Spettacolare e dispettosa. Sono questi i due aggettivi che mi vengono in mente per descrivere l’Enel Brindisi vista all’opera lunedì sera contro Cantù.
Spettacolare perché quando questa squadra riesce a fare contropiede mette in mostra il suo grande talento; dispettosa perché ogni volta che riesce a prendere il largo non riesce mai ad “ammazzare” la partita e chiudere in scioltezza senza sofferenza.
Nonostante ciò contro Cantù sono arrivati due punti pesanti, giunti al termine di monday night che si è disputato tra due squadre che avevano entrambe l’esigenza di vincere per non complicare ulteriormente il loro cammino in campionato. Alla fine l’ha spuntata Brindisi che ha inflitto così la quarta sconfitta consecutiva ai lombardi, ma soprattutto ha riscattato il passo falso casalingo di sette giorni prima contro Brescia.
Contro Cantù, con il recupero ormai definitivo di Nic Moore, coach Sacchetti è stato chiamato a compiere la prima scelta tecnica della stagione. Complice anche l’infortunio che ha costretto Durand Scott ad andare in panchina per onor di firma, il buon Meo ha deciso di tenere fuori AJ English ed affidarsi alla premiata ditta Nic Moore-Phil Goss.
Una scelta apparsa subito azzeccata e non solo per i 44 punti messi a segno dal tandem “colore”, ma principalmente perché, specialmente in attacco, Brindisi è riuscita ad essere più concreta (fatti salvi gli inevitabili passaggi a vuoto, compreso quello che ha permesso agli ospiti di portarsi dal -16 al -4).
Moore, al rientro dopo un mese e mezzo, ha finalmente mostrato il suo vasto campionario tecnico e al tempo stesso una buona capacità di gestire sia i ritmi che il gioco; al tempo stesso Goss ha potuto agire nel ruolo di guardia, che evidentemente gli si addice maggiormente rispetto al play making. Ciò ha significato ritmi sempre alti e al tempo stesso buona capacità di costruirsi un tiro da parte di entrambi sia in ritmo che nell’uno contro uno.
Pericolosità offensiva che gioco forza ha costretto la difesa canturina a non concentrarsi sul solito Amat M’Baye che, nonostante non sia stato preciso e lucido come al suo solito, ha comunque concluso con un “ventello”. Infatti, con Goss e Moore in grado di costruirsi buoni tiri, per la prima volta M’Baye non è stato il principale terminale offensivo dell’Enel, e ciò in qualche occasione ha prodotto un paio di forzature evitabilissime.
Ora, con questo nuovo assetto decisamente offensivo, in perfetto credo “sacchettiano”, bisognerà attendere la decisione finale dello staff tecnico e della società. La logica suggerirebbe che, a questo punto, il sacrificato di turno sarà English. Se dunque sarà confermato Goss fino al termine della stagione, l’Enel Brindisi dovrà definitivamente convincersi di avere un’ottima batteria di esterni (Goss, Moore e Scott), un M’Baye affidabile, ma al tempo stesso un Kris Joseph che potrebbe davvero rappresentare il valore aggiunto di questa squadra.
Finora infatti l’ex Boston Celtics è stato capace di incidere sul match a sprazzi, qualche volta viene ignorato dai compagni, altre volte tende ad isolarsi; nel momento in cui riuscirà ad entrare mentalmente nel match in maniera costante potrà fare davvero male alle difese avversarie essendo capace di andare a canestro sia dalla lunga distanza che in penetrazione con la stessa naturalezza.
Se in attacco i conti cominciano a quadrare, non si può dire la stessa cosa in difesa. A tratti questa Enel concede troppo agli avversari e con troppa facilità. Partite come quelle di lunedì sera bisogna imparare a chiuderle, a metterle in cassaforte e gestirle.
Questa squadra, al contrario, ogni qual volta riesce a portarsi in vantaggio puntualmente si complica la vita soffrendo fino alla fine. Soltanto una questione mentale? Un calo di concentrazione? O una giusta mentalità non ancora acquisita? Difficile al momento dare una risposta, ma senza dubbio, da questo punto di vista la vittoria con Cantù ha rappresentato un significativo passo in avanti.
Unico neo l’impalpabile prestazione di Danny Agbelese e la sufficiente prova di Robert Carter, che non sono quasi mai riusciti a fermare un incontenibile autore di 32 punti ed una prestazione maiuscola per atletismo e pericolosità offensiva.
Insomma un vero spauracchio che la coppia di lunghi difficilmente dimenticherà a breve.
Ciò mi induce ad una riflessione: proviamo per un attimo ad immaginare un lungo alla Johnson in maglia Enel Brindisi.
Questo permetterebbe ai biancoazzurri non solo di essere pericolosi dal perimetro ma al tempo stesso all’interno dell’area pitturata. Inoltre le difese avversarie a quel punto dovrebbero scegliere se provare ad esempio a raddoppiare su un esterno o su un lungo. Tutto ciò permetterebbe il cosiddetto “dentro-fuori”, ovvero il passaggio all’interno dell’area pitturata ad un lungo pericoloso offensivamente che, se raddoppiato, potrebbe servire l’esterno libero per un tiro in ritmo.
Finora, analizzando le partite di questa Enel, è proprio questo che è mancato a questa squadra per farle compiere il definitivo salto di qualità.
Un particolare che non si nota nel momento in cui si va al tiro entro i 10/12 secondi ma che diventa evidente quando Brindisi deve attaccare al limite dei 24”.
In sostanza la mia domanda è la seguente: dove potrebbe arrivare questa Enel Brindisi con un lungo esperto capace di produrre rimbalzi e punti?
PIERPAOLO PILIEGO
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