Non stiamo vivendo un buon periodo.
La società in questi ultimi tempi ha subito notevoli cambiamenti, purtroppo non tutti positivi.
E’ iniziato un lento cambiamento culturale (?) dove la consapevolezza, l’indignazione, la solidarietà e la ragione sono diventati solo degli antichi souvenir.
Sembra quasi di assistere a un percorso aspro e doloroso dove molti rimangono inermi e altri si adeguano ai cambiamenti, molti dei quali, inevitabilmente andranno a influire sulle future generazioni.
Non vogliamo analizzare i meccanismi alla base dei comportamenti, ma il rischio è quello di non comprendere appieno determinate situazioni.
Ci riferiamo soprattutto all’abuso di alcol da parte dei ragazzi, molti di essi minorenni, il cui consumo sta assumendo proporzioni davvero preoccupanti.
Il messaggio che viene fuori non è la fuga dalla società, dalla famiglia, dalle ideologie, dalla nevrosi.
Non si tratta nemmeno di un sogno pacifista come punto d’arrivo dell’utopia giovanile.
Si tratta solo di sballo.
Semplicemente sballo fine a se stesso, privo di qualsiasi ambizione ideologica e personale che fa passare in secondo piano la goliardia e la propria consapevolezza, quella di vivere la propria vita, i desideri, i sogni, in modo creativo e intelligente, senza essere necessariamente schiavi e dipendenti delle feste e dei party alcolici a tutti i costi.
E’ necessario fermarsi, capire, ripartire per arginare qusto triste fenomeno.
I fallimenti e le speranze sono racchiusi in un bicchiere di troppo.
Il funzionamento delle coscienze, i meccanismi della mente, il volto di questi ragazzi sono risorse e devono rappresentare la nostra fortuna, certamente non quella delle marche dei super alcolici.
Il problema a volte è il silenzio, ma riguarda tutti.
Di bottiglie ne girano parecchio, ma anche di cicchetti a buon prezzo che invogliano gli adolescenti a bere alcolici.
Le radici della fragilità vanno estirpate prima di creare altre sofferenze.
MARCO GRECO
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