May 2, 2025

Ancora un’occasione mancata per assumere posizioni nette a tutela della salute dei cittadini del territorio brindisino. Il consiglio comunale di Brindisi del 17 marzo scorso ha approvato un documento monco delle problematiche più scottanti e urgenti; i tre dei quattro ordini del giorno, riguardanti ambiente e salute e riduzione del carbone da bruciare nella centrale Enel, non sono stati nemmeno discussi. Il documento politico approvato a fine seduta contempla solo la necessità di una rete di monitoraggio globale a totale gestione pubblica, utile a informare sui livelli emissivi di ogni singola azienda.

Ma è ancora tempo di studi, osservazioni, monitoraggi, verifiche di connessioni eziologiche?

Sul tavolo del Sindaco nei giorni scorsi era giunta un’inequivocabile lettera del presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di Brindisi, il dottore Emanuele Vinci, in cui si ribadisce un dato certo di evidenza scientifica: in città esiste un grave problema ambientale legato alla produzione di energia da fonti combustibili; è indispensabile intervenire e tempestivamente per evitare che i problemi di salute della popolazione assumano le dimensioni dello sterminio.

Non ci serve prendere posizione sulle dinamiche politiche interne alle discussioni dei consiglieri comunali di una parte o dell’altra, sulle ragioni di chi ha proposto, di chi non ha approvato, di chi si è astenuto; ribadiamo piuttosto l’urgenza di non delegare ancora, di non escogitare soluzioni cerchiobottiste! Il parere scientifico del presidente dei medici non lascia adito a dubbi: “Sono numerose le evidenze scientifiche circa un impatto negativo sulla salute delle popolazioni vicine a impianti energetici e, in particolare, a quelli che hanno come combustibile il carbone e i rifiuti in genere. Molte sono le sostanze, idrocarburi policiclici aromatici, l’arsenico, il mercurio, il nichel, il piombo, polveri sottili, ossido di carbonio e anidride carbonica, sostanze radioattive, ossidi di azoto e ossidi di zolfo, diossine e furani, emesse in aria, acqua e suolo nonché nel residuo di combustione e sono tutte particolarmente tossiche e alcune cancerogene”. Di più, si chiarisce nella lettera che “le indagini epidemiologiche disponibili segnalano nell’area ad alto rischio ambientale di Brindisi un eccesso di mortalità generale e per alcuni tumori in particolare. Esistono studi recenti sull’aumento di mortalità e di ricoveri per cause cardiovascolari nei giorni in cui si registra un innalzamento delle concentrazioni degli inquinanti nell’aria. È stato rilevato, inoltre, un eccesso di malformazioni neonatali e la loro relazione con l’emissione di anidride solforosa». Se, tuttavia, è competenza della magistratura penale accertare la sussistenza del nesso causale tra le esposizioni ambientali e le patologie, dovrebbe essere patrimonio di tutti gli attori della scena politico-istituzionale il principio di prevenzione, che impone di adottare interventi e scelte politiche di tutela dell’ambiente e della salute pubblica.

Non si legga competizione tra diritto alla salute e diritto al lavoro, assolutamente conciliabili se solo si invertisse la tendenza culturale, sociale, istituzionale. La garanzia di tutela dei due diritti naturali e costituzionali richiede interventi coraggiosi, decisivi e tempestivi, in cui si possa attuare un equilibrio nella politica dello sviluppo economico che sia capace di contemperare le esigenze – che sono anche urgenze  – sociali di occupazione, di lavoro dignitoso, in cui non si tenga lo sguardo miope sulle generazioni presenti, che intanto continuano ad essere decimate, ma si sappia costruire un futuro possibile e dignitoso per le future.

 

COMUNICATO STAMPA AZIONE CATTOLICA ITALIANA – PRESIDENZA DIOCESANA DI BRINDISI-OSTUNI

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