Esperti a confronto nella sala Appia della direzione generale della Asl Brindisi nel convegno dal titolo L’evidence-based practice sul territorio: epidemiologia e metodologia della ricerca al servizio della salute pubblica, evento organizzato dalla Uosd Formazione Aziendale ed Universitaria, Qualità della Asl Brindisi, con la responsabilità scientifica di Francesco Paolo Bianchi, dirigente medico dell’Uosd Epidemiologia flussi informativi della Asl Brindisi, e di Stefano Termite, direttore del Dipartimento di Prevenzione.
Quello di questa mattina è stato un evento formativo di rilevanza regionale, aperto a tutte le professioni sanitarie, che ha offerto ai partecipanti la possibilità di dialogare sui più recenti sviluppi in tema di epidemiologia, metodologia della ricerca e salute pubblica, con il riconoscimento di 7,8 crediti Ecm.
La giornata è cominciata coi saluti istituzionali del direttore generale della Asl Brindisi Maurizio De Nuccio, in collegamento video, del direttore amministrativo Loredana Carulli, del direttore sanitario Vincenzo Gigantelli e del direttore del Distretto sociosanitario di Brindisi e presidente dell’Ordine dei medici provinciale Arturo Oliva, seguiti da una serie di sessioni tematiche suddivise in quattro moduli.
Il primo modulo ha riguardato l’evidence-based practice, la metodologia epidemiologica e dato sanitario: gli interventi di questa sessione sono stati dedicati alla storia e alle prospettive dell’evidence based medicine, all’uso dei flussi informativi per la ricerca, fino all’applicazione di big data e intelligenza artificiale in Epidemiologia.
Il secondo modulo ha riguardato l’epidemiologia ambientale e l’impatto sulla salute con un focus sugli strumenti per la valutazione dell’impatto ambientale, sul ruolo dell’urbanizzazione e sugli effetti del biomonitoraggio nella popolazione.
Il terzo modulo è stato incentrato sugli studi epidemiologici e impatto clinico con approfondimenti su sperimentazioni cliniche in oncologia, infezioni correlate all’assistenza, sorveglianza epidemiologica nelle malattie infettive e promozione di stili di vita salutari.
Nella quarta e ultima sessione, infine, ci si è concentrati sull’epidemiologia applicata alla sanità pubblica: si è discusso delle prospettive future nell’epidemiologia oncologica, della prevenzione territoriale e dell’importanza della comunicazione dei dati epidemiologici.
La giornata si è conclusa con una tavola rotonda sul futuro della ricerca epidemiologica nella pratica territoriale e con la compilazione del questionario Ecm.
“Il convegno di questa mattina – ha dichiarato De Nuccio – rappresenta un momento di grande valore per la nostra comunità sanitaria. L’approccio basato sulle evidenze scientifiche è fondamentale per migliorare la qualità delle cure e orientare le politiche di salute pubblica. La presenza di esperti di alto profilo e la condivisione di esperienze concrete rafforzano l’impegno della Asl Brindisi nel promuovere innovazione, prevenzione e sicurezza per tutti i cittadini. Investire nella ricerca e nella formazione significa investire nella salute del futuro”.
“Questo incontro – ha aggiunto Carulli – si inserisce nei temi che sono in fase di sviluppo e, per quel che riguarda l’innovazione tecnologica, in piena attuazione. Si parla di medicina ed evidenze scientifiche sulle quali si basa la pratica clinica che si devono integrare maggiormente coi big data, essenziali ormai per una corretta analisi di molte situazioni, non solo teoriche ma anche pratiche. Questo tema si innesta, appunto, con le tecnologie che il Pnrr ci consente di avere. L’elaborazione di questi dati, fondamentale ma ad oggi ancora frammentaria, deve essere più organica per avere una maggiore interconnessione tra le varie articolazioni che devono dialogare tra loro per una sanità più efficiente e pronta a dare risposte ai cittadini. Questo è un risultato che porterà vantaggio agli operatori e agli utenti”.
“Il tema è di attualità da tempo – ha detto Gigantelli – ma oggi stiamo prendendo consapevolezza che l’uso di strumenti di epidemiologia e ricerca sul territorio aiuta a indirizzare meglio la nostra azione. Serve, per questo, una maggiore interconnessione tra i vari attori dell’azienda: ospedale, distretti, dipartimenti e territorio devono dialogare di più per ragioni di economicità ed efficienza del sistema. L’azienda sanitaria per come è stata configurata, sia nei servizi sia nell’erogazione dei Lea, è un tavolo a tre gambe: ospedale, Dipartimento di Prevenzione e Distretti. Questo crea un piano condiviso nel quale i servizi devono operare congiuntamente per creare un unicum dell’intervento e, di conseguenza, avere un unico outcome: in questo solco ci vengono incontro l’epidemiologia e la ricerca con la raccolta e l’analisi di quei dati che servono a una presa in carico globale dell’utente. Con l’interazione tra le professioni si cresce nel sapere, nelle competenze e nelle risultanze che ci aspettiamo in termini di risultati di salute”.
Oliva, infine, ha concluso raccogliendo il richiamo del direttore generale a una maggiore apertura tra operatori di ogni settore. “Se condividiamo le informazioni tra i soli esperti e non le comunichiamo all’esterno – ha affermato – non va bene. Una delle criticità della nostra professione è che spesso non parliamo la stessa lingua, a volte usiamo termini incomprensibili ai più. La necessità di aprirci e coinvolgere altre figure professionali indispensabili è un imperativo per il sistema sanitario. Bisogna mettere insieme, unire le varie professionalità, dal medico di medicina generale allo specialista: è un impegno fondamentale se vogliamo che gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione siano davvero efficaci nella presa in carico, nella cura e nella gestione dei pazienti e dei loro problemi di salute”.
UFFICIO STAMPA ASL BRINDISI
Brindisi, 16 settembre 2025
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