Sessantacinque i minori formati nell’arco di quasi quattro anni, tra i quali 24 hanno trovato una reale opportunità di lavoro. Sei sono stati assunti stabilmente: quattro a Brindisi e due a Lecce. Diciotto di loro hanno usufruito di borse lavoro. Sono questi i numeri qualificanti del Progetto Linfa.
Una percentuale significativa, se si considera il target di riferimento del progetto: minori autori di reato, spesso con alle spalle storie di esclusione scolastica, devianza, fragilità sociale ed economica. Giovani che hanno ricevuto una seconda possibilità attraverso un modello di intervento centrato sulla formazione e sul lavoro, sul rispetto della persona, sull’educazione al bello e sulla relazione con la natura.
Il progetto Linfa, acronimo di Lavoro, Inclusione, Formazione in Agricoltura per minori autori di reato, è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e si avvia verso la sua conclusione. A promuoverlo è stata APS Acqua2O, con il contributo fondamentale di Ce.F.A.S., Cooperativa Rinascita, Cooperativa Phoenix, Salento Fun Park, ARCI Brindisi, in collaborazione con il Tribunale dei Minorenni di Lecce e Brindisi, il Ministero della Giustizia – Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, il Comune di Brindisi, il Comune di Lecce e il Garante per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Puglia.
La conferenza finale dal titolo “Reati minorili: dati, cause e percorsi di recupero” tenutasi a Palazzo Guerrieri a Brindisi, ha riunito rappresentanti istituzionali, esperti del settore, operatori sociali per un confronto pubblico sui temi della giustizia minorile e sull’importanza della presa in carico dei ragazzi in condizioni di fragilità. E per tracciare un bilancio del progetto Linfa.
Ad aprire i lavori sono stati Ercole Saponaro assessore ai Servizi sociali del Comune di Brindisi e Gelsomina Macchitella, dirigente del settore Programmazione e Sviluppo Economico del Comune che nel prendere atto della bontà del progetto hanno confermato il sostegno e la vicinanza dell’Amministrazione comunale nei confronti di queste importanti iniziative sociali. A portare il suo saluto anche Massimiliano Fiorentino presidente del Consiglio regionale dell’Ordine degli Assistenti sociali di Puglia. Tra i relatori anche Dorella Quarto, dirigente del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità Puglia e Basilicata, e Francesca Pastore, assistente sociale dell’associazione Antigone Puglia, che hanno offerto un quadro dettagliato sui dati dei reati minorili in Italia. Alessandra Vanni, psicologa e psicoterapeuta, ha approfondito il tema della presa in carico educativa dei minori in difficoltà, mentre Silvia Delle Grottaglie, educatrice, case manager e responsabile assessment del progetto Linfa, ha portato l’esperienza quotidiana vissuta in questi anni a stretto contatto con i ragazzi.
Tra i momenti più intensi, la riflessione di Marcello Ostuni, responsabile dell’equipe multidisciplinare del progetto, che ha raccontato il valore di questa esperienza anche dal punto di vista umano: «Vedere questi ragazzi all’opera, contenti non solo di imparare ma anche di fare, di mettersi in gioco e provare a riscattarsi, è stato un privilegio. Hanno mostrato voglia di cambiamento, desiderio di integrazione, partecipazione. Per noi operatori, sono stati anni ricchi di emozioni, di dubbi, di forza, ma soprattutto di umanità».
A chiudere l’incontro è stata la testimonianza di Fabrizio Chetrì, project manager del progetto Linfa: «L’idea di far nascere una cooperativa durante il progetto, e non alla fine come spesso accade, è stata una grande sfida, che ha richiesto uno sforzo enorme da parte di tutta la rete, e che oggi è fonte di orgoglio grazie ai 6 contratti attivi che hanno permesso di creare un cambiamento reale nella vita dei ragazzi».
Il progetto Linfa può oggi essere considerato un case study, un modello replicabile e meritevole di sostegno. Perché ha saputo tradurre nella pratica l’articolo 27 della Costituzione, laddove stabilisce che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato. E Linfa, nella sua essenza, è proprio questo: un percorso che educa, che include, che forma. E che dà frutti veri.
Un modello educativo che funziona, il progetto Linfa chiude con numeri da record

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