May 2, 2025

«Sostenere la competitività delle imprese puntando sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro in tempi di crisi»: è il punto centrale del parere redatto da Dattis.
L’idea è di puntare sulla cultura della prevenzione e su una nuova cultura dell’impresa fondate sul principio che la qualità e la salute delle persone è determinante anche per favorire la qualità dei processi produttivi. Il parere propone di attuare strategie di contrasto alla disomogeneità normativa e applicativa nel mercato UE, e anche di tutelare la salute dei lavoratori migranti insieme ai lavoratori non dichiarati, stranieri provenienti dai Paesi dell’Unione europea ma anche dai Paesi terzi. Si chiede tra l’atro «l’attivazione urgente di iniziative europee tese a escludere dal patto di stabilità interno agli Enti regionali e locali le spese di messa in sicurezza e bonifica, per assicurare la capacità di intervento a livello locale e ridurre il rischio di danni alla salute dei lavoratori e dei cittadini e il corrispondente costo sanitario».

Dattis ha, altresì, presentato in aula un secondo parere sull’estensione della protezione delle indicazioni geografiche dell’ Unione europea anche ai prodotti non agricoli, sostituendo nella discussione l’assessore della Regione Veneto, Marialuisa Coppola.
«Tutto il mondo – ha detto D’Attis presentando la proposta al Cdr – ci riconosce che le nostre regioni hanno una ricchezza di prodotti non agricoli legati al saper fare tradizionale». È quindi indispensabile «una adeguata valorizzazione e tutela di questi prodotti che potrebbe contribuire allo sviluppo dell’Unione europea a livello locale e regionale specialmente sul piano economico e sociale». La proposta prevede che il sistema di protezione garantisca la salvaguardia dei nomi geografici associati a un determinato luogo. Il suggerimento che giunge alla Commissione europea è che vi siano regole comuni a tutte le categorie dei prodotti e che permangano i due distinti livelli già esistenti per i prodotti agricoli, i marchi Dop e Igp. Altra indicazione è che i disciplinari di produzione contengano informazioni relative alle materie prime, alla descrizione delle fasi di produzione e del legame che unisce il prodotto al territorio. Si tratterebbe, per evitare ulteriori costi per le aziende, di una registrazione «volontaria» per gli imprenditori.

Entrambi i pareri sono stati discussi e approvati nel corso della prima seduta plenaria del nuovo mandato del Comitato europeo delle regioni 2015-2020.
Mauro D’Attis, riconfermato dall’ANCI tra i membri effettivi della delegazione italiana è stato eletto tra i nove vicepresidenti del gruppo PPE.

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