May 2, 2025

Nel 2024 persi ulteriori 512 braccianti in provincia di Brindisi. «Una desertificazione silenziosa che va fermata»
«Una desertificazione produttiva e lavorativa che va fermata», così Gabrio Toraldo, Segretario Generale della Flai Cgil di Brindisi, fotografa con durezza la crisi profonda che sta colpendo il lavoro agricolo nella provincia.
Nel 2023 i braccianti agricoli presenti negli elenchi anagrafici erano 19.936. Nel 2024, sono scesi a 19.424. Un saldo negativo di 512 lavoratori in meno in un solo anno. Una cifra che si aggiunge agli oltre 5.000 posti persi negli ultimi cinque anni. Un’emorragia lenta e costante che sta trasformando le campagne in luoghi sempre più vuoti, senza persone, senza lavoro senza produzione. «È una desertificazione del lavoro che, vista la tendenza, sta diventando strutturale.
Se non si interviene subito, rischiamo di perdere tutto», avverte ancora Toraldo.

Il problema non è solo il numero di braccianti che sparisce dagli elenchi. C’è un’altra ferita che incide sull’attuale situazione: quella delle giornate lavorative cancellate dall’INPS. Ogni anno, tantissime giornate di lavoro vengono disconosciute per presunte irregolarità da parte delle aziende. Questo colpisce anche moltissimi lavoratori, che si vedono negare i contributi e i diritti. È un meccanismo che scoraggia, che spinge i lavoratori ad abbandonare il settore.
«Non si può pensare di cancellare in blocco i lavoratori ma serve un lavoro capillare preventivo di verifica da parte degli organi competenti», sottolinea Toraldo.
Il quadro si complica ulteriormente se si guarda all’intero settore agricolo, già duramente colpito dalla Xylella. Milioni di ulivi distrutti, produzione crollata, intere filiere in ginocchio. A tutto questo si somma la concorrenza sleale dell’olio importato, venduto a prezzi stracciati. «Il nostro settore non può reggere questa competizione. I nostri produttori sono allo stremo. Servono interventi strutturali, non pannicelli caldi», dice Toraldo.
La Flai Cgil è intervenuta anche a Bruxelles nei giorni scorsi, in occasione della presentazione del VII Rapporto agromafie e caporalato. La delegazione, guidata dal segretario nazionale Giovanni Mininni, ha incontrato la vicepresidente della Commissione Europea, Roxana Minzatu. Al centro del confronto, la necessità di rendere più efficace la Politica Agricola Comune, con strumenti veri per combattere lo sfruttamento, il caporalato e le illegalità lungo tutta la filiera.
Nel 2025 ci saranno importanti sfide contrattuali, e la Flai Cgil è pronta a battersi per il rilancio dell’agroalimentare, della pesca, dell’acquacoltura e della zootecnia. Un’attenzione particolare sarà rivolta ai piccoli produttori, i più fragili in un sistema sempre più squilibrato.
In questo contesto si inserisce anche la battaglia referendaria promossa dalla CGIL e da numerose associazioni, con cinque quesiti fondamentali per il futuro del lavoro e della cittadinanza. Si parla di diritto alla giusta retribuzione, di stop alla precarietà, di sicurezza sul lavoro, di rappresentanza nei luoghi di lavoro e di protezione dei servizi pubblici. «Sono battaglie che riguardano tutti. Difendere il lavoro agricolo significa anche difendere i diritti costituzionali di ogni lavoratore, in ogni settore», ricorda Toraldo.
Questi temi sono al centro degli incontri pubblici organizzati in tutta la Puglia dalla Flai e dall’ALPAA, in collaborazione con le Camere del Lavoro Territoriali. A Brindisi una dei primi incontri si è effettuato a Mesagne, Occasioni preziosa per confrontarsi e informare, ma anche per costruire insieme una proposta alternativa, concreta e giusta.
«Non possiamo più restare a guardare. Serve un piano vero, concreto, che metta insieme occupazione, diritti, ambiente e sostenibilità. Dobbiamo difendere il lavoro agricolo e dare futuro a chi lavora la terra. Lo dobbiamo ai nostri territori e alle prossime generazioni», conclude Toraldo.

Gabrio Toraldo
Segretario Generale
Flai Cgil Brindisi

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