Abbiamo appreso che nel Consiglio Comunale di Lunedì 14 aprile tra i punti all’ordine del giorno c’è anche quello relativo ai lavoratori dell’indotto del Petrolchimico.
L’occasione è utile per evidenziare la forte necessità di una presa in carico dell’Amministrazione Comunale della problematica relativa alla gestione complessiva delle attività date in appalto nel nostro sito industriale, ripartendo dalle azioni che finora sono state messe in campo dal Sindacato e che hanno portato all’attivazione di un tavolo in prefettura a novembre scorso.
Una problematica che rappresenta, per CGIL, CISL e UIL, una delle vertenze più complesse da gestire ogni qualvolta si rivendichi, ad ogni previsione di cambio appalto, la salvaguardia occupazionale di tutti quei lavoratori che hanno acquisito nel corso degli anni conoscenze e competenze tali che dovrebbero essere considerati dall’Azienda committente fonte di garanzia per la qualità del lavoro su tutte quelle attività esternalizzate che , di fatto, da decenni sono “strutturali” dello stesso processo produttivo.
Non è, a nostro avviso, solo la rivendicazione della clausola di salvaguardia occupazionale, ma una richiesta rivolta a tutto il sistema Imprenditoriale e Istituzionale per un’attenzione particolare al fenomeno degli appalti, perché è ormai accertato che, sia nel pubblico sia nel privato, quando si sceglie come criterio da porre a base d’asta nelle procedure di gara l’offerta al massimo ribasso si finisce con l’incidere negativamente sul costo del lavoro che significa, concretamente, taglio sul numero dei lavoratori impegnati nelle attività e taglio sulle misure per la sicurezza, specie quando l’appalto viene frammentato in una lunga catena di subappalti difficilmente controllabile.
E’ per questo che nella vertenza territoriale CGIL CISL E UIL rivendicano la definizione di una norma pattizia che, seguendo le linee tracciate dal Protocollo d’Intesa sulla legalità, la sicurezza e la regolarità del lavoro, sottoscritto in Prefettura nel 2009, consideri l’offerta economicamente più vantaggiosa come criterio per le gare negli appalti e l’inserimento della clausola di salvaguardia occupazionale come l’unica risposta dignitosa da dare alle centinaia e centinaia di lavoratori che, a rotazione, ad ogni scadenza calendariale vedono messo a rischio il proprio posto di lavoro e restano nella più totale incertezza riguardo la possibilità di sostenere economicamente se stessi e la propria famiglia.
Esperienza che, all’interno del Petrolchimico di Brindisi, è toccata da poco ai lavoratori interessati al cambio appalto tra Consorzio Labor e azienda Cascione per Basell, e che, in questi giorni, sta preoccupando circa altri 50 lavoratori delle attività elettrostrumentali distribuite sui due appalti che da maggio saranno gestite da nuove aziende.
Da parte sindacale, in piena coerenza con quanto abbiamo sostenuto a novembre scorso nell’incontro in prefettura con il management di VERSALIS, la posizione è ferma nel non essere più disposti a perdere anche un solo posto di lavoro. Ma è ormai tempo di traguardare soluzioni condivise per chiudere definitivamente la vertenza territoriale, facendo a Brindisi quello che altrove le stesse aziende si sono rese disponibili a sottoscrivere con le Istituzioni e con le Organizzazioni Sindacali : un patto territoriale per la tutela della qualità del lavoro.
Siamo convinti che i lavoratori di questa realtà non sono figli di un Dio minore, e che a Brindisi si può tornare a investire in innovazione di processo e di prodotto industriale.
industria, in cui serve sicuramente la volontà di supporto e di accompagnamento del Governo, attraverso percorsi ben definiti di un programma nazionale che continua, purtroppo, a mancare.
Michela Almiento – Segretario Generale CGIL Brindisi
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