July 14, 2025

Crash (2004)
Traduttore Pilone Colombo G.
Editore Feltrinelli (collana Universale economica)

Maneggiare con cura. Crash è un libro estremamente crudo la cui vena dissacrante rischia di risultare particolarmente indigesta se si scambia la narrazione iperbolica con la realtà dura è cruda. Protagonista del romanzo è un alterego di Ballard che rimane vittima di un incidente stradale mentre è a bordo della sua auto, con l’amante. L’auto coinvolge nello scontro un altro veicolo a bordo del quale viaggiava una coppia di coniugi. Il marito della donna muore sul colpo, lei invece ne esce illesa anche se riporta un profondo trauma psicologico. Ballard è malridotto, impossibilitato a camminare viene trasferito nell’ospedale dell’aeroporto (i grandi spazi della tecnologia tanto cari all’autore), dove scoprirà che una delle dottoresse è proprio la moglie dell’uomo rimasto ucciso nell’incidente, verso la quale il protagonista inizierà a sviluppare un interesse sessuale morboso, mentre la moglie, anche lei provvista di un amante (e non potrebbe essere altrimenti), sembra interessarsi esclusivamente ai risvolti avventurosi dello scontro, scoprendo nel marito degente una nuova fonte di interessi erotici.

crashSin qui Crash ha ben poco di scandaloso, è un triangolo amoroso i cui vertici sono a loro volta protagonisti di altre tresche. Ma è quando il protagonista viene dimesso che la situazione diventa estremamente grottesca. Ballard si rende conto di essere spiato da un uomo che riconosce essere Vaughan, uno scienziato borderline sparito dalla ribalta televisiva dopo essere rimasto vittima di un incidente. Con l’ingresso in scena di Vaughan Crash si trasforma in tutta la sua visionarietà allucinata. Lo scienziato introduce Ballard in un mondo fatto di fetiscimi automobilistici, bazzicato da individui screziati e mutilati da incidenti autostradali intenti a scoprire la nuova sessualità dell’epoca postmoderna: la fusione fra l’uomo e la macchina. Un matrimonio che non è solo concettuale, ma fisico e che si concretizza nell’impatto dell’organismo con le superfici metalliche dell’automobile. Potremmo dire che Crash è la continuazione estrema de La sposa meccanica di Marshall McLuhan, libro in cui il luminare della comunicazione definiva l’automobile come una donna di cui l’uomo si innamora, adducendo come prova le innumerevoli cure che i proprietari riversavano sui loro “elettrodomestici” (perché è pur sempre di questo che in fondo si parla). Il rapporto emotivo-economico definito da McLuhan che vede nell’oggetto industriale l’emblema di una spersonalizzazione “serializzata”, si espande nelle pagine ballardiane attraverso una umanità “disumana”, emotivamente apatica e meccanica nella misura in cui oblia ogni sentimento in favore di una eccitazione che è tutta “strumentale”, ovvero prodotto di una fusione fra corpo e macchina che è l’apotesi della metamorfosi postmoderna.

Crash è un quadretto impietoso che punta a far riflettere il lettore attraverso immagini forti, come quella in cui Ballard e la moglie della vittima dell’incidente stradale hanno un furioso rapporto sessuale dopo essersi entrambi recati presso lo sfasciacarrozze in cui era custodita l’auto del marito morto. Oppure la scena della ricostruzione di un incidente stradale che avrebbe dovuto avere per protagonista Elizabeth Taylor, icona del cinema verso cui Vaughan ha un interesse sessuale-distruttivo. Ma il tentativo di Vaughan fallisce, ed allora lo scienziato tenta di accontentarsi di un surrogato, pensando alla sceneggiatura di scontro automobilistico che avrebbe dovuto avere per protagonista uno stuntman travestito come se fosse la famosa attrice. Anche questa volta Vaughan non riesce nei suoi intenti. Eppure la determinazione è tale che alla fine del romanzo lo scienziato rimarrà ucciso in un incidente automobilistico: dopo aver rubato la macchina di Ballard tenterà di speronare l’automobile di Elizabeth Taylor, mancando però il bersaglio e cadendo dalla carreggiata rimanendo ucciso.

Crash è un libro forte, in alcuni casi forse troppo, i cui passaggi più crudi (che non riportiamo perché spetta al lettore la decisione di conoscerli o meno) insistono nell’esasperare la compenetrazione fra uomo e macchina. Fenomeno estremamente più quotidiano di quanto si possa pensare (il cuore artificiale ne è un esempio medico). La scelta intrapresa da Ballard di ricorrere al sesso ed al suo indotto immaginifico quale metafora di questo indissolubile legame è calzante per due motivi: il rapporto sessuale è universalmente un gesto intimo intriso di emotività e sensualità, spersonalizzarlo, “meccanizzarlo” e deviarlo verso psicopatie omicide è una denuncia estrema verso una umanità che rischia di perdere di vista la propria natura fondante. Inoltre la dinamica del rapporto sessuale è un chiaro simbolo della fusione fra l’uomo e la macchina e dunque la consacrazione di una metamorfosi che non è solo ideologica ma anche fattuale. Una lettura a tratti difficile da digerire ma dai profondi risvolti sociologici.

James Lamarina

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