Il 12 marzo scorso la quinta commissione consigliare della Regione Puglia ha convocato l’Assessore Regionale all’Assetto del Territorio Angela Barbanente, il Direttore del Parco delle Dune Costiere Gianfranco Ciola, e il coordinatore del Piano del Parco Federico Ciraci per relazionare sullo stato di avanzamento del processo di approvazione del Piano Territoriale del Parco, la cui competenza è in capo alla Regione Puglia.
L’assessore Barbanente ha evidenziato come il Parco delle Dune Costiere rappresenti in Puglia un caso di successo sia per le iniziative messe in opera attraverso il coinvolgimento degli operatori economici dell’area parco, sia per i tempi rapidi con cui si è giunti alla adozione di tutti gli strumenti di pianificazione da parte dell’Assemblea del Parco. Elemento innovativo del processo pianificatorio è stato quello del coinvolgimento degli operatori economici sia turistici che agricoli, della comunità locale, che sin dalla nascita dell’Ente Parco hanno partecipato a tutte le attività svolte dell’Ente.
Il Sindaco di Ostuni, avv. Domenico Tanzarella, ha manifestato particolare orgoglio per le parole spese in sede di Commissione Regionale. “L’esperienza del parco delle Dune Costiere” dice il Sindaco “è un punto di riferimento nel contesto regionale e l’Assemblea del Parco, presieduta dall’avv. Tanzarella, con la partecipazione significativa del Sindaco di Fasano e dell’Assessore Angelini oltre che del Commissario della Provincia, ha approvato il Piano del parco dopo un lungo lavoro con tecnici ed avvocati, primo esempio virtuoso in Puglia. Voglio ringraziare il Presidente del Parco, prof.ssa Giulia Anglani; il direttore, dott. Gianfranco Ciola e l’ing. Federico Ciraci per il lavoro svolto, anche volontariamente, mostrando grande fierezza perché sono stati scelti amministratori che hanno mostrato grande passione e competenza ed hanno fatto del Parco delle Dune Costiere, un grande esempio di efficienza e capacità, lontano mille miglia dai carrozzoni inutili e superflui che spesso caratterizzano enti simili”.
La fase di coinvolgimento/partecipazione per la redazione degli strumenti di pianificazione è avvenuta anche in concomitanza con la certificazione dell’Ente parco con la CETS (Carta Europea del Turismo Sostenibile) e questo ha favorito l’instaurarsi di una rete di rapporti e di relazioni con chi opera all’interno del parco, che ha reso più agevole tutta la fase pianificatoria.
Occorre ricordare che si tratta di un parco con una forte presenza antropica, con villaggi turistici e aree residenziali che interessano Rosa Marina, Cala di Rosa Marina, Pilone e Torre Canne, e che significativa è una convenzione recentemente sottoscritta con i consorzi di Rosa Marina e Cala, i quali si fanno carico di gestire in condivisione con l’Ente Parco, due degli otto chilomentri di costa prospicienti i rispettivi villaggi turistici.
Proprio per questo il Parco rappresenta un modello di riferimento in Puglia, e anche nello scenario nazionale, in quanto, nonostante la limitatezza delle risorse e di personale, ha messo in atto tutta una serie di politiche volte verso il recupero e la riquilificazione ambientale sia della costa che delle aree interne.
Il Direttore del Parco ha illustrato come gli interventi di recupero e risanamento del territorio possano avvenire con la condivisione degli operatori, e infatti il piano ha visto coinvolti gran parte degli operatori degli stabilimenti balneari e dei lidi (nel Parco ne sono presenti oltre 24) e delle aziende agricole e agrituristiche delle aree interne. Ha inoltre sottolineato che tutte le fasi del piano sono state condivise attraverso numerosi incontri, durante i quali sono state raccolte tutte le indicazioni evidenziate da operatori e associazioni, e dall’altra parte sono state individuate le finalità legate alla conservazione degli habitat naturali e della biodiversità, che sono principi alla base della istituzione del parco. Dato che il piano deve essere messo in atto dagli stessi operatori, uno degli elementi che ha ispirato la redazione del piano, è stato quello di fondare tutti gli interventi da attuare sul concetto della premialità degli operatori e non del vincolo. Ad esempio, per chi si arretra dal tratto di costa, per chi recupera gli ecosistemi dunari costieri, è previsto come premio la possibilità di realizzare interventi, che pur se di natura precaria (es. in legno e non fissi), sono di natura non stagionale ma pluriannuale.
Questo al fine di coinvolgere gli operatori nel recupero degli ambienti degradati a causa di tanti interventi realizzati negli anni ’70, ’80, e nello stesso tempo riqualificare e regolamentare tutte le attività economiche all’interno di una cornice di riqualificazione. Il vantaggio di possedere strutture non stagionali, incentiva anche il turismo destagionalizzato, per realizzare servizi che possono essere utili ai visitatori del parco durante tutto l’arco dell’anno, i quali sono attratti non solo dal sole e dal mare, ma anche per fare turismo naturalistico o legato al mondo rurale, alle risorse storico-culturali e archeologiche.
Altro elemento strategico del piano è quello di rendere accessibile l’area con modalità più sostenibili, riferite sia alle aree di accesso che alle modalità di accesso es. bus+bici, treno+bici; e con dimezzamento delle aree a parcheggio presso le strutture balneari esistenti, condiviso con le stesse strutture, la realizzazione di parcheggi di testata posti ai punti estremi del tratto costiero del parco (zona Torre Canne e Pilone-Rosa Marina), e rendere ciclabile e utilizzabile con mezzi di trasporto sostenibili la complanare lato mare della SS 379. Proprio questi elementi, e soprattutto l’approccio condiviso con tutti gli operatori, che si sentono tutti partecipi e attori principali di questo parco, al punto da chiederne anche l’estensione del perimetro, rappresentano una buona pratica e conferiscono la forza basata sulla condivisione, di cui il Consiglio Regionale ha avuto contezza, al fine di trasferire questo modello ai restanti 15 parchi istituiti dall’Amministrazione regionale.
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