Successo di partecipazione e un dibattito pieno di contenuti estremamente interessanti hanno contraddistinto l’avvio della seconda edizione del “Vinibus Terrae”.
Nella sala Università di Palazzo Nervegna si è svolta la conferenza inaugurale sul tema “Il Vino in terra di Brindisi – Storia, evoluzione e nuovi mercati”.
Vi hanno partecipato lo storico Giacomo Carito, il giornalista e disegnatore di idee Giacomo Mojoli, il Presidente del Consorzio di tutela dei vini Doc Brindisi e Doc Squinzano Angelo Maci, il Presidente del Consorzio Discovery Luigi Rubino e il senatore Dario Stefano, mentre la conduzione è stata curata da Antonio Stornaiolo.
“Identità” e “contaminazioni” sono state le due parole “forti” di questo appuntamento (a cui ha partecipato un pubblico numeroso e qualificato).
Il prof. Carito ha ribadito che Brindisi vanta una tradizione vitivinicola eccezionale, visto che tracce del vino di Brindisi risalgono all’epoca romana e sono state rinvenute nel Golfo Persico e in Spagna.
Angelo Maci, invece, ha ripercorso la storia del secolo scorso, quando l’uva di Brindisi arricchiva le grandi aziende del Nord che sfruttavano i nostri produttori, imponendo prezzi estremamente ridotti. Poi, negli anni 50 c’è stato l’avvio del riscatto con la nascita delle prime cantine sociali ed oggi il nostro vino compete ad altissimi livelli, grazie ad aziende conosciute in tutto il mondo.
Luigi Rubino, invece, ha esaltato il ruolo che il vino può svolgere per la promozione turistica del territorio, anche grazie ad una “contaminazione” tra il Vinibus Terrae ed altri grandi eventi come la regata internazionale Brindisi-Corfù, Hortus ed il campionato internazionale di motonautica.
Giacomo Mojoli si è soffermato sulle strategie di sviluppo del settore che la vitivinicoltura pugliese deve attuare per crescere ancora di più. Anche in questo caso, dando per acquisito un livello elevato di qualità del prodotto, bisogna lavorare in direzione di una capacità di intercettare un segmento di turismo altamente qualificato che potrebbe essere attratto proprio dal vino e dalla bellezza dei luoghi.
Dario Stefano, infine, ha insistito sulla necessità di esaltare l’identità dei nostri territori, partendo dalla nostra storia enologica e creando gli opportuni presupposti per una crescita del settore. Non bastano più il sole e il mare per attirare turismo: è necessario anche raccontare al mondo la nostra terra. I nostri bar, ad esempio, non somministrano i nostri vini, così come nelle nostre scuole alberghiere non si costruiscono ricette intorno alle nostre tradizioni.
Tutti i partecipanti al dibattito, infine, hanno sottolineato l’importanza di vedere uniti – nella organizzazione del Vinibus Terrae – tutti i maggiori produttori vitivinicoli della provincia di Brindisi. Un requisito fondamentale per imporsi su scenari ben più ampi di quello regionale.
Vinibus Terrae è una iniziativa del Consorzio Discovery e del Consorzio di tutela dei vini Doc Brindisi e Doc Squinzano, con la collaborazione dell’Associazione Puglia Expò e della delegazione Puglia dell’AIS.
L’evento gode del patrocinio del Comune di Brindisi e della Regione Puglia.
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