2015, Mass Media Records
genere: post punk
Da Portland verso il l’Inghilterra, un viaggio indietro nel tempo di trenta anni. “Let Us Have Madness Openly” è il biglietto che obliterano gli americani LUNCH per farci salire sulla loro macchina del tempo. Joy Division, The Sound, Echo & The Bunnymen, Suicide, e tutto il post-punk di prima maniera: irruenza, accordi zanzarosi, melodie minimal e voce profonda. Niente di nuovo sotto il sole, tanti altri gruppi si sono già cimentati con gli stessi ingredienti, in fondo il genere è sempre quello, se si vuole rimanere nei ranghi, innovare è quasi impossibile.
Eppure c’è chi riesce a dire qualcosa di nuovo ripercorrendo gli stessi solchi, basti pensare alla furia degli Iceage, agli spasmi elettro-pop dei Lust For Youth o ai nuovi arrivati Lunch che con il loro “Let Us Have Madness Openly” sembrano aver catturato l’essenza del revival dark degli ultimi anni. Poiché il gioco dei patronimici è sempre utile per fornire un ragguaglio sulla direzione che una band decide di intraprendere, nell’individuare il gruppo “storico” che più sia avvicina agli statunitensi, vengono in mente sicuramente gli Echo & The Bunnymen, lo stesso singolo “Not An Ocean” tradisce il suo tributo ai tempi d’oro di “Crocodiles”, così come l’impostazione jangle ed i vocals di “Brand New Shirt” o “Pouring Light”.
I LUNCH sono una band energica e movimentata, del post-punk ereditano l’urgenza espressiva delle origini, poco prima che il movimento collassasse verso le dilatazioni spettrali dei Cure o l’apocalisse Joy Division, come in “Bad Cut” ,un manifesto revival che punta sull’aggressività, affidandosi alla voce calda ed alle ritmiche serrate, o l’iniziale “Marble Foyer” che dimostra come i LUNCH abbiano appreso la lezione dei danesi Iceage, epurandola dalle schegge ed i rumorismi punk, per approdare ad una forma più composta. A parere di chi scrive uno dei brani più riusciti del disco è “Flat Circles”, che in appena 2 minuti e 39 secondi condensa tutta la carica degli americani, fra The Sound e Joy Division periodo Warsaw, i LUNCH ci fanno battere i piedi accompagnati da un basso pulsante ed una chitarra appena accennata, ricordandoci che si può essere “personalmente” derivativi, condividendo gli intenti del passato senza per questo doverlo necessariamente ricopiare.
“Let Us Have Madness Openly” si candida ad essere una delle perle post-punk del 2015, deliziandoci con una band in grado di scrivere canzoni passionali e “sgraziate” come il genere richiede, attraverso un sound carico di personalità. Consigliato.
James Lamarina
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