October 8, 2025

Il futuro della centrale Enel Federico II di Brindisi, a cui è legato, in parte, il destino sociale ed economico del territorio, è una sfida importante e per questo è necessario saper cogliere ogni possibile opportunità di sviluppo. In un articolo del Sole 24 ore sono state evidenziate, per l’ennesima volta, le potenzialità degli investimenti in nuove tecnologie e per questo trasformare una parte del sito produttivo di Enel in un grande polo per data center e intelligenza artificiale potrebbe unire il processo di decarbonizzazione a nuovo lavoro qualificato e sviluppo. La scelta del luogo nasce dalla realtà di un’area industriale brindisina estesa, infrastrutturata e già collegata alla grande rete elettrica. È vicina al porto e alle dorsali di comunicazione, con spazi, strade interne, perimetri di sicurezza e sistemi di raffreddamento, con acqua marina, già presenti.

Un data center ha bisogno di energia stabile, connessioni veloci, sicurezza e raffreddamento efficiente e nella centrale Enel di Brindisi questi sistemi non andrebbero reinventati da zero ma possono essere riutilizzate, migliorate e potenziate con interventi mirati.
La Puglia è tra i territori più forti sulle rinnovabili e questo è un vantaggio competitivo, poiché possiamo legare la crescita del digitale a forniture verdi stabili e a lungo termine, dando certezze a chi investe.

La costa adriatica pugliese è a breve distanza da punti di approdo dei cavi sottomarini e da dorsali terrestri di grande capacità. Questo consente collegamenti immediati e tempi di risposta bassi, indispensabili per servizi su dati in tempo reale.

La nostra idea si integra con i processi e le scelte politiche pubbliche esistenti e non le sostituisce. Brindisi può affiancare il sistema nazionale con un’infrastruttura aperta a ricerca, università, startup e grandi operatori tecnologici. Oltretutto è un tassello in linea con gli obiettivi europei di coesione e con l’idea di un Paese pronto a sfide tecnologiche ultra moderne che rivestono carattere strategico. Al centro ci sono il lavoro e la giustizia sociale, perché una riconversione ha senso se non lascia indietro nessuno e se valorizza le competenze di chi ha fatto funzionare per anni un’infrastruttura complessa. Le competenze delle maestranze locali potranno essere aggiornate con percorsi seri e rapidi. Per questo sarebbe fondamentale organizzare subito un programma con l’Università del Salento, il Politecnico di Bari e tutti gli enti che basano la loro attività sull’innovazione come il Cetma. Per essere concreti, perciò, chiediamo l’apertura immediata di un tavolo operativo tra Governo, Enel, Regione Puglia, Comune di Brindisi, università, sindacati e imprese.

Crediamo che questa sia una proposta di buon senso e di visione e un modo serio di portare innovazione dove la transizione è più impegnativa e di dare una nuova missione a un grande sito energetico.

Brindisi può diventare il volto italiano di un’intelligenza artificiale sostenibile e inclusiva. Qui il digitale non consuma ma rigenera e la crescita si misura in investimenti, diritti, qualità del lavoro e fiducia nel domani.

 

Partito Democratico Città di Brindisi

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