April 30, 2025

Dovrà stare ad almeno 500 metri di distanza dalla moglie e dalla sua abitazione. Diversamente finirà in carcere.
Questo – in estrema sintesi – il contenuto dell’ordinanza notificata dai poliziotti del Commissariato di Ostuni ad un 35enne accusato di maltrattamenti contro familiari e conviventi aggravati nonché di lesioni personali aggravate.
La minima violazione di quanto disposto determinerà l’aggravamento dell’attuale misura coercitiva.
La vicenda viene alla luce nello scorso febbraio quando una donna si rivolse alla Polizia di Stato stanca dei lunghi soprusi e delle interminabili sopraffazioni subite nel tempo dal marito.
La signora riferì agli investigatori di una preoccupante situazione di conflittualità familiare, quotidianamente aggravata dall’abuso di sostanze alcoliche da parte dell’uomo, da tempo per giunta senza una stabile occupazione.
La denunciante espose diversi episodi di aggressività e violenza patiti, in un crescendo di ferocia che ormai l’aveva portata a temere seriamente per la propria incolumità e quella della figlia minorenne.
Di fatti, i maltrattamenti, le ingiurie e le angherie subite con continuità, ad un certo punto avevano costretto la vittima a trasferirsi, con la figlia minore, presso l’abitazione della madre, essendo ormai divenuti incontrollabili i raptus di violenza del compagno.
In particolare, nel mese di gennaio 2017, l’uomo la colpì ripetutamente con degli schiaffi sul braccio destro e poi si posizionò sopra di lei, mentre era distesa sul letto coniugale, bloccandole le spalle e impedendole di muoversi finché non intervenne il cognato in soccorso della donna.
Ed ancora, dinanzi alla figlia, l’aguzzino spinse la madre contro un armadio e la colpì ripetutamente con schiaffi e pugni sulla spalla, cagionandole un’ecchimosi sulla spalla destra.
Ma le vessazioni sono continuate anche dopo il trasferimento della donna presso l’abitazione della madre: dopo che questa aveva rifiutato la riconciliazione, il marito l’apostrofò dicendole: “ sei una puttana, mi fai schifo”, e, trattenendola per il braccio, con particolare rabbia e veemenza, la minacciò aggiungendo: “ti sparo a te e a tutta la tua famiglia”.

La serie reiterata di episodi vessatori ed umilianti, così come riportato nell’eseguita ordinanza restrittiva firmata dal Giudice per le Indagini preliminari, Dottoressa Stefania De Angelis, hanno determinato nella donna “uno stato di frustrazione tale da rivolgersi all’Autorità….”proprio al fine di arginare il “ concreto, fondato ed imminente pericolo che l’uomo, ove lasciato libero di agire, potesse commettere reati ancora più gravi, mettendo seriamente a repentaglio l’incolumità della signora….”.
L’intera indagine è stata coordinata e diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Procura della Repubblica di Brindisi, Dottoressa Emanuela Pellerino.

L’attività della Polizia di Stato, svolta in stretta sinergia con la Procura della Repubblica brindisina, ha tratto le mosse dalla coraggiosa scelta della donna di denunciare e di affidare alle Istituzioni le proprie legittime aspettative di giustizia e di sicurezza, senza farsi ingannare dai temporanei ravvedimenti dell’uomo, troppo spesso, come le recenti cronache insegnano, vere e proprie trappole senza possibilità di ritorno.

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