May 17, 2025

In questi giorni si sta parlando tanto di tassa di soggiorno senza dare ai cittadini esatte informazioni su di essa. La tassa di soggiorno è stata introdotta con la legge sul federalismo fiscale del 2011 ed ogni Comune ne decide l’importo e le modalità di applicazione. Ogni Comune, per l’esattezza nel 2018 sono 845, può applicare questa tassa solo per alcune categorie di alberghi e solo per i periodi di alta stagione. Ogni città è libera di decidere e far pagare ai propri turisti un contributo , oppure no.
Naturalmente sono esenti dal pagamento delle tasse di soggiorno: i residenti, i bambini fino a 10 o 14 anni, i disabili, i malati e gli accompagnatori in gravi condizioni di salute, il personale delle forze armate, gli autisti dei pullman e chi pernotta negli ostelli della gioventù. Ci sono città d’Europa dove la tassa di soggiorno viene pagata sul totale del pernottamento, ad esempio ad Amsterdam e Berlino viene pagata il 5% dell’intero importo del soggiorno.

 

Il Consiglio Comunale del Comune di Ostuni, in data 02/12/2013 con delibera n.29, a firma del Sindaco Domenico Tanzarella istituì la tassa di soggiorno. Il D.L. 23/2011 stabilisce che il gettito derivante dall’imposta di soggiorno deve “essere destinato a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali”.

 

Da un recente sondaggio nei circa 845 Comuni d’Italia che applicano la tassa di soggiorno, i Comuni hanno speso, mediamente, i proventi in questo modo:

– Eventi e manifestazioni 16%;
– Restauro e manutenzione Musei e Monumenti 13%;
– Strade e miglioramenti della viabilità interne 8,2%;
– Arredo pubblico 7,6%;
– Sostegno agli Uffici IAT 5%;
– Pulizia e decoro cittadino e verde pubblico 4,8%;
– Realizzazioni siti web 3,8%;
– Wi-Fi e Hotspot 3,6%;
– Aiuti alle associazioni di promozione e valorizzazione del territorio, eventi culturali, Fiere e promozione in generale 30,3%.

 

L’estate sta finendo e si comincia a discutere sull’utilità della tassa di soggiorno e su come utilizzare i ricavi del gettito fiscale. “Quel che è sicuro è che la tassa di soggiorno non può essere utilizzata per risanare il bilancio” .

Ci domandiamo a questo punto se la tassa di soggiorno può favorire o meno la crescita degli arrivi e presenze nel Comune di Ostuni.

Sono sicuro che, se applicata nel modo giusto, il mondo del turismo esprime, nei confronti della tassa di soggiorno, una valutazione positiva ed allo stesso tempo deve fungere da ” Project financing ” per la realizzazione di azioni, iniziative e progetti strettamente finalizzati allo sviluppo dell’economia turistica e ricettiva.

 

Insomma , SI all’imposta di soggiorno, ma a condizione che l’ammontare del gettito sia destinato ad azioni direttamente ed effettivamente collegate alla promozione turistica e a quella del territorio (arredo urbano, pulizia e disinfestazione in generale).
L’obiettivo, quindi, dev’essere quello di far pagare l’imposta anche ai furbetti che la evadono e per questo ed altri motivi fanno concorrenza sleale a tutte quelle strutture che pagano regolarmente e puntualmente le tasse in generale.

 

Con una parte del ricavato dell’imposta di soggiorno si potrebbero realizzare una migliore accoglienza dei turisti presenti sul territorio, attraverso la realizzazione di specifiche iniziative promozionali e di informazione, Formazione degli addetti ai lavori e controllo e prevenzione del fenomeno di abusivismo nell’ospitalità alberghiera e complementare.

Come Presidente della Pro Loco Ostuni Marina, sarei favorevole anche alla istituzione di un “Osservatorio turistico comunale” per concertare, valutare e controllare lo stato di avanzamento degli interventi relativi allo sviluppo dell’economia turistica e ricettiva. Un Osservatorio che sia composto dai rappresentanti del Comune di Ostuni, dalle Pro Loco, dalla Camera di Commercio, da tutte le associazioni del settore Turistico/Commerciale e dei servizi dell’Accoglienza.

 

 

Il Presidente della Pro Loco Ostuni Marina
Prof. Domenico Greco.

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