May 9, 2025

ANTONIO-ELEFANTESi accende il confronto sul futuro del Porto di Brindisi. In vista del Consiglio Comunale monotematico di mercoledì 7 settembre, tiene banco la questione della possibile moratoria di 36 mesi all’applicazione del nuovo decreto di riforma del sistema portuale.
Come è noto, il decreto Del Rio individua due autorità di sistema per la Puglia, quella “del Mare Adriatico Meridionale” (che comprende i porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli) e quella “del Mar Ionio” (Taranto).
Il decreto, in ogni caso, ha previsto la possibilità dei presidenti delle Regioni di chiedere il rinvio degli accorpamenti, motivato, fino a tre anni, ma sarà il ministro a decidere.
Mentre la maggioranza (o quel che ne resta) pare propensa a perseguire la linea dell’accorpamento del porto di Brindisi all’autorità portuale di Taranto, contrariamente a quanto previsto della normativa, diverse le linee delle forze di opposizione.
BBC e M5S ravvisano la bontà della richiesta di moratoria, D’Attis (FI) attenderà il testo.
Il centrosinistra, invece, appare propenso ad un no alla moratoria.

 

Ieri ed oggi, il PD cittadino si è riunito per decidere la posizione da tenere in Consiglio Comunale. E la decisione è stata quella di un netto NO alla moratoria.
Non c’è alcun motivo per farlo” – ribadisce Antonio Elefante, capogruppo dei democratici. “Il testo del decreto prevede che la richiesta di moratoria debba essere motivata. Allora il Sindaco di Brindisi spieghi le ragioni della richiesta. Ragioni che non possono essere “vogliamo andare con Taranto”, visto che il decreto oramai ha individuato un’autorità di sistema per tutti i porti pugliesi che si affacciano sull’adriatico.

 

nando marinoAnche Nando Marino si è espresso il per il No alla moratoria.
Nella prima parte della campagna elettorale avevamo sostenuto la richiesta di una moratoria di 36 mesi. Ma allora non si conosceva il testo del decreto e si pensava che fosse ancora possibile scegliere tra Taranto e Bari.

Allora la richiesta era motivata dalla necessità di avviare un dibattito aperto e franco tra tutti gli stakeholders.

Adesso che il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, non abbiamo problemi a dire di aver cambiato idea. Ed il perché è presto detto.
Pur essendo consci che l’Autorità Unica di Sistema sarebbe stata la scelta più consona, oggi è essenziale non tergiversare più ma andare dritti al punto.

Da domani bisogna sedersi al tavolo e gestire il processo di accorpamento ponendosi sullo stesso piano con i porti di Bari, Manfredonia, Barletta e Monopoli.
E’ necessario stare insieme sin da subiti affinché Brindisi possa avere la migliore rappresentanza possibile in quella che si prospetta essere l’Autorità più qualificata del Sud Italia.
E – tanto per essere chiari – appare ovvio che la nostra città dovrà esprimere il Presidente o il Segretario Generale.
Tra l’altro va sottolineato che – come ha ricordato lo stesso ministro Delrio – il porto che sceglierà la strada di restare da solo rischia di non poter partecipare ai nuovi programmi di finanziamento”

 

L’Amministrazione Comunale non sembra avere una strategia. Per loro è soltanto una questione di campanile e di interessi spiccioli: manteniamo in piedi una struttura a Brindisi e tra tre anni andiamo a vedere cosa succede.
Una strategia mortale. Anche perché non si comprende quale sarebbe la motivazione alla base della richiesta di moratoria, ossia quali sarebbero le gravi conseguenze in danno di processi e progetti in corso.

L’unica conseguenza che intravedo, oltre ad altri tre anni di passione e perdite di tempo, è l’impossibilità per i soliti noti di gestire qualche poltrona che fa comodo…”

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