Nel tardo pomeriggio di ieri, presso la sala Universitaria di Palazzo Nervegna, il senatore Dario Stefàno ha presentato il suo libro “La Decadenza”.
All’iniziativa organizzata e promossa dall’Associazione “Sviluppo e Lavoro del consigliere regionale e comunale Giovanni Brigante, hanno partecipato il giornalista della Rai Leonardo Sgura che ha moderato il dibattito, l’onorevole Luigi Vitali e il senatore, nonché noto magistrato Felice Casson.
Al centro di tutto c’è Silvio Berlusconi e la sua decadenza. Quattro anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici per il reato di frode fiscale: questa è la condanna definitiva al processo Mediaset. Le camere si trovano per la prima volta a fare i conti con la legge Severino nata con il plauso di tutti i partiti per avere un Parlamento “pulito” che impone l’incandidabilità e la decadenza dei parlamentari con condanne superiori a due anni. Ma applicare questa norma nell’affaire Berlusconi rischia di trasformarsi da procedura d’ufficio in impresa impossibile. L’apparato giuridico, mediatico e politico del Cavaliere si mette in moto per provare a contrapporsi alla procedura con richieste di rinvio, ricorsi e istanze per annullare la decisione finale della Giunta e per ottenere la ricusazione dei componenti, fino a minacciare una crisi di governo. Dall’osservatorio privilegiato del palcoscenico più rovente e con la prospettiva del dietro le quinte, Dario Stefàno, presidente della Giunta, ricostruisce in prima persona e attraverso un’ampia documentazione tutta la vicenda, come in un reportage, svelando i retroscena, gli imprevisti, l’assalto dei media, le pressioni della politica. Fino ad arrivare al 27 novembre 2013, giorno in cui l’Aula vota appunto la decadenza di Berlusconi, un uomo tra i più discussi in assoluto. Il senatore Vendoliano, ieri ha scelto Brindisi per spiegare i motivi che l’hanno spinto a scrivere un libro così delicato e per raccontare l’esperienza che dall’1 agosto (giorno della condanna a Berlusconi, ndr) ad oggi ha vissuto e sta vivendo in veste di Presidente di Giunta del Senato.
Ad aprire la conferenza è stata la coordinatrice di “Sviluppo e Lavoro” Claudia Zezza che ha affermato:
“Noi consideriamo il sentore Dario Stefàno un amico di famiglia perché è stato ospite della nostra associazione svariate volte. Lo abbiamo conosciuto ed apprezzato come assessore alle Politiche Agricole della Regione e riteniamo che sia stato uno degli artefici dell’affermazione del brand Puglia nel mondo. Siamo stati quindi molto contenti quando è diventato senatore, ricevendo successivamente l’incarico di Presidente di Giunta del Senato. Dario si è trovato in un momento molto particolare, ha dovuto risolvere una problematica delicata e crediamo l’abbia fatto con grande serietà. Sin da subito, infatti, la presentazione del suo libro è stato per noi un evento di grande interesse.”
A seguire, un excursus di Leonardo Sgura sulla situazione politica ha anticipato il senatore Stefàno che dopo aver raccontato ai presenti cosa ha significato per lui l’1 agosto scorso (giornata della condanna a Berlusconi), ha spiegato:
“Quel giorno credo che non lo dimenticherò mai. Da quel momento è iniziato per me un periodo molto complicato perché il mio impegno è sempre stato quello di rendere impermeabili i lavori della giunta rispetto a quello che stava accadendo all’esterno. Ho sempre cercato di salvaguardare il clima di serenità dell’esecutivo e credo di esserci riuscito. Abbiamo realizzato un lavoro di merito, abbiamo discusso in maniera costruttiva, ci siamo confrontanti. Abbiamo provato a ridefinire il ruolo della giunta, un organo parlamentare di quel Parlamento che non dimentichiamo pochi mesi prima aveva approvato la legge Severino. Ci siamo impegnati a valutare con responsabilità una procedura assolutamente poco chiara. In base a tutto questo, io ho deciso di raccontare quello che realmente stava avvenendo, affinchè la gente sapesse. Erano in troppi a mettere in dubbio le finalità delle nostre discussioni, pensando a chissà quale complotto ci fosse dietro i confronti di giunta, dove invece noi sviluppavamo un dibattito vero e pulito che credevo e credo meritava di essere trattato.”
L’onorevole Luigi Vitali fu l’unico a non votare la legge Severino, nonostante il suo partito (Pdl) era assolutamente favorevole.
“Io non votai la Severino – ha spiegato Vitali – perché ritenevo e ritengo che la legge per quanto riguarda l’incandidabilità non è retroattiva. Riconosco nella persona di Stefàno un certo equilibrio, sono convinto che nella gestione di questa vicenda lui si sia posto in maniera assolutamente corretta. In base alla mia esperienza parlamentare so anche che quando avviene un cambio di guarda ci sono sempre delle sommosse. Parliamo della decadenza di Berlusconi, c’è da prenderne atto, personalmente non mi scandalizza la sua condanna, ma il fatto che si è arrivati ad una sentenza definitiva in soli 9 mesi.”
Un libro scritto bene, in maniera accurata, semplice e dettagliata. Questo il pensiero del senatore Casson che nel suo intervento ha affermato:
“Non sono stato assolutamente d’accordo che la sentenza sia arrivata in tempi così rapidi anche perché ci tengo a ricordare che quando è intervenuta la corte di cassazione due capi di imputazione erano stati prescritti. Per quanto riguarda la legge Severino contesto ciò che dice Vitali: non possiamo parlare di non retroattività. L’istituto della decadenza non è una sanzione penale, amministrativa, ma è una norma che interviene sui requisiti di legittimità delle persone. Chiediamo allora, semplicemente, che in Parlamento non ci siano pregiudicati.”
Il dibattito è andato avanti, fornendo al numeroso pubblico presente qualche altro spunto di riflessione, analizzando in particolare ciò che sta accadendo in queste ore e l’incarico che Matteo Renzi, segretario nazionale del Pd, ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Insomma, anche nella sala Universitaria di Palazzo Nervegna il saluto finale è avvenuto con la speranza di centrare a breve un obiettivo comune: formare una nuova squadra di governo.
COMUNICATO STAMPA SVILUPPO E LAVORO
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