May 12, 2025

Se è vero che, nel caso dell’UTIN del Perrino, il management dell’ASLBR sta usando intende usare tutte le misure straordinarie necessarie a garantire la continuità del servizio, anche tramite l’impiego temporaneo di professionisti esterni, come previsto in tutte le situazioni emergenziali. Si tratta di soluzioni ponte, indispensabili in una fase di transizione, in attesa dell’arrivo di personale strutturato, tralasciando solo temporaneamente il fatto che l’ASLBR non avrebbe dovuto proprio arrivare ad essere in emergenza di personale medico, perché non ha agito e non agisce, coerentemente, la medesima condotta per quanto riguarda la radiologia interventistica del Perrino? Perché un’emergenza è prioritaria rispetto all’altra?

Può un’amministrazione utilizzare, per casi analoghi, due razionalità diverse (due convenzioni diverse)? Di fronte a simili carenze estreme di organico medico, da un lato per la terapia neonatale, agisce con flessibilità emergenziale (razionalità sostanziale), e affida il servizio anche a professionisti esterni, da un altro, per la radiologia interventistica, si nasconde dietro vincoli procedurali (razionalità strumentale) e stipula un accordo politico con le ASL viciniore per affidare i pazienti, anche se in pericolo di vita per patologie tempo dipendenti, ad altre Istituzioni. Quante regie ci sono nell’ASLBR?

Il doppiopesismo, così agito dall’attuale amministrazione, in una logica di sopravvivenza differenziale e di biopolitica selettiva, dove la vita non è un valore assoluto ma un oggetto di calcolo amministrativo, tradendo il mandato fondamentale dell’ASLBR e del SSR di proteggere la vita e garantire il diritto alla salute in maniera universale e non segmentata, mina profondamente contemporaneamente sia il principio della inviolabilità della vita come diritto universale delle persone, ARTICOLO 2 della COSTITUZIONE ITALIANA, sia quello dell’uguaglianza sostanziale delle persone, ARTICOLO 3 della COSTITUZIONE ITALIANA, notoriamente ed universalmente riconosciuto quale pilastro su cui si fonda tutta la Carta costituzionale, concetto legato alla libertà e alla centralità della persona nella rinascita della democrazia…

Se è vero che, da un punto di vista kantiano, le azioni, anche nell’ambito amministrativo, devono essere orientate al rispetto della dignità di ogni individuo, trattando ogni persona come un fine e non come un mezzo, l’adozione di misure straordinarie solo in alcuni settori, rivelando una mancanza di coerenza sistemica in decisioni che non seguono criteri razionali universalizzabili, ma rispondono a pressioni contingenti o visibilità mediatica (es. la terapia neonatale è percepita come più “sensibile” dall’opinione pubblica), dimostra una mancanza di rispetto verso le/i pazienti affetti da patologie critiche in altri reparti, dando adito all’accusa di una gestione strumentale che rischia di privilegiare interessi organizzativi o politici sopra il diritto fondamentale alla salute ARTICOLO 32 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA. L’inerzia sulla radiologia interventistica tradisce una visione statica del diritto alla salute, in contrasto con l’approccio dinamico richiesto.
La prospettiva data dai citati articoli 3 e 32 della Costituzione Italiana, impone che l’intervento della pubblica amministrazione non si limiti a una mera esecuzione di norme o procedure, ma sia costantemente indirizzato al raggiungimento del bene comune. Ciò significa che ogni decisione, progetto o atto amministrativo dovrà essere valutato anche in funzione della sua capacità di contribuire al miglioramento della qualità della vita dei cittadini e alla promozione dell’interesse collettivo. E anche questo orientamento finale (o scopo teleologico) è ben radicato nella Costituzione, ad esempio, non si limita a imporre una gestione burocratica, ma richiede che l’azione amministrativa sia ispirata ai valori della trasparenza, dell’efficienza e, soprattutto, dell’imparzialità come sancito nell’ARTICOLO 97 della COSTITUZIONE ITALIANA, proprio nella volontà dei costituenti di arginare l’incidenza di fattori potenzialmente lesivi del principio di uguaglianza sia formale che sostanziale in linea con la significativa posizione di Locke che concepiva il principio di imparzialità come condizione e, non come corollario, del principio di uguaglianza.

Habermas sostiene l’importanza della comunicazione razionale e del confronto aperto nella sfera pubblica. Un’ASL che adotta misure differenti in base al comparto mette in dubbio la trasparenza nelle scelte amministrative e alimenta il sospetto di favoritismi o decisioni politicamente motivate. La mancanza di un dialogo inclusivo con tutti gli stakeholder coinvolti – operatori, pazienti, cittadini – porta a un debilitamento della fiducia nelle istituzioni pubbliche, elemento essenziale per il funzionamento di una democrazia sana e per la legittimità dell’azione amministrativa.

Come può accadere che sia, ancora una volta, la scrivente OS a dover somministrare pillole di Costituzione all’amministrazione dell’ASLBR? Nessun politico di professione, in senso weberiano, ha rilevato questa palese contraddittorietà amministrativa rispetto, ad esempio, alle lezioni di Rawls o di Bobbio o di Agamben? Nessun altro sindacato? Nessuna Istituzione?

A nessuno è venuto in mente che la condotta amministrativa dell’ASLBR non giova ai “più svantaggiati” (in questo caso, chi rischia la vita in assenza di cure), ma riflette una scelta arbitraria di priorità?

A nessuno è venuto in mente che l’ASLBR invocando lo “stato emergenziale” per giustificare soluzioni straordinarie in terapia neonatale, ma non per la radiologia interventistica, ha creato una zona grigia dove i diritti fondamentali vengono negati, trasformando la vita umana in un oggetto di calcolo (bio) politico, dove alcune vite sono considerate più “sacrificabili” di altre dove viene gerarchizzato il valore dei corpi? Quanto può durare lo stato di eccezione prima che diventi abuso di potere discrezionale soprattutto considerando la non omogeneità e la non coerenza dell’azione amministrativa?

A nessuno è venuto in mente che la responsabilità dell’azione amministrativa non è solo reattiva (“rimediare ai danni”), ma proattiva e proiettiva?

Più che declassare il Perrino come vorrebbe Caroli, in una intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, andrebbero accertate le responsabilità delle scelte etiche e politico-amministrative che stanno compromettendo l’integrità dell’intero sistema sanitario brindisino, esponendo la collettività a rischi evitabili e a una crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni. Non si tratta di un errore tecnico (rimediabile con un declassamento), non è un semplice “difetto organizzativo”, ma il sintomo di una crisi di legittimità istituzionale, dove l’autorità pubblica tradisce il suo mandato di garante imparziale dei diritti fondamentali. La soluzione richiede non solo correttivi organizzativi, ma un ripensamento della governance sanitaria alla luce dell’etica della responsabilità e della giustizia sociale Per rimediare, è necessario un approccio organico, che uniformi in tutta la Regione gli standard di intervento e garantisca una distribuzione equa delle risorse e delle misure di emergenza in ogni ambito critico. Non è la propaganda la risposta ad ogni tua domanda, non è la privatizzazione della risposta alla domanda di salute la soluzione alle criticità, ma una seria pianificazione strategica e la valorizzazione del pubblico. Occorre pensare criticamente per evitare di essere complici dell’indifferenza burocratica che induce la normalizzazione dell’ingiustizia, banalizzandola.

 

C. Luca Ghezzani
Coordinatore FPCGIL Medici e Dirigenti SSN Brindisi

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