Anche quest’anno il Primo Maggio 2014 Festa del Lavoro e per i cattolici festa di San Giuseppe Artigiano, esempio luminoso di lavoratore e uomo timorato, giunge in un momento di grave crisi sociale ed economica, nonostante i tanti proclami e qualche rara azione che i governanti stanno mettendo in campo.
Il lavoro rappresenta per tante famiglie un vero dramma; per chi il lavoro c’è lo ha, in quanto spesso esso è condizionato dalla sistematica violazione dei diritti dei lavoratori o è inquinato da comportamenti di taluni improntati alla poca etica o al lavativismo; per chi il lavoro lo ha perso e quindi vive nell’abbandono e nell’isolamento una condizione di emarginazione non solo economica ma anche sociale; per chi il lavoro non lo ha mai avuto, i tantissimi giovani disoccupati che guardano a questo diritto come ad una chimera e progressivamente perdono la speranza di avere un futuro e una vita dignitosa.
Ma soprattutto vi è un soggetto che più di tutti soffre questa situazione: la famiglia! Sempre più spesso, infatti, nelle nostre Associazioni ci capita di raccogliere lo sfogo di figli, genitori, nonni che vivono la condizione devastante di un precariato economico che si trasforma rapidamente in precariato sociale, in emarginazione umana.
Contro tutto questo dobbiamo reagire!
E deve reagire in particolare la Chiesa, impegnata da sempre in prima linea con i fatti e non con le parole, a sostenere la dignità del lavoro e dei lavoratori.
Lo ha fatto da ultimo Papa Francesco qualche giorno fa quando, in risposta all’appello dei lavoratori delle acciaierie di Piombino, ha con fermezza richiamato i responsabili sia politiche che imprenditoriali, a quel senso di umanità, di etica sociale del lavoro, che non può essere sacrificato sull’altare della mera economicità, dietro la quale si nascondo un profondo egoismo sociale e di casta. Come ribadisce la Dottrina sociale della Chiesa i diritti dei lavoratori, come tutti gli altri diritti, si basano sulla natura della persona umana e sulla sua trascendete dignità. E ancora la remunerazione, giusta ed equa, è lo strumento più importante per realizzare la giustizia nei rapporti di lavoro. Si tratta di richiami fondamentali che interrogano le coscienze di quanti, dalle imprese, ai sindacati, dalle Istituzioni alla società civili, sono chiamati ad agire, a testimoniare con la parola e con l’azione, che veramente vi è la volontà di dare vita a una svolta sociale nel Paese, che accantoni le stagioni degli odi, delle fazioni, delle tifoserie e metta in campo politiche di risanamento economico compatibili con la giustizia sociale e l’equità.
La Politica, quella con la P maiuscola deve interrogarsi e trovare le ragioni che uniscano le classi sociali del nostro Paese, le realtà territoriali, le molteplici sensibilità socio-economiche, affinché nasca una sintesi basata sulla tutela dell’essere umano in quanto tale, senza distinzioni o razzismi, sia etnici che sociali.
Azione Cattolica e il Movimento dei Lavoratori ad essa collegato di questa diocesi, sono fortemente impegnati nel rilancio all’interno del mondo del lavoro dell’etica morale indispensabile a far vivere l’Uomo del suo lavoro e non far vivere l’Uomo per il lavoro.
Il lavoro è il mezzo per garantire dignità alla vita ma non può essere il fine della vita di ciascuna donna e di ciascun uomo!
Con questi auspici rinnoviamo a tutti il nostro augurio sincero di buon Primo Maggio.
COMUNICATO STAMPA MLAC E AZIONE CATTOLICA DELLA DIOCESI DI ORIA
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