May 8, 2025

Il grido di allarme del sindacato in merito ai servizi di assistenza per i ragazzi disabili che frequentano le scuole di ogni ordine e grado si condivide, ma, mi sia consentito, ritengo abbia perso autorevolezza, almeno in San Pietro Vernotico. Ci sono ancora su qualche profilo facebook gli incontri fatti dai sindacati locali, (CGIL in testa) per perorare la candidatura a sindaco di Maurizio Renna: è troppo facile oggi far finta di non aver condiviso un percorso che ha portato poi al disastro denunciato. Vi è una oggettiva corresponsabilità.

Con un pubblico volantino, che posso porre a disposizione, durante il periodo elettorale ho fornito alcuni di dati di facile lettura, ed in particolare:
trasferimenti Governo in favore del Comune (anni 2010/2014) ridotti del 40%
Spesa sociale sostenuta dal Comune (anni 2010/2014) aumentata del 110%
Spesa sociale pro-capite nel 2009 €.34,30, nel 2014 €.73,89; spesa sociale annua nel 2009 €.600.000,00 circa; nel 2014 €.1.011.246,00 (+ 59,33%) nonostante i ridotti trasferimenti In quattro anni sono stati erogati servizi per €.4.160.072,00.

 

Abbiamo avviato tre strutture nel sociale, due delle quali per tre anni hanno fornito servizi e lavoro (Bollenti spiriti, investimento €.40.000,00 annui e Crescere Insieme investimento €.130.000,00 annue), l’altra è stata inaugurata nel 2015 (centro notturno e diurno erga Omnes); circa 200 borse lavoro impegnando €.470.341,00; assicurato sostegno alle famiglie bisognose per €.374.873,00. Tutti questi dati per il sindacato non hanno avuto alcun pregio, visto che nel 2015 è stata fatta una scelta di campo in favore di chi oggi ha distrutto il welfare: Il centro anziani e le attività ivi svolte sono state definanziate, i soggiorni climatici inesistenti, le poche borse lavoro sono state avviate solo grazie ad economie vecchie senza nuovi stanziamenti, importi elemosinati per le derrate alimentari; gli aventi diritto hanno dovuto affrontare un contenzioso per ottenere il c.d. “Baliatico”, i due centri (Crescere Insieme e Bollenti spiriti) sono chiusi da un anno, ed invece di ricavare somme dalla locazione delle strutture comunali per finanziare servizi, le stesse sono utilizzate gratuitamente da associazioni, come la Pro-Loco, che ha ottenuto dal Comune affidamenti in poco più di un anno per importi che si aggirano a quasi €.100.000,00. E’ un problema di scelta: priorità ai servizi primari, come da noi fatto, oppure feste, balli, e soprattutto sprechi derivanti da contenziosi evitabili dovuti a cattiva gestione che erodono la spesa corrente e diminuiscono gli spazi di intervento nel sociale, anzi gli annullano. Nel 2016 ci sono stati maggiori trasferimenti del Ministero e vi è stato uno spazio economico creato dal risparmio sulla pubblica illuminazione grazie al progetto ideato ed ottenuto dalla precedente Amministrazione. Tali risorse sono state utilizzate nel sociale? No!

 
Torniamo all’integrazione scolastica: i servizi in questione non rientrano nell’elenco di quelli a domanda individuale (salvo pochi finalizzati all’inserimento sociale dei portatori di handicap che sono comunque a totale carico degli enti), per cui i Comuni e le Province, per quanto di competenza, sono obbligati ad assicurare tali servizi assumendone integralmente gli oneri. Il Tar ha evidenziato che le semplici difficoltà economiche non possono condurre gli enti ad eliminare le prestazioni di assistenza e di diritto allo studio che soddisfano diritti costituzionalmente garantiti: occorre dirottare ogni risorsa discrezionale alla integrazione scolastica prima di ogni altra opzione. I Comuni già da tempo conoscevano la situazione per cui avrebbero dovuto accantonare le somme e, ove non lo abbiano fatto, dovranno trovare oggi le risorse necessarie per assicurare i servizi, e non già ridurre le ore e quindi comprimere il diritto allo studio. E’ vergognoso proporre mezz’ora al giorno di integrazione per ogni ragazzo: con tali modalità di svolgimento è solo un diritto negato. Invito le famiglie ad attivarsi chiedendo anche l’intervento della Magistratura (come verificatosi con il baliatico) quanto meno in sede civile (pur ritenendo che si possa ravvisare una interruzione di servizio): ogni amministrazione provveda a decurtare dai bilanci spese correnti non obbligatorie da destinare alla integrazione scolastica. Se a San Pietro Vernotico si è erosa totalmente la spesa discrezionale per cui vi è solo spesa obbligatoria, la responsabilità è solo del Sindaco Renna e della Giunta Municipale: avrebbero dovuto destinare alla integrazione scolastica somme spese per manifestazioni od altre attività non costituzionalmente garantite. Ad oggi forse bilancio alla mano residua una sola spesa discrezionale: le somme stanziate per le indennità spettanti a Sindaco, Giunta e Presidente del consiglio da settembre a dicembre. Non è sufficiente per coprire integralmente il costo? Va bene, ma è un buon inizio per assicurare livelli adeguati del servizio. Chi è causa del suo mal pianga se stesso: devono pagare gli amministratori che hanno agito male. Di certo moralmente sono anche responsabili i sindacati rei di aver scelto, unitamente al PD, chi ha posto le condizioni per arrivare a tale situazione. MI rendo conto tuttavia che, a parte le famiglie ed i ragazzi che vivono il problema ed il mondo della scuola che si sente tradito e lasciato solo, non sempre le problematiche legate alla integrazione sono avvertite dai cittadini come attuali ed essenziali. Ma la civiltà di una comunità si misura in funzione della sensibilità che è capace di dimostrare su temi così rilevanti. E’ fin troppo facile far finta che la colpa delle scelte e dei risultati delle scelte debbano ricadere sempre sugli altri, come se a Governare le scelte del territorio sia un ET sceso dal cielo e non già uomini scelti ed individuati dal PD (a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale) e da alcune sigle sindacali che si sono adoperate in maniera fattiva e concreta affinchè i predetti uomini gestiscano e governino i territori!

 
Pasquale Rizzo
Consigliere Comunale San Pietro Vernotico

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