Lo spettacolo teatrale I monologhi della vagina è approdato a Brindisi.
Il debutto è avvenuto il 4 aprile nell’ ex Convento Santa Chiara.
L’evento è in adesione al movimento globale del V-Day ONE BILLIONRISING, ideato e lanciato da Eve Ensler, ed ha avuto già tre repliche.
L’associazione Io Donna, che gestisce il Centro Antiviolenza di Brindisi a livello volontario dal 1991, con il patrocinio del Comune di Brindisi ha presentato al pubblico brindisino una rappresentazione ricca di spunti che ha suscitato negli spettatori una miriade di emozioni.
Donne alla prima esperienza sul palcoscenico, guidate da Sara Bevilacqua che ha curato la regia.
Il coraggio di venti temerarie.
L’audacia di affrontare il pubblico con un argomento tabù.
La forza di mettersi in gioco.
Elementi che, uniti al raggiungimento di un fine autentico come quello di sensibilizzare e responsabilizzare ogni essere umano, hanno dato vita ad una frizzante e commovente interpretazione.
Colpisce la determinazione di lanciare un messaggio che ha sconfitto la naturale quasi scontata timidezza di affrontare un tema scottante come la sessualità vissuta , voluta e a volte patita dal genere femminile.
Ritmo cadenzato dalle voci che via via si sono susseguite.
Vestite di nero, sensuali, ammaliatrici e condottiere.
I passi scanditi da scarpe rosse, simbolo di un fenomeno purtroppo mai in arresto, il femminicidio.
Annamaria Calabrese, Antonella D’Alicandro, Antonella Zellino, Barbara Schito, Celeste D’Anna, Chiara Distante, Federica Viola, Feliciana Secondo, Francesca Caliolo, Gloria Lenzi, Lia Caprera, Libera Donato Marsella, Ludovica De Rosa, Mara Uva, Piera Di Falco, Rosella Apruzzi, Silvia Pronat, Sveva Solimene, Teresa Guadalupi, Tiziana Calò e Sara Bevilacqua hanno saputo dare voce alla ricerca di una giustizia che può avvenire solo con una presa di coscienza collettiva che miri a riconoscere un problema, la violenza sulle donne, come risvolto sociale di una inferiorità di genere indotta e inculcata da sempre.
Un’esibizione in cui le protagoniste si alternavano fra palco e pubblico, aggirandosi fra le poltrone e rendendo emotivamente partecipe ogni spettatore.
Perchè se sei sfiorato da una perfetta sconosciuta che ti sussurra nell’orecchio la parola “vagina” non puoi fare a meno di sentirti responsabile verso te stessa e gli altri, la tua vagina e le vagine di tutto il mondo.
Debora Caracciolo
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