Signor Prefetto, Reverendissimo Monsignor Ciollaro, autorità civili e militari, addetti agli organi di stampa, delegati degli organismi di rappresentanza, personale civile della Difesa, colleghi dell’Associazione Nazionale Carabinieri e commilitoni delle associazioni combattentistiche e d’arma, dear friends and former colleagues from the United Nations Standing Police Capacity, Justice & Correction Service and Global Service Center, gentili ospiti e, soprattutto, carissimi studenti e carissimo Matteo
Vi giunga il più sentito ringraziamento dei Carabinieri della Provincia di Brindisi per la vostra presenza alle celebrazioni del 204° anniversario di fondazione della Benemerita. 204 anni di storia “al servizio” degli altri.
Il mio primo, doveroso pensiero va alla lunga schiera di caduti che hanno scritto mirabili pagine di storia in Italia e all’estero: parliamo di 9.671 Carabinieri immolatisi per tenere fede al giuramento prestato; estendo questo pensiero affettuoso anche ai loro familiari, alcuni di essi qui presenti.
All’Autorità Giudiziaria, inquirente e giudicante, oggi rappresentata ai suoi più alti livelli, rivolgo il mio deferente saluto, rispettoso dell’alta funzione di guida da essa quotidianamente svolta in tutto il Distretto. Ai cari amici, nonchè colleghi delle altre Forze di polizia e delle Forze Armate e, in particolare, al Questore MASCIOPINTO e al Col. MANNO, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, il mio fraterno abbraccio. Sotto l’oculata e appassionata egida del “nostro” Prefetto, il dottor Valerio VALENTI, e guidati nell’azione investigativa dal Procuratore della Repubblica, dottor DE DONNO, e Distrettuale, dottor LEONE DE CASTRIS, “insieme”, possiamo fare ancora moltissimo per questo meraviglioso territorio. Questa è la “squadra Stato”, che vede nel Signor Prefetto un regista attento, lungimirante, incisivo. Grazie Eccellenza.
Certo, ci sono aree dove il nostro intervento potrebbe essere più efficace: penso al contrasto dei fenomeni estorsivi e usurari, fenomeni che – però – postulano una maggiore collaborazione della cittadinanza e dell’associazioni di categoria. Collaborazione con una squadra Stato forte, coesa e assolutamente determinata. Vi chiediamo di affidarvi a un gruppo di servitori dello Stato, fortemente votati a garantire esclusivamente il Bene di questa collettività, un bene da anteporre a quello del singolo, donandosi incondizionatamente al prossimo.
Bilancio di un anno di lavoro quindi: un lavoro diuturno e intenso, fatto di sacrifici quotidiani che costituiscono la vera ossatura della nostra amata Istituzione, scevri dal compiacimento effimero del singolo, essi sono il sugello di una libertà etica di fondo, che fa ancora oggi dell’Arma il principale punto di riferimento per la sicurezza nel nostro Paese e in questa Provincia, dove in 15 Comuni su 20 la Stazione dei Carabinieri è l’unico presidio delle Forze dell’Ordine presente, simbolo granitico dello Stato, che nell’anno appena trascorso ha perseguito l’81% dei reati commessi in tutto il territorio provinciale, l’81%. Lo ribadisco anche per dare merito ai Comandanti delle 23 Stazioni di questo Comando Provinciale qui davanti a noi, alcuni dei quali in servizio da oltre quarant’anni. Essi incarnano la vera essenza dell’Arma; essi da una vita s’inerpicano sui sentieri erti e talvolta pericolosi di questa terra per aiutarne le popolazioni, vivendo con loro.
A essi, i miei Carabinieri, di cui ho l’onore e il privilegio di esserne comandante e di cui ho apprezzato entusiasmo, professionalità, abnegazione e altruismo, dico che questa esperienza andrà ad aggiungersi ai miei indelebili, personali ricordi di soldato euomo dello Stato.
Altruismo dicevo, come quello dimostrato il 16 febbraio scorso dal signor Stefano CAPPELLI e dall’Appuntato BRENDA, in quel momento libero dal servizio, quando non hanno esitato un attimo per avventarsi contro un rapinatore armato di coltello in una farmacia di Brindisi, mettendolo in fuga e rimanendo entrambi feriti. E altruisti sono stati anche il Brigadiere SGURA e l’Appuntato SUMA, entrambi recentemente protagonisti di analoghi, determinanti interventi – anch’essi fuori servizio – in altrettanti gravi episodi criminosi, come pure il Brigadiere MELE e l’Appuntato TARANTINI, travolti pochi sere fa – per fortuna senza gravi conseguenze – da un’auto, mentre mettevano in sicurezza alcuni cittadini coinvolti in un incidente stradale.
Proprio in virtù di ciò mi sia consentito un riconoscente pensiero per le nostre famiglie: genitori, mogli, figli e mariti che più degli altri pagano il prezzo del nostro essere al servizio degli altri, ma lontano da loro.
Infine, un particolare, sentito e affettuoso saluto vada ai genitori di Giuseppe PETRAROLI, recentemente deceduto a Roma in un incidente stradale causato da un Carabiniere fuori servizio. A voi il mio personale ringraziamento per essere qui con noi, nonostante il tremendo, indicibile lutto sofferto che, so bene, voi non addebitate alla nostra Istituzione, ma di cui noi dobbiamo farci carico, affinché l’integrità, da sempre cifra distintiva dell’essere Carabiniere, sia veramente interiorizzata, dal primo all’ultimo giorno di servizio, da chiunque abbia il privilegio d’indossare la nostra uniforme e i suoi gloriosi alamari, onore che non ripagheremo mai abbastanza.
Agli studenti e agli insegnanti oggi intervenuti lancio, ancora una volta, un messaggio di fiducia nell’Arma dei Carabinieri, che quotidianamente combatte la criminalità in tutte le sue manifestazioni, ma anche di sprone: è in voi il potere di cambiare radicalmente il mondo, partendo da questo territorio, sollevandolo dal torpore delle coscienze cui alcuni si ostinano a volerlo condannare, trasformando il vostro impegno in gesti di rispetto delle più elementari regole della civile convivenza, perché “anche la più piccola illegalità alimenta il fenomeno mafioso”. Ciò, però, postula un eroismo, una coraggiosa concretezza di più alto lignaggio, quello della quotidianità e del sacrificio giornaliero, rifuggendo le scorciatoie del malaffare e della convenienza personale perché, come amava ripetere il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, “ci sono cose che non si fanno per coraggio. Si fanno per continuare a guardare serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei propri figli”.
Cari ragazzi, lo dico a voi per ricordarlo a noi, che siamo chiamati a un pubblico servizio: l’onestà, quella vera, è nemica dei riflettori e del tornaconto personale, perché è fatta dell’umile, silente lavoro di tutti i giorni.
Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi: c’è tanta gente che ha fiducia in noi. Non possiamo deluderla!
A voi, Ufficiali, Marescialli, Brigadieri, Appuntati e Carabinieri il mio grato e rispettoso omaggio.
Viva L’Italia, Viva l’Arma dei Carabinieri!
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