May 1, 2025

Siamo contenti per il riconoscimento dato alla città di Lecce che insieme con Cagliari, Matera, Ravenna, Siena e Perugia-Assisi si contenderà l’ambito riconoscimento di “Città europea della cultura 2019”.

Ma ciò che lascia perplessi, è la mancanza di qualsiasi riferimento alle dichiarate “sinergie e unione delle forze” con Brindisi, intenzioni che accompagnarono la rinuncia a concorrere. Non pare esserci traccia di quello che sembrava un accordo, se non per l’inevitabile ruolo logistico (porto e aeroporto) che nessuno, almeno per il momento, ci può togliere: ci saremmo aspettati che, come per Perugia-Assisi, vi fosse un riferimento chiaro ai due territori.

Ma questo è, appunto, il risultato prevedibile di una rinuncia apparsa solitaria e frettolosa.

La decisione di candidare Brindisi a “Capitale della cultura Europea” poteva anche essere considerata provocatoria o velleitaria e, probabilmente, non sarebbe giunta al successo, ma poteva contenere in sé il germe di un cambiamento.
Beninteso, a patto che si fosse creduto e lavorato incessantemente per il raggiungimento di tale ambizioso traguardo, si sarebbe potuto anche non riuscire ma il frutto del lavoro svolto avrebbe raggiunto comunque dei risultati importanti di trasformazione e miglioramento della nostra società civile.

Credere e lavorare su una previsione del genere sarebbe stata sicuramente una scelta politica, come lo è stata quella, solitaria e autocratica, di ritirare la candidatura senza neanche aver tentato di provare. Siamo sempre della convinzione, invece, che i cittadini di Brindisi siano desiderosi di quei cambiamenti che possono rendere migliore la loro vita sociale.
La responsabilità delle scelte politiche ricade su chi le compie ma gli effetti di queste vengono pagate da tutti i cittadini.
Ciò che sembrava una alleanza con la città di Lecce, per gli interessi comuni, oggi appare quello che realmente è: una rinuncia. La rinuncia a migliorarsi.

COMUNICATO STAMPA SI DEMOCRAZIA

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