Alle ore 16.00, partendo da piazza Cairoli, si svolgerà anche a Brindisi, la manifestazione pacifica per dire
“no” alla violenza e al razzismo. Organizzata dall’associazione nazionale Ghana.
L’iniziativa rappresenta una risposta assolutamente pacifica alle aggressioni subite da due giovani immigrati.
Alla manifestazione, oltre alla comunità del Ghana, partecipano le comunità della Nigeria, del Mali e del Senegal. Hanno aderito Forum per cambiare l’ordine delle cose, Anpi, Arci, Libera, Cgil, Compagni di Strada, Collettiva Trans Femminista Queer, Migrantres, Potere al Popolo, Chiesa valdese, Fiom, Auser, Brindisi Bene Comune, Non una di meno.
Per la CGIL “Siamo felici di poter condividere questo momento con l’Associazione Nazionale del Ghana e tutte le altre comunità che prenderanno parte all’incontro, perché il nostro interesse è quello di diffondere sempre più i valori dell’accoglienza, fratellanza e pace, ma soprattutto per dire che a noi la violenza non sta bene, in qualunque modo essa sia manifestata”.
La Collettiva Trans Femminista Queer di Brindisi scrive: “saremo in piazza al fianco delle comunità del Ghana, Mali, Senegal e Nigeria e a tutte le comunità per ribadire che non permetteremo che episodi di violenza contro le donne vengano strumentalizzati per legittimare gruppi razzisti e xenofobi. Condanniamo fermamente la furia squadrista e ci schieriamo contro chi minimizza questi vili gesti.
Non ci stancheremo mai di ripetere che la violenza e le molestie sessuali, basta leggere le statistiche, sono perpetuate da un genere, quello maschile che non ha colore e che avvengono soprattutto nell’ambito familiare, nel lavoro e in situazioni di sfruttamento e sudditanza. E’ contro tutto questo, in vista anche del 25 novembre prossimo, giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne, che chiediamo la partecipazione e la mobilitazione di tutt*. Purtroppo sono proprio le migranti le prime vittime di questo sistema!
Ci definiamo trans femministe queer intersezionali perché crediamo in una prospettiva politica che abbraccia molteplici lotte contro tutte le oppressioni possibili, senza imporre una gerarchia fra di esse ma rivendicando le specificità di ciascuna.
Avevamo già richiamato l’attenzione della collettività sui segnali della nascita di un possibile, patetico ma pericoloso “Ku Klux Klan nostrano” con finalità terroristiche, razziste e fasciste…si sta verificando!
Sappiamo bene che la propaganda dell’attuale governo, la politica del precedente hanno creato paura e leggi che ci stanno portando alla barbarie, prova ne è l’arresto di Mimmo Lucano e il tentativo di annientamento del modello Riace che dimostra invece quanto l’accoglienza e la condivisione possano portare solo ricchezza.
Cogliamo dunque l’occasione per chiedere formalmente al sindaco e all’amministrazione di concedere la cittadinanza onoraria della nostra città a Mimmo Lucano, come già sta avvenendo in tanti comuni italiani. Sarà possibile aderire a questa nostra richiesta firmando l’appello direttamente in piazza.
Potere al Popolo ritiene “inaccettabili gli atti di violenza squadrista perpetrati nei confronti di alcuni ragazzi colpevoli di avere solo un colore diverso della pelle. Fatto ancora più grave utilizzare come alibi la violenza perpetrata ai danni di una ragazzina nei giorni precedenti.
Ogni atto violento deve essere perseguito dagli organi competenti e non con una giustizia fai da te fomentata da un linguaggio e da una propaganda xenofoba.
Saremo al fianco delle cittadine e dei cittadini che non condividono questa politica becera fatta sulla pelle degli ultimi, degli immigrati solo per un mero tornaconto elettorale. Nel nostro Paese non c’è alcuna emergenza immigrazione, ma solo l’esigenza di gestire i flussi dando accoglienza e ospitalità, salvando vite umane e favorendo soprattutto l’integrazione. Riace e Mimmo Lucano ne sono la dimostrazione”.
Arci invita alla manifestazione sostenendo che “Le notizie di cronaca vengono spesso strumentalizzate per dividere la popolazione ed escludere ulteriormente chi è già ai margini della società. La diffusione di discorsi d’odio ha conosciuto negli ultimi tempi una vera e propria “esplosione” sui social network e la violenza simbolica di cui è portatrice sta favorendo una imposizione della visione del mondo e dei ruoli sociali in cui le donne “se la cercano” e i migranti “ci rubano l’identità nazionale” e tutto ciò che è connesso ad essa.
Tale profonda involuzione sta mettendo in crisi i valori di uguaglianza e accoglienza lasciando sempre più spazio all’odio e al disprezzo, ma soprattutto alla paura.
E proprio facendo leva sul sentimento della paura si sente sempre più spesso parlare di “sicurezza”, in nome della quale vengono varati decreti e norme legislative, ma che poco ormai rievocano del significato originario dell’espressione latina “sine cura” ovvero senza preoccupazione. L’applicazione delle norme di sicurezza dovrebbe rendere più difficile il verificarsi di eventi dannosi e tradursi in un miglioramento della qualità di vita, ma quello che percepiamo tutti i giorni ormai è un’inquietudine crescente.
Per questo Arci Brindisi rivolge un appello a tutta la comunità, alla società civile: rendersi consapevole della situazione in cui stiamo vivendo e divenire attivi nel contrastare la visione razzista che porta a schierare i penultimi contro gli ultimi, il più forte contro il più debole, strumentalizzando il disagio e la sofferenza di molti.
Arci Brindisi invita tutti le Istituzioni preposte a sostenere gli sforzi di chi quotidianamente lavora per garantire la protezione ai sensi della legge per tutti i cittadini, soprattutto dei più vulnerabili e, per questo, sempre più spesso gli “operatori del sociale” si sentono poco sicuri rispetto alla propria incolumità anche fisica in quanto sono nel mirino di chi fomenta odio e disprezzo.
A questo clima di violenza si può rispondere solo con il rispetto e i valori civili e democratici. La partecipazione attiva è il primo passo di questa risposta; invitiamo, pertanto, a partecipare con consapevolezza e convinzione alle prossime importanti manifestazioni per dare un segnale all’intero Paese: sabato 27 in tutta Italia, comprese Brindisi e Lecce, si manifesterà per difendere i diritti dei richiedenti asilo e il 24 novembre a Roma per contestare un disegno di legge (Ddl Pillon) che riporta indietro nel tempo le battaglie per i diritti delle donne.
No Comments