May 14, 2025

interculturale La cooperativa sociale “Il sogno” Ente gestore – Centro di Integrazione e Intercultura- piano terra – Centro di accoglienza notturna – primo piano sito in via Albatros a San Pietro Vernotico (bene confiscato alla mafia e ammesso a finanziamento regionale PO FESR 2007-2013 asse III- INCLUSIONE SOCIALE E QUALITA’ DELLA VITA ) in nome della Presidente De Luca Federica e la Vice Presidente Greco Angela spiegano l’obiettivo del progetto di educazione all’interculturalità avviato presso il Centro NEL MESE DI GUIGNO E LUGLIO 2016; le stesse chiariscono come, nonostante la nostra cultura sia indirizza ad un modello di espressione, di pensiero, di sentimento interamente basato sulla parola e sul raziocinio è possibile ancora interagire in maniera empatica e maieutica attraverso la musica e la danza.
Il progetto di danza avviato con i bambini e adolescenti italiani e di diverse culture residenti nel territorio dell’ambito di Mesagne ha avuto come obiettivo l’educazione alla corporeità, alla spazialità, al senso del ritmo, alla cooperazione, alla comunicazione, all’empatia e al senso di gruppo. La danza non come fine ma come mezzo che possa facilitare il ragazzo a: riconoscere ed esprimere emozioni, valorizzare le differenze individuali e allo stesso tempo condividere valori e idee, sperimentare una forma espressiva che può aprirgli nuove strade .

 

L’attività e’ stata completamente incentrata sulla sperimentazione positiva del se’ in movimento: nessuna enfasi e’ stata data alla “perfezione’’ tecnica dell’esecuzione, ed è stata svolta in un’ atmosfera di serenità e divertimento. Il piacere di muoversi e’ un piacere primitivo. L’importante non e’ imparare a danzare ma lasciare che il corpo in movimento ci racconti la sua storia e arrivare cosi ad utilizzare un linguaggio più ampio che tenga conto dell’essere umano come unità di mente-corpo-spirito. Attività umana universale , e’ presente in tutte le culture come forma di espressione emotiva e sociale. Dall’alba della storia, le comunità umane hanno costruito e rappresentato se stesse e l’armonia del vivere con gli altri e con la natura attraverso danze collettive. Le danze etniche sono l’espressione di una cultura , proiezione della filosofia di un popolo, in sintonia con un piu’ generale modo di concepire la realtà e la vita, legate a momenti rituali e ludico sociali per incontrarsi e conoscersi: nascita, morte, consacrazioni, matrimoni, raccolti e semine, in occasione delle feste religiose e laiche.

 

interculturale-2La struttura più diffusa e’ quella del cerchio: il cerchio e’ un simbolo molto potente. Il cerchio significa armonia, il ciclo senza inizio e senza fine, la ruota della vita. Nel cerchio i danzatori si sentono parte di un tutto, di una comunità, nel rispetto del proprio e dell’altrui spazio. Nel cerchio tutti i danzatori sono nella stessa posizione (uguaglianza). Il cerchio e’ accettare l’altro nel proprio spazio.

 

E’ questo ciò che è avvenuto presso il Centro Erga Omnes impegnato in servizi interculturali la serata del 29 Luglio 2016 che ha visto protagonisti i ragazzi fruitori dello stesso,i ragazzi Sprar minori Mesagne e l’ospite d’onore DRISSA, nel cimentarsi in dimostrazioni di ballo proprie della cultura di origine riproponendo scenografie caratteristiche degli stili : La pizzica e la tarantata – la Break dance e Raqs Sharqi- baladi tre modelli miliari di danza ballata a cerchio:

RAQS SHARQI-Baladi Egiziano (termine che significa “nativo, appartenente al paese”) si sviluppa tra il 1882 e il 1922, periodo in cui le popolazioni rurali migrarono verso le città alla ricerca di lavoro e condizioni di vita migliori. E’ uno stile popolare urbano che nasce come danza d’improvvisazione, ed emerge ai margini delle città egiziane ballato dagli emigranti che, nonostante si adeguino alla vita cittadina, si sentono sempre appartenenti al proprio paese, e tramite la danza esprimono la nostalgia verso le loro radici.

 

pizzicaLa pizzica:
ha origini molto antiche che risalgono sembra addirittura a culti dionisiaci molto comuni nell’area del Salento, provenienti dalla Grecia, e fatti propri dalle popolazioni locali. Il culto in onore del dio Dioniso era particolarmente sentito: durante i festeggiamenti le popolazioni si lasciavano andare pubblicamente a comportamenti sfrenati, aiutati dal vino. Dioniso a Roma era identificato appunto con Bacco.Tutto ciò va inserito nel contesto che il Salento era una terra costantemente sotto l’influenza della Grecia e che, ancora oggi, ospita una comunità di minoranza linguistica detta Grecìa salentina.
Col tempo, Dioniso divenne famoso anche come dio del benessere e della gioia e gli si attribuiva la proprietà di guarire i mali. L’uso dei racconti del passato è d’obbligo per spiegare i rapporti tra il dio e la pizzica: dopo il morso della tarantola, la persona cadeva in uno stato di choc dal quale riusciva a risvegliarla solo la musica; la persona danzava e musicisti specializzati suonavano per lei fino a quando non riusciva a annullare l’effetto del veleno. Questo rappresentava un momento collettivo durante il quale ci si estraniava dalle costrizioni e dalle regole morali della comunità, una sorta di momento liberatorio a cui partecipava tutta la popolazione.

 

Breakdance: le origini della breakdance sono collocate, per convenzione, intorno alla fine degli anni sessanta, e si sviluppa nelle comunità giovanili afro-americane e del Bronx. Prima del fenomeno dei Block Party e della nascita dei breakbeat, alcuni giovani, al ritmo della musica funk e di artisti come James Brown, iniziarono ad abbinare movimenti “in piedi” e “a terra” senza una vera e propria struttura. Questo pose le basi per la breakdance odierna. Fra il 1968 e il 1973 le guerre territoriali fra gang assediavano il Bronx, per lo più ragazzi di origine portoricana e afro americana. Dopo una spirale di odio che provocò la morte di numerosi giovani, si giunse ad un trattato di pace al motto di “Peace between all gangs and a powerfull unity”. In questo periodo la comunità afro-americana dominava la scena, mentre quella latina (portoricani in prevalenza) era abbastanza emarginata. Il Breaking era una cosa prettamente da “neri”. Oggi, la cultura della breakdance è una disciplina notevole che riunisce le abilità di ballerini e atleti. Poiché l’accettazione e la crescita è centrata esclusivamente sulle capacità che si dimostrano, tale cultura è pressoché esente da distinzioni di razza, sesso ed età, ed è stata accettata e praticata universalmente.

 

L’evento ha voluto dimostrare sostiene la Dott.ssa De Luca Tamara collaboratrice nel Centro “Erga Omnes” come sia attuale la “massima” di Confucio : “Ditemi come danza un popolo e vi dirò in che stato di salute è la sua civiltà” sottolineando come l’atmosfera di benessere ha caratterizzato il Centro Erga Omnes insieme a tutti i partecipanti all’evento.

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