In data 2 maggio, la nostra organizzazione sindacale FAILM era presente alla convocazione dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, avente ad oggetto la vertenza relativa ai lavoratori dell’indotto e della filiera del settore petrolchimico, di cui erano stati invitati anche ENI, Confindustria e le Regioni interessate (Puglia, Sicilia, Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia).
FAILM era rappresentata dal Segretario Generale Nazionale Claudio Capodieci, dal Segretario Nazionale Avv. Filippo Mafaro, e dai rappresentanti RSU Alessandro Baldari e Carmelo Capodieci.
Tuttavia, con grande sorpresa e disappunto, alla riunione si sono presentati esclusivamente le organizzazioni sindacali nazionali con i propri delegati e apparati. Né ENI, né Confindustria, né tantomeno le Regioni convocate, hanno partecipato.
“Il Ministro Urso ha evidenziato come il protocollo siglato il 10 marzo è un importante punto di partenza e il confronto odierno segue le precedenti riunioni che si sono tenute al MIMIT e che hanno portato alla sottoscrizione del Protocollo per la riconversione industriale di Versalis verso la tecnologia e la transizione green, firmato dall’azienda, dal MIMIT, dalle Regioni Lombardia e Siciliana e dalle organizzazioni sindacali sottoscrittori.
Inoltre, ha dichiarato Urso: Stiamo rispettando gli impegni presi e l’incontro di oggi con l’indotto lo testimonia ancora una volta. Siamo impegnati affinché la riconversione green degli impianti di Versalis diventi un modello di sostenibilità industriale per tutto il settore della chimica, nel pieno rispetto del principio di ‘clima e lavoro. Come Governo, monitoreremo e garantiremo il rispetto degli impegni assunti dall’azienda nel piano industriale e nel protocollo d’intesa sottoscritto al MIMIT”.
Ma che al ministero non siano arrivate dalle singole imprese esistenti nel petrolchimico e/o dalle associazioni datoriali un’evidenza, un appunto, una nota di difficoltà su quanto stia già accadendo con il piano di riconversione di ENI Versalis.
Ma avendo degli impegni urgenti, il Ministro non ha potuto continuare la riunione per più di un’ora e ha concesso ai presenti di intervenire.
Tralasciando gli interventi della CISL e della UIL che, a loro dire, ritengono che il protocollo preveda un piano di riconversione che garantisca tutte le parti interessate – dai lavoratori diretti a quelli dell’indotto – come FAILM abbiamo ritenuto necessario evidenziare che nel protocollo siglato mancano riferimenti espliciti e fondamentali come:
• garanzia occupazionale e reddituale,
• salvaguardia delle maestranze,
• clausola sociale per tutti i lavoratori, indipendentemente dal contratto collettivo nazionale del lavoro applicato, essendo che alcune aziende non hanno alcuna copertura normativa di legge adeguata.
Abbiamo inoltre sottolineato che la riunione era stata convocata per la vertenza relativa ai lavoratori dell’indotto e della filiera del settore petrolchimico, e che alcuni soggetti presenti (come l’organizzazione sindacale dei chimici) non hanno iscritti né Rappresentanze Sindacali Unitarie elette tra i lavoratori dell’indotto e della filiera.
La FAILM, con gli interventi del Segretario Generale Nazionale Claudio Capodieci, del rappresentante RSU Alessandro Baldari e del Segretario Nazionale Avv. Filippo Mafaro, ha costretto il Ministro a un’imbarazzante conclusione della riunione, che si è chiusa con un abbandono prematuro senza alcuna risposta o conclusione per i tanti lavoratori e lavoratrici dell’indotto e della filiera del petrolchimico.
Nei prossimi giorni, la FAILM – con le proprie RSU – non si fermerà.
Avvieremo una campagna di informazione tra i lavoratori coinvolti nella vertenza e valuteremo insieme tutte le azioni necessarie e di lotta, dopo la debacle del Ministro Urso, che si è sottratto alle responsabilità istituzionali del ruolo che ricopre, senza fornire alcuna risposta alle istanze delle lavoratrici e dei lavoratori dell’indotto e della filiera del petrolchimico.
Claudio Capodieci
Segretario Generale FAILM
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