Il prossimo 22 dicembre sarà deliberata dalla Giunta comunale la vendita delle quote, di proprietà dell’Amministrazione, della Società “Aeroporti di Puglia” e della società Bocche di Puglia, proprietaria del porto turistico “Marina di Brindisi”.
Vogliamo ricordare la contraria posizione di Si Democrazia, già espressa nel Consiglio comunale di marzo, a tali dismissioni.
Si Democrazia era ed è contraria alla vendita di queste importanti partecipazioni, poiché a fronte di una somma che non muta in alcun modo le problematicità di bilancio del Comune, e che agevolmente potrebbe essere comunque raggiunta mediante qualche misura di risparmio di spesa o mediante cessione di altre partecipazioni non strategiche, il Comune viene a privarsi della possibilità, soprattutto per quanto riguarda Aeroporti di Puglia, di essere presente in settori importanti per lo sviluppo del territorio, escludendoci del tutto dall’opportunità di una partecipazione essenziale per poter incidere, in qualunque misura, sulle politiche di queste società, che costituisce – insieme al porto – uno dei punti fondamentali per il rilancio della città di Brindisi e dell’intero territorio della provincia.
Ugualmente è da dirsi riguardo alla vendita delle quote di minoranze della società Bocche di Puglia (porticciolo turistico), essendo anche questa una risorsa importante per il programma di rilancio, anche turistico, della città di Brindisi, ed essendo inammissibile che una infrastruttura realizzata con rilevantissimi contributi pubblici finisca in mani private, con attribuzione al Comune di Brindisi di qualche centinaio di migliaia di euro.
Invitiamo, pertanto, il Sindaco e la Giunta a riconsiderare tali decisioni, pregiudizievoli al fine di realizzare il progetto della nuova Brindisi che noi tutti vogliamo, per il quale occorre che il Comune – come ieri per la prima volta accaduto anche in Comitato Portuale – possa avere voce in capitolo nelle sedi (Comitati portuali, assemblee dei soci ed altro) in cui le decisioni vengono poi assunte.
Roberto Fusco
Sì Democrazia
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