo i giovani vivono una realtà quasi ovattata, non hanno tanta autostima e non riconoscono le loro paure”.
Un messaggio straordinario per tanti giovani. E non solo.

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