Michael Vitali, 19enne nuotatore brindisino, durante i Campionati Italiani 2024 di Riccione ha conquistato il podio nei 50 metri dorso con un tempo di 25’’43, un risultato che non solo gli è valso un terzo posto nella competizione, ma anche un importante riconoscimento: è stato, infatti, premiato nei giorni scorsi dalla Regione Puglia come una delle eccellenze del 2024. Unico brindisino presente alla cerimonia per il settore nuoto, Michael ha portato in alto il nome della sua città. Peccato che la sua città, Brindisi, da tempo abbia smesso di sostenere chi, come lui, ha scelto di dedicarsi allo sport con passione, disciplina e spirito di sacrificio.
Già, perché a Brindisi non esistono impianti natatori all’altezza. Non solo mancano le strutture adeguate per allenarsi a livello agonistico, ma spesso mancano proprio le piscine. E così, da anni, Valentina e Francesco, i genitori di Michael macinano chilometri su chilometri per accompagnarlo in giro per la Puglia alla ricerca di un impianto in cui possa continuare a inseguire i suoi sogni e migliorare le sue prestazioni. Lo fanno con il sorriso, certo, ma anche con un senso di amarezza che non può essere ignorato.
“È assurdo – racconta Francesco, papà di Michael – che un ragazzo che dimostra talento e ottiene risultati a livello regionale e nazionale debba allenarsi fuori città. Non parliamo di uno sport minore, ma di nuoto, disciplina olimpica, educativa, formativa. È triste constatare che l’amministrazione brindisina non abbia mai ritenuto prioritario investire in strutture sportive moderne e accessibili.”
Un silenzio, quello delle istituzioni locali, che fa rumore. Rumore che stride con gli applausi ricevuti da Michael a Taranto lo scorso 21 luglio presso l’Aula Magna del Dipartimento Jonico, Facoltà di Giurisprudenza, quando ha ritirato il premio destinato ai migliori giovani atleti pugliesi. Non una parola di sostegno, non un messaggio di incoraggiamento, non un riconoscimento ufficiale da parte della città che dovrebbe essere fiera di lui. La vicenda di Michael Vitali è solo l’ennesima dimostrazione di una disattenzione cronica verso lo sport giovanile e, più in generale, verso i cittadini che si impegnano per migliorare se stessi e la comunità. Perché dietro a ogni medaglia c’è una famiglia che si sacrifica, un allenatore che crede, un ragazzo che sogna. Ma serve anche un contesto che lo supporti, lo accompagni, lo valorizzi.
A Brindisi ci sono centinaia di giovani che potrebbero avvicinarsi al nuoto ma senza strutture adeguate si spengono gli entusiasmi e si perdono occasioni. E non tutti, purtroppo, hanno la possibilità di spostarsi ogni giorno. In un’epoca in cui si parla tanto di prevenzione, salute e benessere, lasciare una città priva di impianti sportivi è più di una mancanza: è una scelta politica precisa. E oggi più che mai, davanti all’impegno di un giovane come Michael Vitali, questa scelta appare miope, ingiustificabile, priva di visione.
Per fortuna c’è ancora chi, nonostante tutto, non si arrende. Chi continua a nuotare controcorrente, portando con sé l’orgoglio di essere brindisino, anche se spesso non ricambiato. Michael Vitali ne è la dimostrazione: un ragazzo che meriterebbe una corsia preferenziale, non solo in piscina, ma anche nel cuore della sua città. Michael ha capito che, a volte, per inseguire un sogno bisogna voltare le spalle a ciò che si ama. Sì, perché Michael a breve si trasferirà a Trieste con il padre, città che gli garantirà strutture sportive adeguate, continuità negli allenamenti e una rete di supporto che a Brindisi, semplicemente, non esiste. “È una decisione che pesa – dice Michael – ma non posso continuare a costruire il mio futuro in una città che non investe sullo sport, né sui giovani e che quando mi guarda si gira dall’altra parte”. Una frase che suona come un atto d’accusa, ma anche come un grido d’aiuto mai ascoltato.
“È doloroso – aggiunge mamma Valentina – vedere che nonostante i risultati ottenuti e l’impegno dimostrato, nessuno dell’amministrazione comunale abbia mai teso una mano. Non chiediamo premi, ma strutture. Non cerchiamo applausi, ma opportunità concrete. Basterebbe anche una stretta di mano e invece…”
Michael avrebbe voluto restare. Avrebbe voluto allenarsi nella sua città, crescere tra le sue vie, portare Brindisi sulle vette del nuoto nazionale. Ma non si può crescere dove non si è messi nelle condizioni di farlo. A Trieste troverà un centro federale, un progetto tecnico, e soprattutto il rispetto che merita un atleta del suo calibro. Il caso di Michael Vitali non è solo la storia di un giovane campione che parte. È lo specchio di una città che, pur avendo tanto potenziale, continua a ignorare chi potrebbe rappresentarla con orgoglio, dentro e fuori dall’acqua. Un’amministrazione silenziosa, assente, cieca davanti all’evidenza: che lo sport non è solo competizione, ma crescita, inclusione, comunità.
E così Michael va via. Lo fa con la forza di chi non vuole accontentarsi e con l’amarezza di chi sperava in un futuro diverso, nella sua terra. Ma lascia anche una domanda: quanto talento ancora dovrà fuggire prima che Brindisi si accorga del valore dei suoi figli?
In bocca al lupo Michael !
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