Intanto, con l’aiuto di Wikipedia cerchiamo di capire cos’è questo 5G.
Nel 1991 nacque il 2G che sostanzialmente era tutto incentrato sui servizi voce. Con il 3G si pensò non solamente alle conversazioni ma anche all’utilizzo di internet in mobilità ad alta velocità. Con l’attuale 4G, invece, il settore internet mobile a banda larga ha avuto il sopravvento con un netto miglioramento non solo della velocità ma anche dell’efficienza. È grazie ad esso che i nostri smartphone sono diventati dei minuscoli computer.
Ma l’attuale 4G (fonte web)non è adatto a sostenere un’evoluzione tecnica che richiede che “tutto sia connesso con tutto”. Invece il 5G è pensato come una rivoluzione silenziosa che entrerà ovunque nelle vite delle persone, un nuovo sistema che andrà a innervare ogni casa, ogni strada e ogni azione della quotidianità. Non è solamente una questione di banda, perché ci sarà un netto miglioramento anche dal punto di vista dell’efficienza delle comunicazioni.
Vi saranno miliardi di oggetti collegati alla rete in contemporanea in tutto il mondo: gli attuali network non sarebbero certamente in grado di gestire una così grande mole di dispositivi connessi, ma il 5G lo potrà fare garantendo, sempre, alta velocità e tempi di risposta ridottissimi grazie alla possibilità di utilizzare sempre la frequenza migliore per la trasmissione.
Il 5G non servirà solamente per navigare su internet rapidamente da smartphone e tablet, ma consentirà di creare una rete veloce a cui ogni singola “cosa” sarà collegata. Le smart city del futuro saranno necessariamente tutte collegate con il 5G poiché permetterà di gestire tutti i servizi e i dispositivi della città. Viabilità, gestione del traffico, servizi per il cittadino, sensori di sicurezza, video sorveglianza. Tutto sarà connesso e gestibile da remoto attraverso questa rete veloce ed a bassa latenza.
Le auto a guida autonoma avranno grandi benefici da questa rete perché consentirà di interfacciarsi in tempo reale con le infrastrutture delle strade ottenendo informazioni vitali per la sicurezza dei conducenti. Gli stessi nodi stradali dialogheranno tra loro per garantire una migliore gestione del traffico deviando il percorso delle auto in caso di problemi.
Anche le smart home beneficeranno moltissimo del 5G perché tutti gli oggetti smart della casa potranno dialogare tra loro, ricevere informazioni dall’esterno ed essere gestiti da remoto da un unico dispositivo.
Purtroppo, ancora una volta, c’è il rischio che nel mondo aumenti ulteriormente il gap tra i paesi che adotteranno questa nuovo standard con quelli che ancora oggi non dispongono nemmeno di una rete mobile adeguata: un mondo a due marce potrebbe ampliare differenze e bolle di povertà, situazione già ampiamente nota e che dovrà essere affrontata con responsabilità a livello politico/istituzionale.
Ma vi sono altri due aspetti preoccupanti di questa nuova tecnologia. Il primo è quello che riguarda la salute. Tra poco ci troveremo sommersi da un mare di microonde, con antenne piazzate ogni 500 metri nelle grandi città, e magari solo fra dieci o vent’anni potremo sapere quali saranno state le reali conseguenze sulla nostra salute.
Il secondo problema riguarda la distruzione selvaggia e sistematica dei nostri alberi. A quanto pare, infatti, gli alberi, soprattutto quelli più alti, impediscono una buona irradiazione del segnale 5G. E quindi li stanno togliendo di mezzo, in tutta Italia, con delle giustificazioni semplicemente ridicole.
Questa preoccupante situazione è confermata da due documenti ufficiali del governo inglese: alberi e arbusti con un denso fogliame provocano un disturbo nella propagazione del segnale. Così gli alberi di oltre 3 metri sono messi nel gruppo che “andrebbe” preso in considerazione, mentre gli alberi oltre i cinque metri sono quelli che “bisogna” prendere in considerazione. In un viale alberato c’è una grande quantità di alberi che bloccano il percorso per le antenne che potrebbero venir collocate sui lampioni. E allora, cosa si fa? Appare ovvio che si debbano buttare giù gli alberi!
Mi vengono i brividi al solo pensiero che, oltre allo scempio che la xylella sta facendo degli ulivi secolari, ora andrebbero persi tanti altri alberi colpevoli solo di essere alti. Come quelli del parco “Cesare Braico” che andrebbero capitozzati, ma per altri motivi.
Recatevi in quel parco e, senza farvi prendere dalla tristezza per l’incuria che regna sovrana, alzate il capo e rimarrete colpiti dalla danza che con il vento fanno le chiome di quelli splendidi alberi. Che si dovrebbero tagliare di oltre due terzi se il 5G lo imporrà.
Oppure spostatevi sul quartiere Casale, fino a qualche anno fa il fiore all’occhiello di una Brindisi-giardino. Potrete ammirare, fortunatamente ancora recintate in ville liberty dei primi anni del secolo scorso o in bei complessi condominiali, imponenti araucarie (araucaria araucana), una conifera sempreverde che può raggiungere l’altezza di 50 metri e un diametro del tronco di due metri. E poi ci sono gli austeri cipressi e… Che facciamo? Tagliamo anche questi (pochi) esemplari?
Fantascienza? Nossignore.
Già da un po’ moltissimi sindaci e amministratori locali vengono spaventati con l’idea di poter essere ritenuti responsabili per eventuali danni causati dalla caduta degli alberi, e quindi, non appena gli si suggerisce di tagliarli, accettano subito (spesso senza il nulla-osta delle autorità che dovrebbero salvaguardare il verde pubblico). È la guerra degli alberi tagliati in nome della sicurezza. Ovviamente gli alberi sono diventati, di colpo, il pericolo pubblico numero uno.
Né c’è da illudersi che la Puglia sia stata esentata da questa disgrazia. La cronaca riporta: «Scempio sugli alberi a “Pane e Pomodoro”, che è la famosa spiaggia barese».
E ancora: “5G: Progresso o Pericolosa Sperimentazione?”. Questo è il tema della conferenza che si è tenuta a Cisternino nel salone della “Splendida Dimora”, presieduta dal consigliere comunale Lorenzo Perrini fautore del comitato “Stop 5G Valle d’Itria per la salvaguardia della salute degli abitanti di Cisternino e della “Valle”.
È pazzesco quello che sta succedendo. E il fatto è che sono molto furbi, perché lo fanno a livello locale, senza fare rumore. Lo fanno cittadina per cittadina contando sul fatto che una comunità non sa quello che succede in quella accanto. È importante che i sindaci vadano messi di fronte alle loro responsabilità!
Se si pensa che, secondo i dati del 2018, il rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente e Ambiente Italia realizzato con il Ilsole24ore piazza Brindisi al 78° posto della classifica nazionale (seconda in Puglia dopo Lecce) non c’è da stare allegri. A complicare le cose, tra uno-due anni, arriverà il 5G!
È questo il progresso o ci troviamo di fronte a un regresso? Diceva bene Frédéric Amiel (“Frammenti di un diario intimo”): «Molte cose avanzano, novecentonovantanove regrediscono: questo è il progresso».
Guido Giampietro
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