May 1, 2025

Il senso di responsabilità con cui ho interpretato il ruolo di consigliere comunale (consentendo lo svolgimento del Consiglio del 4 agosto) non mi esime dal dovere di esprimere fortemente critici sul basso profilo politico offerto dalla maggioranza che guida Palazzo Imperiali. Infatti, Le due sedute di Consiglio hanno fatto emergere alcune indiscutibili verità, e, tra queste, soprattutto quella di una palese inidoneità della nuova Giunta a gestire le grandi problematiche e le gravi emergenze di Francavilla Fontana.
Ma è soprattutto la mancanza di idee del centrosinistra a preoccupare e a rendere inquieti per il futuro della città. Al nuovo sindaco, e alla sua maggioranza non si chiedevano miracoli, né interventi miracolistici e risolutori sulle piccole e grandi questioni. Al contrario, si chiedeva un progetto serio, ricco di contenuti, capace di tracciare una nuova idea di città, anche sotto il profilo dei comportamenti pubblici, come il centrosinistra aveva a lungo urlato nel corso degli ultimi venti anni.

Di tutto ciò non è emerso nulla. Anzi, il dibattito ha fatto emergere vistosi limiti di una compagine assessorile che, ne sono convinto, tra non molto dovrà subire profondi adeguamenti se Maurizio Bruno non vorrà essere travolto dalla scarsa attitudine di alcuni a ricoprire il ruolo assegnato.

Progetto per l’Italia, ha presentato emendamenti finalizzati alla diminuzione delle aliquote Imu, al superamento della penalizzazione subita dagli operatori del commercio riccio (assurda l’interpretazione del regolamento Tosap), fino all’esenzione dal pagamento della retta della mensa scolastica per le fasce di reddito da zero fino a quindicimila euro.
Questi emendamenti, condivisi anche dalle altre opposizioni, sono stati accettati dalla maggioranza, previa loro trasformazione in ordini del giorno. E’, questo, un primo segnale che personalmente ho molto apprezzato, ma a cui dovranno seguire provvedimenti concreti da parte del sindaco e dell’Amministrazione. Se ciò avverrà, non avrò problemi a riconoscerlo. Se non accadrà, considererò il sì dell’A.C. alla stregua di un gioco di prestigio meramente tattico finalizzato a rabbonire l’opposizione e, soprattutto, questa opposizione. Ma, in tal caso, le conseguenze politiche saranno di un certo tenore e vigore.

Ma vi è qualcosa in più che dovrebbe allarmare la politica cittadina, e, soprattutto, i francavillesi. L’atteggiamento di questa maggioranza di fronte al PUG.

Infatti, con la sfrontatezza di chi ha vinto la battaglia (non la guerra) politica, ma anche con l’ingenuità propria dei neofiti, sia il sindaco Bruno che l’assessore Lopalco hanno confermato l’immodificabilità di un PUG, dai più definito ideologico, oscurantista, estremamente politicizzato, sostanzialmente utile solo a decretare la morte definitiva dell’edilizia non speculativa francavillese, e, con essa, la fine di tanti artigiani e professionisti, senza parlare poi delle ricadute gravi sui tanti cittadini che chiedono esclusivamente di poter godere dell’esercizio di un diritto (alla casa) costituzionalmente tutelato.

Intanto, però, dal pur breve dibattito sul tema è emerso un dato su cui già negli anni scorsi ebbi a battermi e a “imbattermi” nell’assessore Lopalco: il problema dei requisiti soggettivi che, per ciò che riguarda l’edificabilità in zona agricola, non esiste più. Sono soddisfatto, essendomi battuto da solo negli anni scorsi su questo tema. Ma non posso dimenticare i gravi e irreparabili danni subiti in questi anni dai cittadini, dai professionisti e dagli artigiani francavillesi a causa della miope lettura giuridica che all’epoca venne data della questione.
Sia di monito, proprio questa vicenda, alla nuova A.C. Gonfiare i muscoli, amministrativamente parlando, non serve. Di spilli in giro ve ne sono in quantità.

 

COMUNICATO STAMPA EUPREPIO CURTO – PROGETTO PER L’ITALIA

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