May 2, 2025

  Martedì 13 dicembre 2016, una sera al Teatro Verdi, a Brindisi, in scena lo spettacolo “Farfalle”, autrice, regista e attrice Ilaria Cangialosi, con la presenza in scena delle attrici, Sara Bevilacqua, Arianna Gambaccini, Angela Iurilli. Mentre a poco a poco, si riempie la sala, già si respira quell’aria rarefatta di meraviglia e attesa, che avrebbe poi, nella essenziale scenografia fatta di fumo evanescente, di buio e angoli improvvisi di luce a forma di strisce e altre strane forme, accompagnato lo snodarsi misurato, delicato e quasi solenne dello spettacolo.

 
La narrazione teatrale incontra la storia, attraverso attrici impegnate intensamente nelle forme dell’espressività femminile e la ricostruzione attenta dei fatti e documenti autentici ad opera dell’autrice, in uno degli eventi più violenti mai accaduti contro le donne. Si tratta della persecuzione politica del regime razzista del dittatore della repubblica dominicana, Truijillo, fino all’atroce uccisione delle tre sorelle Mirabal, Patria, Minerva e Maria Teresa, avvenuta , simulando un incidente stradale, il 25 novembre del 1960.L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 17 dicembre del 1999, senti il dovere morale di dichiarare la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, proprio in quella tragica data in loro memoria .

 
Il tema alla base del racconto teatrale è molto doloroso e complesso, sviluppa nel pubblico una profonda riflessione interiore e collettiva, carica di emozioni forti e contrastanti, di empatia e di immedesimazione umana e civile, anche per una tecnica di recitazione raffinata che riesce a toccare il cuore delle persone.

 
Si sente che non si tratta soltanto di una semplice rievocazione di memoria storica, aspetto pur importante e sempre più necessario, ma di trasformare il ricordo dei fatti storici in una attenzione tutta contemporanea che ci coinvolge in una visione presente di rispetto per la libertà femminile, per la giustizia, per il bene comune, per la lotta al razzismo, che sono gli stessi valori che hanno animato, prima Minerva, la più combattiva delle sorelle, che ,unica donna, organizza la resistenza alla dittatura, in un’ epoca di totale predominio del maschilismo, e poi Mati e Patria.

 

 

 

La voce narrante, in un particolare linguaggio spagnolo italianizzato, è quella di Adele, detta Dedè, l’unica sopravvissuta, custode della memoria della sua famiglia, che tesse la trama del ricordo, tra squilli di telefono, fotografie antiche, e visioni delle sorelle “Farfalle”, che sembrano venire in scena come sogni o apparizioni dall’aldilà, per raccontare a partire dall’adolescenza la loro vita.

 
Ai momenti della grande gioia femminile, anche nei colori vivaci dei bellissimi quasi impalpabili abiti d’epoca, indossati dalle protagoniste, del sensuale ballo collettivo sui ritmi della musica caraibica, della maternità vissuta con tenerezza e intimità, in cui si dipana l’intenso legame affettivo tra le sorelle, tutto giocato sulla forza e sul coraggio, sul desiderio di studiare, di leggere, di affermarsi come donne libere, sul rifiuto della violenza e dell’ingiustizia, come valori illuminanti che hanno ispirato le loro scelte di vita, si alternano attimi ,che sono sembrati secoli, di disperazione, tortura, sconforto, atrocità subite proprio perché queste donne splendide combattevano senza esitazione la dittatura, lottavano contro il razzismo, contro la sottomissione femminile e dell’intero popolo dominicano.
“Non è della morte ma è della vita che vogliamo parlare”, questo il senso di quelle movenze delicate, in scena, che evocano la fragilità e la bellezza delle farfalle, il nome di battaglia scelto nella resistenza clandestina al regime, dalle sorelle Mirabal, “mariposas”. In questo nome c’è il simbolo della loro stessa nascita come donne, dal bozzolo che lascia stille di sangue, per poter poi volare e con il leggero battito di ali colorate, partecipare libere al movimento delle cose, per cambiare un presente violento e creare le condizioni per un futuro di libertà, come poi, realmente accadde a Santo Domingo, per l’indignazione e la rivolta popolare che si sviluppò, con l’uccisione del dittatore e il crollo del suo regime sanguinario, nel giro di pochi mesi dalla morte di Patria, Minerva e Maria Teresa.

 

 

Rosella Apruzzi
Foto di Domenico Summa

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