April 30, 2025

Mentre a palazzo di città, nella sala del consiglio comunale, nel vuoto dello spazio riservato ai cittadini, si è discusso sul rendiconto del comune di Brindisi relativo all’attività dell’anno 2024, sul parere del collegio dei Revisori, sul disavanzo, sui crediti e debiti comunali (residui attivi e passivi), sui seri problemi della Multiservizi, sulla carenza di personale comunale, sulle tante sofferenze dei cittadini mai risolti, sulla fuga di tanti giovani dalla nostra città che non riesce ad assicurare un futuro, prevale il silenzio, l’indifferenza di molta, molta parte dei cittadini brindisini.

Eppure si tratta di uno dei documenti più importanti della città, perché racconta l’attività amministrativa compiuta nel corso dello scorso anno, quanto è stato realizzato o non realizzato, pur essendo stato programmato, le difficoltà, le emergenze, la capacità dell’Amministrazione di affrontare i problemi, di risolverli (?), di creare le occasioni di sviluppo per il territorio.
In sintesi, la capacità dell’ Amministrazione di essere all’altezza del compito, che la comunità le ha affidato.

Anche la stampa, le televisioni locali si sono limitate a darne una parziale informazione, senza entrare nel merito della complessità di un documento, di cui moltissimi non riescono a penetrarne l’articolazione, proprio perché la sua lettura risulta faticosa, ostica e, comunque, di difficile comprensione.

Sembra essere stato pensato, cosi come accade per moltissimi documenti finanziari, per impedire alla gente normale di capire, di poterci mettere il naso, di poter controllare. Quasi fosse riservato a pochi addetti ai lavori.

 

Niente è concretamente cambiato in questi ultimi anni, nonostante non ci sia stato Sindaco o politico locale, che non abbia assunto la trasparenza, il coinvolgimento, la partecipazione dei cittadini come impegno ed obiettivo proritario dell’azione amministrativa.

Una dichiarazione di principio, che è rimasta sempre sulla carta, sulle fantasiose promesse elettorali, prive di ogni effetto pratico, considerata la mancata realizzazione di strumenti adeguati a dare una applicazione concreta a questa esigenza.

 

Molti comuni stanno già da tempo sperimentando un nuovo terreno di confronto e di coinvolgimento dei cittadini, adottando un linguaggio semplice, comprensibile, per dare evidenza concreta delle azioni svolte e dei risultati conseguiti, riportando accanto alle cifre di bilancio, la descrizione del senso sociale dell’impegno dell’amministrazione.

Altri sono andati anche oltre, pianificando la partecipazione attiva dei cittadini e degli attori economici e sociali, addirittura nella fase della elaborazione dei bilanci e dei progetti, che è servita a ricomporre il rapporto di fiducia tra le istituzioni e la rappresentanza politica, revocati in dubbio da tantissimi casi di inefficienza, di sprechi, di privilegi e di abusi, di questi ultimi anni, ma anche dalla mancanza di un effettivo controllo degli elettori sugli eletti.

 

Una ricerca nuova, risultata altrove vincente, perché si vanno ad esplorare i bisogni dall’interno del tessuto urbano, alla ricerca dei saperi, delle idee, delle speranze dei cittadini, che vivono da vicino i problemi e che finalmente possono proporsi anche nella fase di elaborazione dei progetti, individuando le priorità e gli obiettivi da incardinare nei bilanci della comunità.

 

Una nuova cultura dell’amministrare totalmente estranea alla nostra amministrazione, che ripete nei comportamenti e negli atti il rituale di sempre, in cui non sembra aver trovato ancora effettiva cittadinanza lo stesso concetto di “Trasparenza Totale” elaborato nel decreto legislativo n.33 del 14 marzo 2013, finalizzato a consentire ai cittadini di poter misurare i risultati in termini di servizi forniti e di interventi realizzati.

Proprio per questo nel passato la maggioranza del consiglio comunale chiese di introdurre la redazione del “Bilancio Sociale”, di cui si persero immediatamente le tracce.

 

Credo che gli ultimi avvenimenti abbiano dimostrato che i brindisini, stanchi delle tante promesse non mantenute da questa amministrazione, hanno finito per smarrire il senso e la funzione della politica, dalla quale a grandissima maggioranza hanno voluto rimarcare la distanza attraverso il massiccio ricorso all’astensione elettorale. Hanno voluto dire a chiare lettere che non accettano più di subire passivamente le inadeguatezze e le tante dimenticanze di questa amministrazione..

 

Proprio per questo, non credo che ci sia più molto tempo a disposizione per intervenire, né alibi sui quali aggrapparsi. Bisogna attrezzarsi diversamente per dare senso e spessore alla delega dei cittadini, cogliere e non sprecare la richiesta di cambiamento che viene dai cittadini, con una risposta nuova, assicurando trasparenza, la partecipazione, recuperando la redazione del Bilancio Sociale, coinvolgendo i cittadini, lavorando insieme per assicurare un futuro a questa città. Per mettere finalmente riparo alle emergenze diventate tanto pesanti da travolgere il destino, le condizioni di vita, la tranquillità della popolazione per la disoccupazione diffusa, la mancanza cronica di posti di lavoro, la tassazione esagerata, il cattivo funzionamento dei servizi, la chiusura di aziende e attività commerciali, la cassa integrazione, l’ambiente, il traffico, la sicurezza, il decoro urbano, rispetto ai quali l’esecutivo si dimostra assolutamente inadeguato ed impotente. Per dare finalmente respiro ad una città che da tempo brancola nel buio, verso il nulla.

 

Vincenzo Albano

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