May 25, 2025

Gli assessori Luperti e Monetti devono rassegnare le dimissioni ed il PD appoggerà dall’esterno l’Amministrazione Consales valutando caso per caso le delibere pervenute in Consiglio Comunale.

In sintesi questo il diktat lanciato sul PD brindisino dal barese Emiliano e dalla leccese Antonica (sentito il francavillese Bruno).

L’ultimatum è contenuto in una raccomandata con ricevuta di ritorno inviata il 24 dicembre scorso.

 

Le motivazioni a base della richiesta sono riportate nero su bianco all’interno della missiva e riguardano la valutazione negativa espressa dai vertici regionali del PD sull’amministrazione Consales.

Si legge: “Le condizioni politiche dell’amministrazione Consales appaiono ormai troppo diverse da quelle che hanno dato vita allo stesso progetto politico nel 2012. L’indebolimento del rapporto con i cittadini, l’esiguità dei numeri in Consiglio Comunale, l’eccessiva litigiosità della maggioranza, il mancato raggiungimento di obiettivi fondamentali per la crescita e lo sviluppo della comunità di Brindisi, le numerose criticità determinatesi in settori fondamentali per il futuro della città, la richiesta ormai vetusta di azzeramento superata nei fatti impongono, nostro malgrado, comportamenti consequenziali”.

 

Dopo aver preso atto della durezza del giudizio, ci si aspetta che i “comportamenti consequenziali” possano essere soltanto due.

Uno: staccare la spina. Due: stare dentro con maggiore forza e incisività, rispettando fino in fondo la grande responsabilità assunta nei confronti dei tanti cittadini che nel 2012 hanno votato PD e Consales.

Tertium non datur.

 

Invece il comportamento consequenziale di Emiliano e dell’Antonica è una terza opzione.

E’ la scelta meno coraggiosa del cosiddetto “appoggio esterno”.

Quella dal forte odore di farsa apparentemente pilatesca.

Quella che – nell’ipotesi più innocente – si limita a buttare la palla nel campo avverso.

Quella che – nell’ipotesi più maliziosa – potrebbe consentire al Presidente della Regione (e capo del PD Regionale) di mantenere il piede in due scarpe.

Quella che – in definitiva – scontenta un po’ tutti.

Scontenta chi pensa che è giunto il tempo di mandare a casa l’Amministrazione Comunale e di preparare nuove elezioni;  scontenta chi ha apprezzato il lavoro degli assessori PD (in primis quello di Luperti); scontenta chi è convinto che il PD brindisino abbia necessità di autodeterminarsi e che non possa operare restando continuamente sotto la spada di Damocle di agenti esterni.

 

Adesso si attende la decisione di Consales, degli assessori Luperti e Monetti e di tutti i consiglieri comunali.

Nel caso in cui non si rispetta la fatwa di Emiliano e dell’Antonica la pena è già nota: “si diffidano i rappresentanti istituzionali all’utilizzo del simbolo del Pd nei consessi istituzionali ed ufficiali“.

 

Che poi alla Città di Brindisi interessino più le assunzioni di responsabilità (in un senso o nell’altro) che la concessione del Simbolo del PD a Tizio o Caio è un altro discorso…

 

Ore.Pi.

 

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