Sant’Antonio tuttavia è considerato il protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella.
Il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del santo.
La tradizione deriva dal fatto che l’ordine degli Antoniani aveva ottenuto il permesso di allevare maiali all’interno dei centri abitati, poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dal fuoco di Sant’Antonio. I maiali erano nutriti a spese della comunità e circolavano liberamente nel paese con al collo una campanella.
Sant’Antonio fu reputato essere anche potente taumaturgo capace di guarire malattie terribili.
Tutti coloro che hanno a che fare con il fuoco vengono posti sotto la protezione di sant’Antonio, in onore del racconto che vedeva il santo addirittura recarsi all’inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori.
Per questo, tra i molti malati che accorrevano per chiedere grazie e salute, molti erano afflitti dal male degli ardenti, conosciuto anche come fuoco di Sant’Antonio e corrispondente a due diverse malattie: l’ergotismo, causato da un fungo parassita delle graminacee, e l’herpes zoster, causato dal virus varicella-zoster (o VZV, che si riattiva nell’organismo in concomitanza con un indebolimento delle difese immunitarie a causa dell’età o patologie gravi).
Entrambe le malattie si manifestano sotto forma di eritemi e vescicole con un decorso di poche settimane.
Il liquido delle vescicole è contagioso. Particolarmente fastidiosa e a volte molto dolorosa è la nevralgia post-erpetica caratterizzata da dolore prolungato che può permanere a volte per anche un anno. Il trattamento farmacologico prevede l’uso di farmaci antivirali, però di poca risoluzione.
COMUNICATO STAMPA
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